I Cavalieri dell’Imperatore, tornei, battaglie e castelli
Fino al 18 novembre 2012 l’arte della guerra sarà
protagonista al Castello del Buonconsiglio e a Castel Beseno con una magnifica
mostra dedicata alle armi rinascimentali intitolata “I cavalieri dell’imperatore:
tornei, battaglie e castelli” Una suggestiva mostra in due castelli dove
rivivrà l’affascinante mondo degli uomini d’arme che, vestiti d’acciaio, si scontravano in
battaglia o esibivano la loro audacia e abilità nei tornei. A Castel Beseno, dove
sarà rivisto completamente il percorso e l’allestimento museale, sarà
protagonista la battaglia, l’assedio, le armi e le strategie militari, al
Castello del Buonconsiglio si respirerà invece l’atmosfera del duello dell’amor
cortese e delle virtù eroiche che ben sono evidenti nel celebre affresco del
mese di febbraio di Tore Aquila che immortala il torneo medioevale. Sarà
un’occasione unica per ammirare pezzi provenienti da importanti armerie europee
oltre alla più completa collezione al mondo di armi e armature da combattimento
e da parata forgiate a mano da maestri fabbri rinascimentali proveniente
dall’Arsenale di Graz. La mostra sarà ricca di
postazioni multimediali e ricostruzioni scenografiche di grande effetto.
Tra le armature più preziose che verranno in mostra vi è quella forgiata nel
1571 per l’arciduca Carlo II, realizzata per un torneo organizzato in occasione
del suo matrimonio, un’armatura da parata del 1550 realizzata dal celebre
armaiolo Michael Witz il giovane decorato con foglie di vite, e una splendida
armatura per cavallo del 1505-1510 realizzata da Konrad Seisenhofer e Daniel I
Hopfer. Oltre a spade, pistole, archibugi e falconetti sarà in mostra anche una
tenda militare seicentesca, oltre una ricca collezione di dipinti, con solo scene
di duelli e battaglie ma anche stampe e ritratti di personaggi e cavalieri,
sarà esposto anche il celebre ritratto dipinto di Rubens raffigurante
l’Imperatore Carlo V proveniente dalla Residenzgalerie di Salisburgo E molto
altro ancora. Tel. 0461 233770 - www.buonconsiglio.it
Maria Cristina Carlini a Villa Recalcati
Nello splendido scenario di Villa Recalcati sede
rappresentativa della tradizione scultorea di Varese, dal 22 luglio al 26
agosto, la scultrice Maria Cristina Carlini espone una personale a cura di
Flaminio Gualdoni con diverse opere inedite realizzate per l’occasione. Nel
parco spiccano le sculture monumentali, mentre all’interno della villa si
ammirano lavori di grandi e medie dimensioni, realizzate con materiali diversi:
dall’accaio corten alla resina al grès, dal legno al ferro. La mostra offre
opere create fra il 2004 e il 2012, rappresentative dell’intensa carriera
artistica e del lungo percorso scultoreo di Maria Cristina Carlini. Si ricordano
la suggestiva Gaza in grès del 2004 (cm 60x90x40) , Stracci del 2006 (grès e
ferro, cm. 180x230x170) Muro 2007 (grès e ferro cm 200x300x20), Giardino di
pietra 2008 (11 elementi, acciaio e resina, cm 310x600x1600). Fra le inedite
del 2012 si ammirano Isole nella corrente (grès e acciaio corten, h.cm 300;
Soglia (acciaio corten h. cm 370); Bosco (18 elementi, ferro, h. cm 400). Il
curatore Flaminio Gualdoni nel testo del catalogo scrive: “Lo sguardo che
l’artista chiede non è d’ammirazione e di meraviglia, e la condivisione, la
partecipazione che ella innesca è una sorta di peer-to-peer individualissimo:
lo sguardo del riguardante non padroneggiando più la totalità dell’o pera, il
rapporto che instaura è di esperienza complessa del luogo, a un grado forte di
fisicità – il corpo della scultura riverberante la corporeità dell’autrice, il
corpo dello spettatore, nello spazio unificante – che attiva picchi emotivi ad
alto gradiente”. Sculture monumentali dell’artista sono collocate in permanenza
presso i Musei Civici di Pesaro, l’Archivio Centrale dello Stato di Roma Eur,
la Corte dei Conti di Milano, la nuova Fiera di Milano a Rho, a Parigi, in Cina
a Pechino, Jinan, Tianjin e Shanghai, Sculpture Park e negli Stati Uniti a
Denver e Miami.
Borrani al di là della macchia. Opere celebri e riscoperte a Viareggio
Il Centro Matteucci per l’arte Moderna propone, dal
1 luglio al 4 novembre, nella sede di Viareggio, un’attenta e impegnativa
retrospettiva su Odoardo Borrani. Con questa mostra, curata da Silvio Balloni
ed Anna Villari su idea di Giuliano Matteucci, la storia della pittura
dell’artista toscano è per la prima volta ricostruita in modo omogeneo e
lineare, dagli esordi sino alle ultime esperienza creative, svolte al valico
del Novecento. Ciò è stato reso possibile grazie a fondamentali recuperi di
dipinti inediti o non più esposti da molti anni, i quali, integrando le tessere
di mosaici figurativi in sé conclusi, rimasti sinora incompleti, consentono di
narrare l’itinerario creativo dell’artista delineando con coerenza peculiari ed
irripetibili momenti della sua ispirazione. Odoardo Borrani (Pisa 1832-Firenze
1904) è stato figlio d’arte. Il padre, pittore, lo manda a studio da Gaetano
Bianchi e con costui si trova impegnato nel restauro degli affreschi di Paolo
Uccello e di Domenico Ghirlandaio. Diciannovenne, espone all’Accademia di Belle
Arti, entra in contatto con Telemaco Signorini, frequenta la scuola di nudo
della stessa Accademia e dove viene premiato. Dal 1853, con Cabianca, ha inizio
la sua stagione di pittura all’aria aperta, sviluppata senza comunque rinnegare
l’originaria formazione. Con gli amici Macchiaioli è volontario nella Seconda
Guerra di Indipendenza. Rientrato a Firenze, è tra gli ospiti fissi di Diego
Martelli a Castiglioncello, così come, seguendo l’iter che lo rende sodale agli
amici macchiaioli, sarà di lì a breve con Lega e Abbati tra i protagonisti
della scuola di Piagentina. Questo periodo rappresenta uno dei momenti felici
della sua creatività. La fortuna commerciale non è però dalla sua parte, stenta
a trovare acquirenti per le sue opere. Fallisce il progetto che lo aveva visto
aprire nel 1872-73, insieme a Lega una galleria d’arte in Piazza Santa Trinità
a Firenze. Non gli mancano però i riconoscimenti pubblici. Collabora, nel frattempo,
come incisore e illustratore alla Illustrazione Italiana. Dal 1887 limita la
sua attività espositiva e inizia la collaborazione con la Richerd Ginori,
manifattura per cui decora grandi ceramiche con scene campestri. Di questa
importante produzione in occasione della mostra, è stato scoperto un esemplare,
conservato nel castello di Peles in Romania. Segue un progressivo ritiro dalla
scena artistica, cui sopragiungerà, nel settembre del 1904, la morte a Firenze.
Viareggio, Centro Matteucci per l’Arte Moderna, via D’Annunzio 28. Mostra
promossa dal Centro Matteucci per l’Arte Moderna, con il patrocinio del
Ministero dei Beni Culturali, della Regione Toscana, della Provincia di Lucca e
del Comune di Viareggio. Catalogo a cura di Silvio Balloni e Anna Villari,
Edizioni Centro Matteucci per l’Arte Moderna. Tel. 0584 430614.