LIBRI
Saper leggere vuol dire capire.
Tutti, o quasi, leggono, ma saper leggere, cioè capire veramente nella sostanza, nell’essenza del contenuto, ciò che è scritto in un libro, è tutta un’altra cosa. Occorre leggere con attenzione, e con molta pazienza, ogni parola, ogni frase per comprendere senza pregiudizi o preconcetti il pensiero dell’autore. La casa editrice Chiarelettere ha pubblicato un breve ma interessante saggio di don Andrea Gallo “Se non ora, adesso” (euro 14, pagine 16). Piccante, pungente, un vero e proprio pamphlet il libro di don Gallo, sacerdote impegnato a denunciare la illegalità, l’ingiustizia, l’oppressione, la follia della guerra. Don Gallo (Genova 1928) è sacerdote dal 1959. Nel 1975 ha avviato la Comunità di San Benedetto al Porto per il recupero degli emarginati. L’assunto dell’autore si fonda non sul bisogno di maestri, ma di testimoni. Nessuna predica, solo esempi. Prima viene l’etica, poi la fede. Emergono episodi di vita vissuta. Bisogna essere se stessi e stare bene con l’altro. L’autentico cammino della vita è stare a fianco dei più oppressi per una vera occasione di confronto. L’amore è vivere solo cambiando stile di vita, incarnandosi nella vita dei poveri e degli emarginati. Un libro che fa pensare e capire. Margherita Hack, nata a Firenze nel 1922, ha trascorso oltre sessant’anni a studiare il cielo. Professore emerito di Astronomia all’Università di Trieste, ha pubblicato diversi saggi di astronomia, tra cui “Il mio infinito”(Baldini Castoldi Dalai –euro 17,50-pagine 210) e “Notte di stelle” (Sperling & Kupfer –euro 18-pagine 325). Nel primo libro Margherita Hack ci pone di fronte ai problemi sull’origine dell’universo, Dio, la vita, l’infinito nel tempo e nello spazio, la nostra evoluzione, la bellezza di un mondo governato dalle leggi della materia senza altri fini; nel secondo ci apre il sipario sul fascino dello spettacolo affascinante d’una notte stellata. Una straordinaria panoramica accompagnata da uno splendido maxi poster con mappa del cielo. Due incomparabili testi di astronomia sia per i competenti sia per i profani. Ed infine “I messaggi segreti dei fiori” di Mandy Kirby (Garzanti, euro 12,90, pagine 200). Un’ottima guida per saper scegliere un fiore al momento più opportuno: un dono, un pensiero d’amore, un grazie per un favore ricevuto. Non è semplice trovare il fiore perfetto per la nostre emozioni e per i nostri regali. Fiducia con la primula, amicizia con la fresia, dichiarazione d’amore con il tulipano. Questo libro ci aiuta a trovare il fiore giusto per noi e per i nostri regali. I fiori parlano, sussurrano, esprimono ciò che il nostro cuore talvolta non sa esprimere, per timidezza, per discrezione. “I fiori posseggono un loro linguaggio segreto”, scrive nell’introduzione Vanesssa Diffenbaugh: grazia e bellezza.
UGO LO RUSSO
Contemporary Landscape. Nuovi racconti e visioni
Un nuovo libro di Patrizia Pozzi dedicato al Contemporary Landscape, curato da Luca Molinari per le Edizioni Skira, esce in libreria. Non sono molte le pubblicazioni in Italia che affrontano le tematiche del Landscape, ovvero la progettazione degli spazi aperti. Attraverso più di 300 immagini a colori che raccontano l’esperienza trentennale di Parizia Pozzi, del suo studio e del suo team di collaboratori, emergono nel libro le nuove tendenze che si stanno delineando a livello internazionale, alcune delle quali ancora poco conosciute nel nostro paese. Il volume vuole descrivere i temi principali affrontati in questo campo sino ad ora a far riflettere su quanto ancora si può e si deve realizzare. Vuol essere uno strumento didattico rivolto ai giovani che si avvicinano a questa disciplina e che potranno cogliere i nuovi orientamenti del domani. Negli ultimi sessant’anni – sottolinea Luca Molinari nel suo testo introduttivo – si è verificato un consumo irragionevole dei territori senza quasi mai si valutasse a pieno l’impatto che tutte queste scelte avrebbero provocato sull’ambiente e sulla nostra vita. Ne sono una triste prova gli ultimi terribili disastri ambientali verificatesi in Liguria lo scorso ottobre. La maggior parte delle nostre città sono cresciute di otto volte,dieci volte con un parallelo abbandono e perdita di campagne, valli montane, fasce costiere. Quello che sembrava un equilibrio antico che vedeva l’uomo capace di colonizzare e trasformare territori con attenzione e sapienza dei climi, degli odori, delle qualità delle nostre terre, in poco meno di tre decenni si è quasi completamente perduto. Fortunatamente la situazione negli ultimi due decenni sta lentamente migliorando, anche perché una nuova generazione di paesaggisti e definitivamente emersa e, con loro, una diversa e più consapevole committenza a vedere nel progetto degli spazi aperti una straordinaria risorsa ambientale e civile. In questo panorama s’inserisce l’attività e la ricerca di Patrizia Pozzi e del suo studio di progettazione del paesaggio e degli spazi verdi pubblici e privati che si sta progressivamente affermando sulla scena nazionale e internazionale. La lunga serie di progetti realizzati per alcuni grandi gruppi privati e per alcune coraggiose amministrazioni ci raccontano di un decisivo cambiamento di mentalità nella committenza italiana e, insieme, in una inevitabile metamorfosi nella sensibilità della popolazione, non più indifferente ai luoghi che vengono costruiti per la sua vita quotidiana. Editore Skira – Collana Architettura. Monografia. www.skira.it uscita in libreria febbraio 2012 – Formato 16,5x21 cm – pagine 320, illustrazioni 270, euro 30,00 in libreria. Testi di Luca Molinari e dello Studio Via Piranesi srl. Italiano/Inglese.
Storia della fisiognomica. Arte e psicologia da Leonardo a Freud
Dopo il successo al suo esordio nel 1995 torna in libreria Storia della fisiognomica. Arte e psicologia da Leonardo a Freud di Flavio Caroli. L’autore ricostruisce la storia di una scienza antichissima, in continua evoluzione da Aristotele ai giorni nostri, e delle sue relazioni con l’arte figurativa. Lo studio degli effetti dei moti dell’animo sul corpo è introdotto nell’era moderna da Leonardo, autore di un Trattato sulla Fisiognomica che anticipa idee che porteranno allo sviluppo della psicologia e alla fondazione della psicanalisi. Flavio Caroli, tramite una grande documentazione letteraria e iconografica, ripercorre la storia del rapporto tra arte e psicologia suddividendo il racconto in cinque capitoli, corrispondenti ai secoli attraversati: da Leonardo fino alle ampie dissertazioni di Lombroso e Freud e alle drammatiche raffigurazioni di Francis Bacon. Il percorso della fisiognomica parte dal Cinquecento – con la pubblicazione dei trattati di Cardano e Della Porta – passa attraverso le riflessioni seicentesche di Montaigne, Cartesio e Larochefoucauld fino ad arrivare al Positivismo ottocentesco e alla trattatistica scientifica, di cui L’interpretazione dei sogni di Freud è testimonianza. In questi due secoli la raffigurazione dell’uomo nell’arte si intreccia con l’evoluzione del pensiero scientifico e Flavio Caroli ne ripercorre i parallelismi con raffronti documentati: Tiziano e l’interesse per lo zoomorfismo; il realismo psicologico di Caravaggio; le caricature di Caracci; la “sontuosa voracità interiore” dei ritratti di Rubens; la “potenza introspettiva” di Velàzquez; la complessità psicologica del ritratto della “povertà” nel Settecento; la rappresentazione della Follia nei volti di Géricault che con Van Gogh diventa, espressivamente, totale disintegrazione dell’Io; i volti distorti di Baselitz; l’emblematica trasfigurazione di alcune tele di Pollock. La Storia della fisiognomica nell’arte è un’affascinate racconto dell’evoluzione di una disciplina che distingue la nostra cultura da qualsiasi altra tradizione culturale di questo pianeta, un affresco della moderna vicenda umana nel mondo occidentale. Formato cm. 14,2 x 20 – pagine 288 – illustrazioni 130 – prezzo euro 19,90 – editore Electa – in libreria.
Tutti, o quasi, leggono, ma saper leggere, cioè capire veramente nella sostanza, nell’essenza del contenuto, ciò che è scritto in un libro, è tutta un’altra cosa. Occorre leggere con attenzione, e con molta pazienza, ogni parola, ogni frase per comprendere senza pregiudizi o preconcetti il pensiero dell’autore. La casa editrice Chiarelettere ha pubblicato un breve ma interessante saggio di don Andrea Gallo “Se non ora, adesso” (euro 14, pagine 16). Piccante, pungente, un vero e proprio pamphlet il libro di don Gallo, sacerdote impegnato a denunciare la illegalità, l’ingiustizia, l’oppressione, la follia della guerra. Don Gallo (Genova 1928) è sacerdote dal 1959. Nel 1975 ha avviato la Comunità di San Benedetto al Porto per il recupero degli emarginati. L’assunto dell’autore si fonda non sul bisogno di maestri, ma di testimoni. Nessuna predica, solo esempi. Prima viene l’etica, poi la fede. Emergono episodi di vita vissuta. Bisogna essere se stessi e stare bene con l’altro. L’autentico cammino della vita è stare a fianco dei più oppressi per una vera occasione di confronto. L’amore è vivere solo cambiando stile di vita, incarnandosi nella vita dei poveri e degli emarginati. Un libro che fa pensare e capire. Margherita Hack, nata a Firenze nel 1922, ha trascorso oltre sessant’anni a studiare il cielo. Professore emerito di Astronomia all’Università di Trieste, ha pubblicato diversi saggi di astronomia, tra cui “Il mio infinito”(Baldini Castoldi Dalai –euro 17,50-pagine 210) e “Notte di stelle” (Sperling & Kupfer –euro 18-pagine 325). Nel primo libro Margherita Hack ci pone di fronte ai problemi sull’origine dell’universo, Dio, la vita, l’infinito nel tempo e nello spazio, la nostra evoluzione, la bellezza di un mondo governato dalle leggi della materia senza altri fini; nel secondo ci apre il sipario sul fascino dello spettacolo affascinante d’una notte stellata. Una straordinaria panoramica accompagnata da uno splendido maxi poster con mappa del cielo. Due incomparabili testi di astronomia sia per i competenti sia per i profani. Ed infine “I messaggi segreti dei fiori” di Mandy Kirby (Garzanti, euro 12,90, pagine 200). Un’ottima guida per saper scegliere un fiore al momento più opportuno: un dono, un pensiero d’amore, un grazie per un favore ricevuto. Non è semplice trovare il fiore perfetto per la nostre emozioni e per i nostri regali. Fiducia con la primula, amicizia con la fresia, dichiarazione d’amore con il tulipano. Questo libro ci aiuta a trovare il fiore giusto per noi e per i nostri regali. I fiori parlano, sussurrano, esprimono ciò che il nostro cuore talvolta non sa esprimere, per timidezza, per discrezione. “I fiori posseggono un loro linguaggio segreto”, scrive nell’introduzione Vanesssa Diffenbaugh: grazia e bellezza.
UGO LO RUSSO
Contemporary Landscape. Nuovi racconti e visioni
Un nuovo libro di Patrizia Pozzi dedicato al Contemporary Landscape, curato da Luca Molinari per le Edizioni Skira, esce in libreria. Non sono molte le pubblicazioni in Italia che affrontano le tematiche del Landscape, ovvero la progettazione degli spazi aperti. Attraverso più di 300 immagini a colori che raccontano l’esperienza trentennale di Parizia Pozzi, del suo studio e del suo team di collaboratori, emergono nel libro le nuove tendenze che si stanno delineando a livello internazionale, alcune delle quali ancora poco conosciute nel nostro paese. Il volume vuole descrivere i temi principali affrontati in questo campo sino ad ora a far riflettere su quanto ancora si può e si deve realizzare. Vuol essere uno strumento didattico rivolto ai giovani che si avvicinano a questa disciplina e che potranno cogliere i nuovi orientamenti del domani. Negli ultimi sessant’anni – sottolinea Luca Molinari nel suo testo introduttivo – si è verificato un consumo irragionevole dei territori senza quasi mai si valutasse a pieno l’impatto che tutte queste scelte avrebbero provocato sull’ambiente e sulla nostra vita. Ne sono una triste prova gli ultimi terribili disastri ambientali verificatesi in Liguria lo scorso ottobre. La maggior parte delle nostre città sono cresciute di otto volte,dieci volte con un parallelo abbandono e perdita di campagne, valli montane, fasce costiere. Quello che sembrava un equilibrio antico che vedeva l’uomo capace di colonizzare e trasformare territori con attenzione e sapienza dei climi, degli odori, delle qualità delle nostre terre, in poco meno di tre decenni si è quasi completamente perduto. Fortunatamente la situazione negli ultimi due decenni sta lentamente migliorando, anche perché una nuova generazione di paesaggisti e definitivamente emersa e, con loro, una diversa e più consapevole committenza a vedere nel progetto degli spazi aperti una straordinaria risorsa ambientale e civile. In questo panorama s’inserisce l’attività e la ricerca di Patrizia Pozzi e del suo studio di progettazione del paesaggio e degli spazi verdi pubblici e privati che si sta progressivamente affermando sulla scena nazionale e internazionale. La lunga serie di progetti realizzati per alcuni grandi gruppi privati e per alcune coraggiose amministrazioni ci raccontano di un decisivo cambiamento di mentalità nella committenza italiana e, insieme, in una inevitabile metamorfosi nella sensibilità della popolazione, non più indifferente ai luoghi che vengono costruiti per la sua vita quotidiana. Editore Skira – Collana Architettura. Monografia. www.skira.it uscita in libreria febbraio 2012 – Formato 16,5x21 cm – pagine 320, illustrazioni 270, euro 30,00 in libreria. Testi di Luca Molinari e dello Studio Via Piranesi srl. Italiano/Inglese.
Storia della fisiognomica. Arte e psicologia da Leonardo a Freud
Dopo il successo al suo esordio nel 1995 torna in libreria Storia della fisiognomica. Arte e psicologia da Leonardo a Freud di Flavio Caroli. L’autore ricostruisce la storia di una scienza antichissima, in continua evoluzione da Aristotele ai giorni nostri, e delle sue relazioni con l’arte figurativa. Lo studio degli effetti dei moti dell’animo sul corpo è introdotto nell’era moderna da Leonardo, autore di un Trattato sulla Fisiognomica che anticipa idee che porteranno allo sviluppo della psicologia e alla fondazione della psicanalisi. Flavio Caroli, tramite una grande documentazione letteraria e iconografica, ripercorre la storia del rapporto tra arte e psicologia suddividendo il racconto in cinque capitoli, corrispondenti ai secoli attraversati: da Leonardo fino alle ampie dissertazioni di Lombroso e Freud e alle drammatiche raffigurazioni di Francis Bacon. Il percorso della fisiognomica parte dal Cinquecento – con la pubblicazione dei trattati di Cardano e Della Porta – passa attraverso le riflessioni seicentesche di Montaigne, Cartesio e Larochefoucauld fino ad arrivare al Positivismo ottocentesco e alla trattatistica scientifica, di cui L’interpretazione dei sogni di Freud è testimonianza. In questi due secoli la raffigurazione dell’uomo nell’arte si intreccia con l’evoluzione del pensiero scientifico e Flavio Caroli ne ripercorre i parallelismi con raffronti documentati: Tiziano e l’interesse per lo zoomorfismo; il realismo psicologico di Caravaggio; le caricature di Caracci; la “sontuosa voracità interiore” dei ritratti di Rubens; la “potenza introspettiva” di Velàzquez; la complessità psicologica del ritratto della “povertà” nel Settecento; la rappresentazione della Follia nei volti di Géricault che con Van Gogh diventa, espressivamente, totale disintegrazione dell’Io; i volti distorti di Baselitz; l’emblematica trasfigurazione di alcune tele di Pollock. La Storia della fisiognomica nell’arte è un’affascinate racconto dell’evoluzione di una disciplina che distingue la nostra cultura da qualsiasi altra tradizione culturale di questo pianeta, un affresco della moderna vicenda umana nel mondo occidentale. Formato cm. 14,2 x 20 – pagine 288 – illustrazioni 130 – prezzo euro 19,90 – editore Electa – in libreria.
ARTE & CULTURA
PELLE DI DONNA. Identità e bellezza fra arte e scienza
Per la prima volta in Italia una mostra che unisce arte e scienza sul tema della pelle. “PELLE DI DONNA. Identità e bellezza fra arte e scienza” a cura di Pietro Bellasi e Martina Mazzotta, è esposta alla Triennale di Milano fino al 19 febbraio. La rassegna nasce da un progetto della Fondazione Antonio Mazzotta, da anni protagonista di successo nel mondo dell’arte, con Boots Laboratories, marchio-icona del benessere distribuito in Italia da P&G. Attraverso una ricca selezione di opere d’arte – antica, moderna e contemporanea – documenti, oggetti antichi, il visitatore compie un percorso affascinante di esplorazione che lo conduce a un laboratorio scientifico. Ampio spazio è dato agli artisti moderni e contemporanei che utilizzano i linguaggi più diversi, dalla pittura alla scultura, dal concettuale alle nuove tecnologie, fino al cinema sperimentale, anche con interventi site specific. Tra gli artisti in mostra: Giacomo Balla, Franz von Bayros, Vanessa Beecroft, Adriana Bisi Fabbri, Andrea Chisesi. Giuliana Cuneaz, Gillo Dorfles, Marcel Duchamp, Lucio Fontana, Grazia Gabbini, Omar Galliani, Robert Gligorov, Abel Herrero, Roy Lichtenstein, Luigi Maio, Lazhar Mansouri, Piero Manzoni, Alberto Martini, Francesco Merletti, Bruno Munari, Giuseppe Penone, Marinella Pirelli, Pietro Pirelli, Karl Pranti, Man Ray, Odilon Redon, Auguste Rodin, Omar Ronda, Mimmo Rotella, Maia Sambonet, Alberto Savinio, Andreas Serrano, Henri de Toulouse-Lautrec, Andy Warhol, Tom Wesselmann. La mostra è strutturata in un percorso di sei sezioni che affrontano in termini transdisciplinari il tema della pelle, della bellezza e dell’identità femminile ed è accompagnata dalla presenza costante di interventi di arte contemporanea. Introduce il tutto un gioco di corrispondenze tra macro e microcosmo, tra immagini della superficie di astri e pianeti e immagini dell’epidermide vista al microscopio. Tra le testimonianze più recenti sul tema, spiccano le opere di Giuliana Cuneaz, con l’imponente “Corpus in Fabula” (1996), di Robert Gligorov, Abel Herrero, Andreas Serrano, Yoshie Nishkawa. Non mancano i riferimenti all’ambito letterario, come l’opera di Luigi Maio “La crema di Azazello” (da Il Maestro e Margherita” di Bulgakov), realizzata per l’occasione. Accompagna la mostra un catalogo pubblicato dalle Edizioni Gabriele Mazzotta con testi critici in italiano e inglese di Pietro Bellasi e Martina Mazzotta e le schede degli specialisti dei vari settori.
Gian Giacomo Poldi Pezzoli
L’esposizione Gian Giacomo Poldi Pezzoli. L’uomo e il collezionista del Risorgimento, in programma fino al 13 febbraio 2012, racconta le vicende dell’Indipendenza e dell’Unità d’Italia attraverso gli occhi, le esperienze e la collezione di opere d’arte di questo protagonista milanese d’eccezione. “La partecipazione di Gian Giacomo Poldi Pezzoli alla nascente nazione italiana – dichiara Annalisa Zanni, direttore del Museo – si tradusse per lui nel sostegno all’arte contemporanea, all’artigianato artistico e alla tutela del patrimonio lombardo, per concludersi con la donazione della propria casa – museo a uso e beneficio pubblico nel 1881”. La mostra, a cura di Lavinia Galli e Fernando Mazzocca, è stata preceduta da una lunga ricerca d’archivio e ricostruisce le vicnde biografiche e artistiche di Poldi Pezzoli, puntando l’attenzione sul suo impegno civico. Il giovane nobiluomo ebbe infatti un ruolo politico nel corso delle Cinque Giornate di Milano, sostenendo economicamente il Governo Provvisorio e infine pagando con l’esilio in Svizzera e la confisca dei beni il suo coinvolgimento. Le trenta opere esposte fanno luce sulla cultura artistica italiana nel “decennio di preparazione” all’Unità quando letteratura, teatro e arte concorrono a promuovere una silenziosa opposizione agli stranieri eleggendo il Medioevo e l’Italia comunale trecentesca a metafora di un’Italia libera. L’esposizione in particolare si focalizza sulla genesi delle prime due stanze realizzate tra il 1846 e il 1856 per la casa museo Poldi Pezzoli, l’Armeria e lo Studiolo dantesco e sulla relativa valenza patriottica. Museo Poldi Pezzoli via Manzoni 12 Milano.
Antonio e Felice Beato e Adolfo Farsari fotografi veneti
Raccontano il mondo quando la fotografia era ancora sperimentale, furono protagonisti della nascita del fotogiornalismo e del reportage. Fecero scoprire il Giappone, e le meraviglie dell’Egitto, agli Europei, portarono la fotografia nelle terre d’oriente, partendo dal Veneto. Loro sono Antonio e Felice Beato, due fratelli greco-veneziani e Adolfo Farsari, vicentino. Una mostra, dall’emblematico titolo “East Zone”, per la prima volta documenta in modo esteso la loro arte. Raccontando anche uno scambio culturale tra l’est italiano e il lontano Oriente, scambio nei due sensi dato che i tre fotografi veneti influenzarono la storia della fotografia in Giappone ma dal questo e dagli altri Paesi visitati trassero la elementi che influenzarono la loro maniera di “fare fotografia”. Da segnalare come la mostra proponga accanto alle immagini dei tre protagonisti, una carrellata di foto di confronto, a dar conto di come queste terre lontane seppero calamitare, affascinare fotografi di diverse provenienze. Ad ospitare la mostra fino al primo aprile è Villa Contarini, la reggia delle Ville Venete, oggi proprietà della Regione Veneto, a Piazzola sul Brenta, vicino a Padova. La mostra è curata da Magda di Siena e promossa da Regione del Veneto, Photosophia e Immobiliare Marco Polo, società regionale di gestione di Villa Contarini. Felice Beato, viene avvicinato alla fotografia dal fotografo della Zecca Ottomana James Robertson, affiancandolo nel suo lavoro a Costantinopoli. A loro si unisce il fratello Felice e prendono vita le grandi spedizioni fotografiche: Malta (nel 1854-1856), in Grecia e Gerusalemme (1857). Scoppia la Guerra di Crimea e Felice, con Robertson, crea reportage di guerra che fanno il giro del mondo e contribuiscono non poco a orientare l’opinione pubblica inglese ma non solo. E’ il primo esempio di grande fotogiornalismo di guerra. Felice Beato è poi in Cina, ancora al seguito dell’esercito inglese stavolta impegnato nella Guerra dell’Oppio. Negli anni ’60 i tre fotografi si dividono. Antonio si trasferisce in Egitto, mentre Felice è in Inghilterra. Nel 1863 si trova già in Yokohama, in Giappone, in società con Charles Wirgman, un illustratore giornalista che Beato aveva già incontrato ai tempi della Cina e col quale aveva viaggiato a lungo. Le fotografie giapponesi di Beato rivestono particolare importanza documentaria in quanto riprese in anni in cui l’accesso degli stranieri era decisamente avversato. Il suo corposo archivio di negativi nel 1866 viene distrutto dal grande incendio di Yokohama. Per quasi due anni impegnato a ricostruire un adeguato fondo di immagini, che pubblicherà negli anni successivi in due diversi volumi, “Native Types” e “Views of Japan”, oggi conservati presso il Victoria and Albert Museum a Londra. Nel 1871 è il fotografo ufficiale di una spedizione navale statunitense in Corea e nel 1873 viene nominato Console Generale per la Grecia in Giappone. Nel 1884 lascia il Giappone e si reca in Egitto, fotografo ufficiale di una spedizione diretta in Sudan, a Khartoum, in soccorso del generale Charles George Gordon. Torna in Inghilterra, ma già nel 1888 lo troviamo in Birmania. Proprio in quell’anno a Yokohama muore Robertson, Felice Beato continua la sua attività e le ultime notizie di questo stravagante ed avventuroso personaggio si ritrovano nel 1907, quando la sua compagnia “F. Beato Ltd” viene liquidata. Anche le ultime notizie di Antonio risalgono a quegli anni, un documento, infatti, riporta l’annuncio di vendita del suo studio fotografico, emesso dalla vedova Beato a Luxor nel 1906. Tel. 049.8778272.
Un Munch inedito a Brema
Brema e la Bassa Sassonia hanno appena inaugurato una stagione di grandi mostre d’arte. Alla Kunsthalle di Brema, riaperta a ottobre dopo due anni di lavori di ampliamento, fino al prossimo 26 febbraio si può ammirare un’ampia selezione di opere del pittore espressionista norvegese Edvard Munch. In mostra 40 disegni e stampe e 36 quadri dell’artista, tra cui in’autentica curiosità: è l’opera “La madre morta e la bambina” (1899), dietro alla quale un’analisi ai raggi X nel 2005 ha fatto affiorare una tela precedente di cui era sconosciuta l’esistenza. Si tratta della “Ragazza e tre teste maschili”, un dipinto dai connotati grotteschi di forte impatto. Una volta staccata da quella sovrapposta, la tela è stata restaurata con cura e ora accende la curiosità dei critici e appassionati d’arte. La visita della mostra “Munch – il mistero delle tele” può essere abbinata a quella di un’altra rassegna artistica di grande pregio in calendario nella vicina città di Oldenburg. Qui fino al 19 febbraio l’Horst-Janssen-Museum espone alcuni cicli grafici di Max Klinger intitolati “Il dramma di donne e uomini”. Precursore del surrealismo, Klinger ha ispirato generazioni di artisti di fine Ottocento, tra cui anche il giovane Munch. www.kunsthalle-bremen.de
Caravaggio, Courbet, Giacometti, Bacon. Testori e la grande pittura europea
La mostra, realizzata grazie al generoso sostegno della Fondazione Cassa di Risparmio di Ravenna, si inserisce nella programmazione del museo dopo le vaste rassegne dedicate ai Preraffaelliti (2010), in collaborazione con l’Ashmolean Museum di Oxford, e Arte in Italia nel secondo dopoguerra (2011), sarà curata da Claudio Spadoni e sarà inaugurata il prossimo 11 febbraio per proseguire fino al 17 giugno 2012. Per l’occasione, oltre alla fondamentale collaborazione della Compagnia del Disegno di Milano e dell’Associazione Testori, è stato costituito un prestigioso Comitato Scientifico composto da Andrea Emilani, già direttore della Pinacoteca di Bologna, Mina Gregori, Presidente della Fondazione di Studi di Storia dell’Arte Roberto Longhi, Antonio Paolucci, Direttore dei Musei Vaticani, Ezio Raimondi, già Presidente dell’Istituto per i Beni Culturali, Alain Toubas e Claudio Spadoni. Figura complessa – pittore, drammaturgo, giornalista e storico e critico d’arte – Giovanni Testori si è distinto per il coraggio di scegliere strade anche impervie perché distanti da quelle “maestre” dell’Ufficialità. Il suo sguardo sulla pittura e realtà, intesa nella sua epidermica evidenza, mostra tutta la miseria e lo splendore della vita. La preferenza verso temi protesi all’esaltazione delle domande ultime – le Erodiadi o le teste del Battista del Cairo, le Crocifissioni di Gaudenzio e del Sacro Monte di Varallo, le figure di Tanzio al pari di quelle di Bacon o Giacometti – ne segnalano la personalità eccentrica, il coraggio dei risvolti più scabrosi, l’affermazione prepotente e tutta organica, e dunque corruttibile, senza carne. Il percorso della mostra si articolerà in diverse sezioni dedicate ai vari periodi della storia dell’arte studiati dal critico milanese e agli artisti da lui amati, a partire dai suoi primi scritti su Manzù, Matisse, Morlotti, poi i francesi Coubert e Géricault; dagli approfondimenti e le riscoperte sulla linea della pittura di realtà in Lombardia del ‘500 (Gaudenzio Ferrari, Foppa, Savoldo, Romanino, Moretto) e del ‘600 (Moroni, Ceresa, Fra Galgario, Ceruti), i “manieristi” lombardo piemontesi (Cerano, Morazzone, Tanzio da Varallo, Daniele Crespi, Cairo,) accompagnati da Caravaggio, sua grande passione dichiarata, passando attraverso l’attenzione a figure della Nuova Oggettività (Dix, Grosz, Radzwill) Nuovi Selvaggi (Fetting, Hodicke, Zimmer, Salomè) e Nuovi Ordinatori (Albert, Chevalier, Schindler, Merkens) e artisti come Bacon, Giacometti, Sutherland, Sironi, Guttuso, Gruber, Marini, Vacchi, Varlin, Jardiel, Vallorz, Rainer – per citare alcuni nomi – per giungere fino a Cucchi e Paladino. Di ognuno di questi artisti saranno esposte diverse opere, in alcuni casi quelle stesse scelte e possedute da Testori. La rassegna presenterà anche un omaggio Testori con selezione di ritratti fra i tanti eseguiti da diversi pittori per lo studioso. Catalogo Silvana editoriale. Sede: Museo d’Arte della città di Ravenna. info@museocitta.ra.it
Il Divisionismo. La luce del moderno a Rovigo
E’ stata una delle più emozionanti stagioni dell’arte italiana negli ultimi secoli e ora, finalmente, una grande mostra la ripropone, con un taglio nuovo e con una scelta perfetta di opere. “Il Divisionismo. La luce del moderno”, che si svolgerà a Rovigo, a Palazzo Roverella dal 25 febbraio al 23 giugno 2012, sarà sicuramente tra i più importanti eventi espositivi italiani del prossimo anno. A promuoverla sono la Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo con il Comune di Rovigo e L’Accademia dei Concordi. Il periodo che questa mostra illumina è quello tra il 1890 e l’indomani della Grande Guerra. Negli anni in cui in Francia Signac e Seraut “punteggiano” il Neo Impressionismo, anche in Italia diversi artisti si confrontano con l’uso “diviso” dei colori complementari. E lo fanno con assoluta originalità. E’, come afferma il sottotitolo della mostra, la luce del moderno che essi così magistralmente creano e interpretano. Sono sperimentazioni che consentono agli artisti che si affacciano alle soglie del Novecento di affrontare con tecnica spesso audace e coraggiosa le tematiche del nuovo secolo, dal mutato rapporto con la realtà agreste all’evoluzione della città moderna, dalle scoperte scientifiche agli incombenti conflitti sociali. E’ la prima effettiva cesura rispetto agli stili del passato, prima delle avanguardie. Nel Divisionismo italiano i puntini e le barrette colorate dei francesi diventano filamenti frastagliati che invece di accostarsi spesso si sovrappongono. Ma ciò che è veramente diverso è lo spirito: qui la nuova tecnica pittorica aiuta a rappresentare, meglio di altre, l’intimità, l’allegria, lo spiritualismo, il simbolismo, l’ideologia anche politica. Ovvero i sentimenti, le passioni, le istanze che univano quella generazione di artisti. Pittura di luce, colore ma anche e soprattutto pittura di emozioni, quindi. L’indagine che Francesca Cagianelli e Dario Matteoni proporranno a Palazzo Roverella rilegge la storia di questo momento magico dell’arte italiana. Valorizzando figure come quella di Vittore Grubicy de Dragon e il suo Divisionismo fatto di musica e di ricerca scientifica. Poi Plinio Novellini, icona del Divisionismo tra Toscana e Liguria, prototipo di quelle diverse dimensioni territoriali che sono forse la maggiore ricchezza del movimento e che questa mostra mette, per la prima volta, in giusta evidenza. Poi i grandissimi: Previati, Segantini, Morbelli, Pelizza da Volpedo. E ancora il ricordo della storica Sala Divisionista della Biennale del 1914. Per giungere alla straordinaria stagione divisionista di artisti come Giacomo Balla, Umberto Boccioni, Gino Severini, Carlo Carrà e alla Secessione Romana. Ultimi, emozionanti bagliori di una vicenda artistica che va a concludersi, per sfociare nel rivoluzionario “nuovo” del Futurismo. Ed è l’avvio di un’altra grande storia tutta italiana.
Info: tel. 0425.460093. info@palazzoroverella.com.
Cézanne. Les atéliers du Midi a Palazzo Reale di Milano
La mostra che si è aperta a Palazzo Reale, vuole essere un omaggio al grande maestro originario di Aix-en-Provence e alla sua straordinaria e personalissima maniera pittorica che, poco compresa e molto osteggiata durante la sua vita, tanta influenza ebbe invece sugli artisti dei movimenti successivi come il Cubismo e il Surrealismo. Un grandissimo pittore, tenace e solitario, inventore di un linguaggio unico e fortemente riconoscibile, frutto di una disciplina ferrea, di una eccezionale intelligenza visiva, di un metodo studiato e ristudiato che ha per scopo la trasfigurazione della visione oggettiva in una pittura armonica ed essenziale. L’esposizione, promossa dall’Assessorato alla Cultura Comune di Milano e prodotta da Palazzo Reale e Skira, che ha curato ogni aspetto della progettazione e organizzazione della mostra, è sostenuta dal supporto straordinario del Musée d’Orsay che assicura un eccezionale gruppo di prestiti. La curatela è di Rudy Chiappini con la collaborazione di Denis Coutagne e di un Comitato Scientifico comprendente Philippe Cézanne, pronipote dell’artista e Guy Cogeval Direttore del Musée d’Orsay. La mostra presenta circa quaranta opere, provenienti da grandi musei internazionali, tra i quali figurano, oltre al già citato Musée d’Orsay, il Musée de l’Orangerie, il Petit Palais, la Tate, l’Hermitage, la National Gallery di Washington, il Musée Granet di Aix-en-Provence, l’Ateneum Art Museum di Helsinki, il Chrysler Museum of Art di Norkolk, il Princeton University Art Museum. Il tema portante dell’esposizione riguarda l’attività di Cézanne in Provenza, con perno ad Aix e nei celebri atéliers – a cominciare da quello di Jas de Bouffan, la casa di campagna paterna, e poi Lauves e quello degli ultimi anni, ma anche i luoghi a lui cari come l’Estaque, Gardanne, Bellevue, Château Noir, Bibémus, dove l’artista realizza moltissime sue opere. La sua è una produzione che si divide tra l’attività en plein air o, come amava ripetere, sur le motif, e lavori in studio, dove crea soprattutto i ritratti o le nature morte, ma dove in realtà spesso rielabora, rifinisce, sviluppa i temi cominciati all’aperto. Si tratta dunque di un’occasione privilegiata per avvicinarsi all’opera di Cézanne e il percorso della mostra segue la biografia dell’artista, intrecciandone però le tematiche più care e congeniali, dalle prime opere realizzate attorno al 1860, nel solco della tradizione artistica dell’epoca, passando per i magnifici e inarrivabili ritratti di amici, familiari, gente comune, arrivando ai paesaggi, dapprima vicini agli esiti impressionisti, poi superati in una visione più concreta e formalmente definita, incontrando le celebri nature morte, dove il maestro porta all’estremo la sua ricerca di essenzialità e la sintesi tra colore e volume, sino agli ultimi straordinari dipinti degli inizi del Novecento. Termine dell’esposizione 26 febbraio 2012.
Enzo Cucchi al Marca di Catanzaro
Enzo Cucchi è il protagonista della nuova stagione espositiva al MARCA di Catanzaro. L’artista, tra le personalità più note in ambito internazionale, ha realizzato per il museo di Catanzaro un progetto del tutto inedito con oltre 50 opere fra dipinti, sculture e ceramiche degli ultimi tre anni che, all’interno di una narrazione polisemica, superano ogni distinzione di genere. La mostra, a cura di Achille Bonito Oliva e Alberto Fiz è stata inaugurata il 17 dicembre per rimanere aperta sino al 1° aprile 2012 ed è promossa dalla Provincia di Catanzaro – Assessorato alla Cultura con il patrocinio della Regione Calabria, del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, della Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici della Calabria e della Fondazione Rotella. L’iniziativa è accompagnata da un catalogo edito da Prearo con i saggi dei due curatori e una sezione dedicata all’allestimento del progetto al MARCA. L’esposizione dedicata a Enzo Cucchi rientra nel progetto sulla Transavanguardia italiana ideato e coordinato da Bonito Oliva in occasione del 150° anniversario dell’Unità d’Italia che prevede il coinvolgimento del MARCA insieme ad altre importanti istituzioni. Accanto alla rassegna storica sulla Transavanguardia italiana a Palazzo Reale di Milano, vengono organizzate le personali dei cinque artisti che hanno dato vita al movimento con Sandro Chia all’ex Foro Boario di Modena, Nicola De Maria al centro Pecci di Prato, Mimmo Paladino all’ex Gil di Luigi Moretti a Roma e Francesco Clemente a Palazzo Sant’Elia di Palermo. La presenza di Cucchi al MARCA è stata fortemente voluta da Bonito Oliva e da Alberto Fiz. Proprio il direttore artistico del museo spiega la scelta: “Cucchi non è solo il protagonista di un’esperienza artistica che ha modificato radicalmente il rapporto con l’arte e la cultura superando ogni forma di retorica ideologica, ma è l’artefice di una ricerca dove l’immagine esprime la sua forza tellurica senza mai rinunciare al suo costante bisogno di meravigliare.” Bonito Oliva sottolinea come “la visionarietà” di Cucchi vada incontro ad un percorso nomadico, spesso imprevedibile, fatto di continui sconfinamenti e di disseminazioni di un terreno che coinvolge il sacro e il profano, la componente materiale e quella volatile, immateriale.”
Roberto Floreani. Composizioni astratte
Dopo la partecipazione alla Biennale Internazionale di Venezia nel 2009 e la mostra personale al MAGA di Gallarate del 2010, Roberto Floreani espone a Palazzo dei Panni, seicentesco edificio nel cuore di Arco, sede della Galleria Civica G. Segantini. La mostra, curata da Giovanna Nicoletti, raccoglie in un suggestivo percorso espositivo quasi una trentina di opere di grandi dimensioni che tratteggiano la ricerca dell’artista a partire dalla fine degli anni novanta. Considerato uno degli artisti di riferimento della sua generazione, Roberto Floreani nasce nel 1956 a Venezia, egli utilizza un linguaggio espressivo che combina progettualità e originalità descritte nelle forme di sagome geometriche che si intrecciano e si allargano sulle superfici materiche. La pittura di Roberto Floreani “ripensa” una pratica pittorica creando un universo spirituale dove il segno descrive, al di là della rappresentazione, un possibile territorio di confronto. Dalle stesure ricorrenti degli impasti di colore nascono superfici dove le forme si saldano una sull’altra. Il profilo quasi calligrafico di elementi circolari, tratti ora dalla geometria ora dalla natura, che affiora da questi fondali, rimanda a linguaggi che appartengono a culture diverse. Sono tracce di flussi costanti che coniugano generosamente esperienze occidentali con quelle orientali – Roberto Floreani è infatti un esperto cultore di arti marziali. Il gesto del dipingere si ripete per accumulazioni e sottrazioni tracciando una sorta di mappatura, come se fosse possibile rendere visibile l’intensità di un mantra attraverso l’intricato disegno di un ordito prezioso. Nel percorso di Floreani c’è una forte attenzione alla dimensione cosmica, al Tutto: uno sdoppiamento quasi specchiante e riflettente dell’immagine, un perpetuo procedere per sequenze mobili, apparentemente semplici, fortemente in divenire grazie ad un affioramento di energia che sembra far palpitare il pigmento, evidenziando la possibilità del colore di trattenere, anche solo immaterialmente, la luce che scivola tra le forme caleidoscopiche. Roberto Floreani, (Venezia, 1956) ha tenuto importanti mostre personali sia in Italia che all’estero. “Roberto Floreani. Composizioni astratte” MAG Museo Alto Garda, ARCO (Trento), Palazzo dei Panni, Galleria Civica G. Segantini, Via Segantini 9. Dal 4 febbraio al 10 giugno 2012. Mostra promossa dal MAG, a cura di Giovanna Nicoletti. Ingresso libero.
Tel. 0464 583653.
Incanti di terre lontane a Reggio Emilia
All’inizio fu l’Oriente vicino, l’esotismo e la seduzione degli hammam e degli harem, le palme, i minareti ma anche i deserti popolati di beduini e cammelli, o colori delle città del Magreb. Poi lo sguardo degli artisti migrò ancora più ad Oriente, verso quelle culture e quelle atmosfere dell’estremo oriente altrettanto esotiche e forse ancora più incantevoli. Ed è su questo lontano Oriente, lo stesso che diviene popolare grazie ai romanzi d’avventura popolati da tigri o dal fumo conturbante dell’oppio, lo stesso che ammaliò tutta Europa grazie alle delicate armonie dei racconti e delle incisioni giapponesi, che si sofferma la grande mostra che Palazzo Magnani, a Reggio Emilia, promuove con il titolo “Incanti di terre lontane, Hayez, Fontanesi e la pittura italiana tra otto e novecento”. Un titolo articolato per dar conto delle diverse anime che danno vita a questa affascinante esposizione. I due protagonisti innanzitutto, Hayez e Fontanesi. L’Oriente del primo è quello vicino, mediterraneo, non direttamente vissuto ma sapientemente evocato. Quello del secondo, invece, è l’Oriente estremo, o almeno un lembo di esso, il lontano Giappone, regno che lo ospitò a lungo, onorandolo, e che lui a sua volta volle onorare. Intorno ai due, i molti altri che lungo gran parte di questo secolo, l’Ottocento appunto, hanno descritto gli incanti, le malie di terre ai più ignote e per questo ancora più affascinanti. Un centinaio di opere degli Orientalisti italiani, con molte novità. A partire dalla presenza, straordinaria di alcuni dei più importanti dipinti di Francesco Hayez. A Palazzo Magnani si potranno ammirare l’Odalisca della Pinacoteca di Brera, la Ruth delle Collezioni Comunali di Bologna e Un’odalisca alla finestra di un Harem di una nota collezione privata. La mostra dà conto della ventata d’Oriente che suggestionò la pittura italiana nel secondo ‘800 riconoscendo come punto d’avvio, non unico ma certo particolarmente importante, Francesco Hayez. Da Parma, prima Alberto Pasini e poi Roberto Guastalla, il “Pellegrino del sole”, percorsero carovaniere e città per raccontare questi altri mondi. Il secondo lo fece portandosi dietro, oltre a tavolozza, cavalletto e pennelli, anche uno strumento nuovo, la macchina fotografica. Da Firenze partì alla volta dell’Egitto Stefano Ussi che subito dopo l’apertura del Canale di Suez, lavorò per il Pascià prima di trasferirsi in Marocco. Dal 4 febbraio al 29 aprile. Catalogo Silvana editoriale.
Per la prima volta in Italia una mostra che unisce arte e scienza sul tema della pelle. “PELLE DI DONNA. Identità e bellezza fra arte e scienza” a cura di Pietro Bellasi e Martina Mazzotta, è esposta alla Triennale di Milano fino al 19 febbraio. La rassegna nasce da un progetto della Fondazione Antonio Mazzotta, da anni protagonista di successo nel mondo dell’arte, con Boots Laboratories, marchio-icona del benessere distribuito in Italia da P&G. Attraverso una ricca selezione di opere d’arte – antica, moderna e contemporanea – documenti, oggetti antichi, il visitatore compie un percorso affascinante di esplorazione che lo conduce a un laboratorio scientifico. Ampio spazio è dato agli artisti moderni e contemporanei che utilizzano i linguaggi più diversi, dalla pittura alla scultura, dal concettuale alle nuove tecnologie, fino al cinema sperimentale, anche con interventi site specific. Tra gli artisti in mostra: Giacomo Balla, Franz von Bayros, Vanessa Beecroft, Adriana Bisi Fabbri, Andrea Chisesi. Giuliana Cuneaz, Gillo Dorfles, Marcel Duchamp, Lucio Fontana, Grazia Gabbini, Omar Galliani, Robert Gligorov, Abel Herrero, Roy Lichtenstein, Luigi Maio, Lazhar Mansouri, Piero Manzoni, Alberto Martini, Francesco Merletti, Bruno Munari, Giuseppe Penone, Marinella Pirelli, Pietro Pirelli, Karl Pranti, Man Ray, Odilon Redon, Auguste Rodin, Omar Ronda, Mimmo Rotella, Maia Sambonet, Alberto Savinio, Andreas Serrano, Henri de Toulouse-Lautrec, Andy Warhol, Tom Wesselmann. La mostra è strutturata in un percorso di sei sezioni che affrontano in termini transdisciplinari il tema della pelle, della bellezza e dell’identità femminile ed è accompagnata dalla presenza costante di interventi di arte contemporanea. Introduce il tutto un gioco di corrispondenze tra macro e microcosmo, tra immagini della superficie di astri e pianeti e immagini dell’epidermide vista al microscopio. Tra le testimonianze più recenti sul tema, spiccano le opere di Giuliana Cuneaz, con l’imponente “Corpus in Fabula” (1996), di Robert Gligorov, Abel Herrero, Andreas Serrano, Yoshie Nishkawa. Non mancano i riferimenti all’ambito letterario, come l’opera di Luigi Maio “La crema di Azazello” (da Il Maestro e Margherita” di Bulgakov), realizzata per l’occasione. Accompagna la mostra un catalogo pubblicato dalle Edizioni Gabriele Mazzotta con testi critici in italiano e inglese di Pietro Bellasi e Martina Mazzotta e le schede degli specialisti dei vari settori.
Gian Giacomo Poldi Pezzoli
L’esposizione Gian Giacomo Poldi Pezzoli. L’uomo e il collezionista del Risorgimento, in programma fino al 13 febbraio 2012, racconta le vicende dell’Indipendenza e dell’Unità d’Italia attraverso gli occhi, le esperienze e la collezione di opere d’arte di questo protagonista milanese d’eccezione. “La partecipazione di Gian Giacomo Poldi Pezzoli alla nascente nazione italiana – dichiara Annalisa Zanni, direttore del Museo – si tradusse per lui nel sostegno all’arte contemporanea, all’artigianato artistico e alla tutela del patrimonio lombardo, per concludersi con la donazione della propria casa – museo a uso e beneficio pubblico nel 1881”. La mostra, a cura di Lavinia Galli e Fernando Mazzocca, è stata preceduta da una lunga ricerca d’archivio e ricostruisce le vicnde biografiche e artistiche di Poldi Pezzoli, puntando l’attenzione sul suo impegno civico. Il giovane nobiluomo ebbe infatti un ruolo politico nel corso delle Cinque Giornate di Milano, sostenendo economicamente il Governo Provvisorio e infine pagando con l’esilio in Svizzera e la confisca dei beni il suo coinvolgimento. Le trenta opere esposte fanno luce sulla cultura artistica italiana nel “decennio di preparazione” all’Unità quando letteratura, teatro e arte concorrono a promuovere una silenziosa opposizione agli stranieri eleggendo il Medioevo e l’Italia comunale trecentesca a metafora di un’Italia libera. L’esposizione in particolare si focalizza sulla genesi delle prime due stanze realizzate tra il 1846 e il 1856 per la casa museo Poldi Pezzoli, l’Armeria e lo Studiolo dantesco e sulla relativa valenza patriottica. Museo Poldi Pezzoli via Manzoni 12 Milano.
Antonio e Felice Beato e Adolfo Farsari fotografi veneti
Raccontano il mondo quando la fotografia era ancora sperimentale, furono protagonisti della nascita del fotogiornalismo e del reportage. Fecero scoprire il Giappone, e le meraviglie dell’Egitto, agli Europei, portarono la fotografia nelle terre d’oriente, partendo dal Veneto. Loro sono Antonio e Felice Beato, due fratelli greco-veneziani e Adolfo Farsari, vicentino. Una mostra, dall’emblematico titolo “East Zone”, per la prima volta documenta in modo esteso la loro arte. Raccontando anche uno scambio culturale tra l’est italiano e il lontano Oriente, scambio nei due sensi dato che i tre fotografi veneti influenzarono la storia della fotografia in Giappone ma dal questo e dagli altri Paesi visitati trassero la elementi che influenzarono la loro maniera di “fare fotografia”. Da segnalare come la mostra proponga accanto alle immagini dei tre protagonisti, una carrellata di foto di confronto, a dar conto di come queste terre lontane seppero calamitare, affascinare fotografi di diverse provenienze. Ad ospitare la mostra fino al primo aprile è Villa Contarini, la reggia delle Ville Venete, oggi proprietà della Regione Veneto, a Piazzola sul Brenta, vicino a Padova. La mostra è curata da Magda di Siena e promossa da Regione del Veneto, Photosophia e Immobiliare Marco Polo, società regionale di gestione di Villa Contarini. Felice Beato, viene avvicinato alla fotografia dal fotografo della Zecca Ottomana James Robertson, affiancandolo nel suo lavoro a Costantinopoli. A loro si unisce il fratello Felice e prendono vita le grandi spedizioni fotografiche: Malta (nel 1854-1856), in Grecia e Gerusalemme (1857). Scoppia la Guerra di Crimea e Felice, con Robertson, crea reportage di guerra che fanno il giro del mondo e contribuiscono non poco a orientare l’opinione pubblica inglese ma non solo. E’ il primo esempio di grande fotogiornalismo di guerra. Felice Beato è poi in Cina, ancora al seguito dell’esercito inglese stavolta impegnato nella Guerra dell’Oppio. Negli anni ’60 i tre fotografi si dividono. Antonio si trasferisce in Egitto, mentre Felice è in Inghilterra. Nel 1863 si trova già in Yokohama, in Giappone, in società con Charles Wirgman, un illustratore giornalista che Beato aveva già incontrato ai tempi della Cina e col quale aveva viaggiato a lungo. Le fotografie giapponesi di Beato rivestono particolare importanza documentaria in quanto riprese in anni in cui l’accesso degli stranieri era decisamente avversato. Il suo corposo archivio di negativi nel 1866 viene distrutto dal grande incendio di Yokohama. Per quasi due anni impegnato a ricostruire un adeguato fondo di immagini, che pubblicherà negli anni successivi in due diversi volumi, “Native Types” e “Views of Japan”, oggi conservati presso il Victoria and Albert Museum a Londra. Nel 1871 è il fotografo ufficiale di una spedizione navale statunitense in Corea e nel 1873 viene nominato Console Generale per la Grecia in Giappone. Nel 1884 lascia il Giappone e si reca in Egitto, fotografo ufficiale di una spedizione diretta in Sudan, a Khartoum, in soccorso del generale Charles George Gordon. Torna in Inghilterra, ma già nel 1888 lo troviamo in Birmania. Proprio in quell’anno a Yokohama muore Robertson, Felice Beato continua la sua attività e le ultime notizie di questo stravagante ed avventuroso personaggio si ritrovano nel 1907, quando la sua compagnia “F. Beato Ltd” viene liquidata. Anche le ultime notizie di Antonio risalgono a quegli anni, un documento, infatti, riporta l’annuncio di vendita del suo studio fotografico, emesso dalla vedova Beato a Luxor nel 1906. Tel. 049.8778272.
Un Munch inedito a Brema
Brema e la Bassa Sassonia hanno appena inaugurato una stagione di grandi mostre d’arte. Alla Kunsthalle di Brema, riaperta a ottobre dopo due anni di lavori di ampliamento, fino al prossimo 26 febbraio si può ammirare un’ampia selezione di opere del pittore espressionista norvegese Edvard Munch. In mostra 40 disegni e stampe e 36 quadri dell’artista, tra cui in’autentica curiosità: è l’opera “La madre morta e la bambina” (1899), dietro alla quale un’analisi ai raggi X nel 2005 ha fatto affiorare una tela precedente di cui era sconosciuta l’esistenza. Si tratta della “Ragazza e tre teste maschili”, un dipinto dai connotati grotteschi di forte impatto. Una volta staccata da quella sovrapposta, la tela è stata restaurata con cura e ora accende la curiosità dei critici e appassionati d’arte. La visita della mostra “Munch – il mistero delle tele” può essere abbinata a quella di un’altra rassegna artistica di grande pregio in calendario nella vicina città di Oldenburg. Qui fino al 19 febbraio l’Horst-Janssen-Museum espone alcuni cicli grafici di Max Klinger intitolati “Il dramma di donne e uomini”. Precursore del surrealismo, Klinger ha ispirato generazioni di artisti di fine Ottocento, tra cui anche il giovane Munch. www.kunsthalle-bremen.de
Caravaggio, Courbet, Giacometti, Bacon. Testori e la grande pittura europea
La mostra, realizzata grazie al generoso sostegno della Fondazione Cassa di Risparmio di Ravenna, si inserisce nella programmazione del museo dopo le vaste rassegne dedicate ai Preraffaelliti (2010), in collaborazione con l’Ashmolean Museum di Oxford, e Arte in Italia nel secondo dopoguerra (2011), sarà curata da Claudio Spadoni e sarà inaugurata il prossimo 11 febbraio per proseguire fino al 17 giugno 2012. Per l’occasione, oltre alla fondamentale collaborazione della Compagnia del Disegno di Milano e dell’Associazione Testori, è stato costituito un prestigioso Comitato Scientifico composto da Andrea Emilani, già direttore della Pinacoteca di Bologna, Mina Gregori, Presidente della Fondazione di Studi di Storia dell’Arte Roberto Longhi, Antonio Paolucci, Direttore dei Musei Vaticani, Ezio Raimondi, già Presidente dell’Istituto per i Beni Culturali, Alain Toubas e Claudio Spadoni. Figura complessa – pittore, drammaturgo, giornalista e storico e critico d’arte – Giovanni Testori si è distinto per il coraggio di scegliere strade anche impervie perché distanti da quelle “maestre” dell’Ufficialità. Il suo sguardo sulla pittura e realtà, intesa nella sua epidermica evidenza, mostra tutta la miseria e lo splendore della vita. La preferenza verso temi protesi all’esaltazione delle domande ultime – le Erodiadi o le teste del Battista del Cairo, le Crocifissioni di Gaudenzio e del Sacro Monte di Varallo, le figure di Tanzio al pari di quelle di Bacon o Giacometti – ne segnalano la personalità eccentrica, il coraggio dei risvolti più scabrosi, l’affermazione prepotente e tutta organica, e dunque corruttibile, senza carne. Il percorso della mostra si articolerà in diverse sezioni dedicate ai vari periodi della storia dell’arte studiati dal critico milanese e agli artisti da lui amati, a partire dai suoi primi scritti su Manzù, Matisse, Morlotti, poi i francesi Coubert e Géricault; dagli approfondimenti e le riscoperte sulla linea della pittura di realtà in Lombardia del ‘500 (Gaudenzio Ferrari, Foppa, Savoldo, Romanino, Moretto) e del ‘600 (Moroni, Ceresa, Fra Galgario, Ceruti), i “manieristi” lombardo piemontesi (Cerano, Morazzone, Tanzio da Varallo, Daniele Crespi, Cairo,) accompagnati da Caravaggio, sua grande passione dichiarata, passando attraverso l’attenzione a figure della Nuova Oggettività (Dix, Grosz, Radzwill) Nuovi Selvaggi (Fetting, Hodicke, Zimmer, Salomè) e Nuovi Ordinatori (Albert, Chevalier, Schindler, Merkens) e artisti come Bacon, Giacometti, Sutherland, Sironi, Guttuso, Gruber, Marini, Vacchi, Varlin, Jardiel, Vallorz, Rainer – per citare alcuni nomi – per giungere fino a Cucchi e Paladino. Di ognuno di questi artisti saranno esposte diverse opere, in alcuni casi quelle stesse scelte e possedute da Testori. La rassegna presenterà anche un omaggio Testori con selezione di ritratti fra i tanti eseguiti da diversi pittori per lo studioso. Catalogo Silvana editoriale. Sede: Museo d’Arte della città di Ravenna. info@museocitta.ra.it
Il Divisionismo. La luce del moderno a Rovigo
E’ stata una delle più emozionanti stagioni dell’arte italiana negli ultimi secoli e ora, finalmente, una grande mostra la ripropone, con un taglio nuovo e con una scelta perfetta di opere. “Il Divisionismo. La luce del moderno”, che si svolgerà a Rovigo, a Palazzo Roverella dal 25 febbraio al 23 giugno 2012, sarà sicuramente tra i più importanti eventi espositivi italiani del prossimo anno. A promuoverla sono la Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo con il Comune di Rovigo e L’Accademia dei Concordi. Il periodo che questa mostra illumina è quello tra il 1890 e l’indomani della Grande Guerra. Negli anni in cui in Francia Signac e Seraut “punteggiano” il Neo Impressionismo, anche in Italia diversi artisti si confrontano con l’uso “diviso” dei colori complementari. E lo fanno con assoluta originalità. E’, come afferma il sottotitolo della mostra, la luce del moderno che essi così magistralmente creano e interpretano. Sono sperimentazioni che consentono agli artisti che si affacciano alle soglie del Novecento di affrontare con tecnica spesso audace e coraggiosa le tematiche del nuovo secolo, dal mutato rapporto con la realtà agreste all’evoluzione della città moderna, dalle scoperte scientifiche agli incombenti conflitti sociali. E’ la prima effettiva cesura rispetto agli stili del passato, prima delle avanguardie. Nel Divisionismo italiano i puntini e le barrette colorate dei francesi diventano filamenti frastagliati che invece di accostarsi spesso si sovrappongono. Ma ciò che è veramente diverso è lo spirito: qui la nuova tecnica pittorica aiuta a rappresentare, meglio di altre, l’intimità, l’allegria, lo spiritualismo, il simbolismo, l’ideologia anche politica. Ovvero i sentimenti, le passioni, le istanze che univano quella generazione di artisti. Pittura di luce, colore ma anche e soprattutto pittura di emozioni, quindi. L’indagine che Francesca Cagianelli e Dario Matteoni proporranno a Palazzo Roverella rilegge la storia di questo momento magico dell’arte italiana. Valorizzando figure come quella di Vittore Grubicy de Dragon e il suo Divisionismo fatto di musica e di ricerca scientifica. Poi Plinio Novellini, icona del Divisionismo tra Toscana e Liguria, prototipo di quelle diverse dimensioni territoriali che sono forse la maggiore ricchezza del movimento e che questa mostra mette, per la prima volta, in giusta evidenza. Poi i grandissimi: Previati, Segantini, Morbelli, Pelizza da Volpedo. E ancora il ricordo della storica Sala Divisionista della Biennale del 1914. Per giungere alla straordinaria stagione divisionista di artisti come Giacomo Balla, Umberto Boccioni, Gino Severini, Carlo Carrà e alla Secessione Romana. Ultimi, emozionanti bagliori di una vicenda artistica che va a concludersi, per sfociare nel rivoluzionario “nuovo” del Futurismo. Ed è l’avvio di un’altra grande storia tutta italiana.
Info: tel. 0425.460093. info@palazzoroverella.com.
Cézanne. Les atéliers du Midi a Palazzo Reale di Milano
La mostra che si è aperta a Palazzo Reale, vuole essere un omaggio al grande maestro originario di Aix-en-Provence e alla sua straordinaria e personalissima maniera pittorica che, poco compresa e molto osteggiata durante la sua vita, tanta influenza ebbe invece sugli artisti dei movimenti successivi come il Cubismo e il Surrealismo. Un grandissimo pittore, tenace e solitario, inventore di un linguaggio unico e fortemente riconoscibile, frutto di una disciplina ferrea, di una eccezionale intelligenza visiva, di un metodo studiato e ristudiato che ha per scopo la trasfigurazione della visione oggettiva in una pittura armonica ed essenziale. L’esposizione, promossa dall’Assessorato alla Cultura Comune di Milano e prodotta da Palazzo Reale e Skira, che ha curato ogni aspetto della progettazione e organizzazione della mostra, è sostenuta dal supporto straordinario del Musée d’Orsay che assicura un eccezionale gruppo di prestiti. La curatela è di Rudy Chiappini con la collaborazione di Denis Coutagne e di un Comitato Scientifico comprendente Philippe Cézanne, pronipote dell’artista e Guy Cogeval Direttore del Musée d’Orsay. La mostra presenta circa quaranta opere, provenienti da grandi musei internazionali, tra i quali figurano, oltre al già citato Musée d’Orsay, il Musée de l’Orangerie, il Petit Palais, la Tate, l’Hermitage, la National Gallery di Washington, il Musée Granet di Aix-en-Provence, l’Ateneum Art Museum di Helsinki, il Chrysler Museum of Art di Norkolk, il Princeton University Art Museum. Il tema portante dell’esposizione riguarda l’attività di Cézanne in Provenza, con perno ad Aix e nei celebri atéliers – a cominciare da quello di Jas de Bouffan, la casa di campagna paterna, e poi Lauves e quello degli ultimi anni, ma anche i luoghi a lui cari come l’Estaque, Gardanne, Bellevue, Château Noir, Bibémus, dove l’artista realizza moltissime sue opere. La sua è una produzione che si divide tra l’attività en plein air o, come amava ripetere, sur le motif, e lavori in studio, dove crea soprattutto i ritratti o le nature morte, ma dove in realtà spesso rielabora, rifinisce, sviluppa i temi cominciati all’aperto. Si tratta dunque di un’occasione privilegiata per avvicinarsi all’opera di Cézanne e il percorso della mostra segue la biografia dell’artista, intrecciandone però le tematiche più care e congeniali, dalle prime opere realizzate attorno al 1860, nel solco della tradizione artistica dell’epoca, passando per i magnifici e inarrivabili ritratti di amici, familiari, gente comune, arrivando ai paesaggi, dapprima vicini agli esiti impressionisti, poi superati in una visione più concreta e formalmente definita, incontrando le celebri nature morte, dove il maestro porta all’estremo la sua ricerca di essenzialità e la sintesi tra colore e volume, sino agli ultimi straordinari dipinti degli inizi del Novecento. Termine dell’esposizione 26 febbraio 2012.
Enzo Cucchi al Marca di Catanzaro
Enzo Cucchi è il protagonista della nuova stagione espositiva al MARCA di Catanzaro. L’artista, tra le personalità più note in ambito internazionale, ha realizzato per il museo di Catanzaro un progetto del tutto inedito con oltre 50 opere fra dipinti, sculture e ceramiche degli ultimi tre anni che, all’interno di una narrazione polisemica, superano ogni distinzione di genere. La mostra, a cura di Achille Bonito Oliva e Alberto Fiz è stata inaugurata il 17 dicembre per rimanere aperta sino al 1° aprile 2012 ed è promossa dalla Provincia di Catanzaro – Assessorato alla Cultura con il patrocinio della Regione Calabria, del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, della Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici della Calabria e della Fondazione Rotella. L’iniziativa è accompagnata da un catalogo edito da Prearo con i saggi dei due curatori e una sezione dedicata all’allestimento del progetto al MARCA. L’esposizione dedicata a Enzo Cucchi rientra nel progetto sulla Transavanguardia italiana ideato e coordinato da Bonito Oliva in occasione del 150° anniversario dell’Unità d’Italia che prevede il coinvolgimento del MARCA insieme ad altre importanti istituzioni. Accanto alla rassegna storica sulla Transavanguardia italiana a Palazzo Reale di Milano, vengono organizzate le personali dei cinque artisti che hanno dato vita al movimento con Sandro Chia all’ex Foro Boario di Modena, Nicola De Maria al centro Pecci di Prato, Mimmo Paladino all’ex Gil di Luigi Moretti a Roma e Francesco Clemente a Palazzo Sant’Elia di Palermo. La presenza di Cucchi al MARCA è stata fortemente voluta da Bonito Oliva e da Alberto Fiz. Proprio il direttore artistico del museo spiega la scelta: “Cucchi non è solo il protagonista di un’esperienza artistica che ha modificato radicalmente il rapporto con l’arte e la cultura superando ogni forma di retorica ideologica, ma è l’artefice di una ricerca dove l’immagine esprime la sua forza tellurica senza mai rinunciare al suo costante bisogno di meravigliare.” Bonito Oliva sottolinea come “la visionarietà” di Cucchi vada incontro ad un percorso nomadico, spesso imprevedibile, fatto di continui sconfinamenti e di disseminazioni di un terreno che coinvolge il sacro e il profano, la componente materiale e quella volatile, immateriale.”
Roberto Floreani. Composizioni astratte
Dopo la partecipazione alla Biennale Internazionale di Venezia nel 2009 e la mostra personale al MAGA di Gallarate del 2010, Roberto Floreani espone a Palazzo dei Panni, seicentesco edificio nel cuore di Arco, sede della Galleria Civica G. Segantini. La mostra, curata da Giovanna Nicoletti, raccoglie in un suggestivo percorso espositivo quasi una trentina di opere di grandi dimensioni che tratteggiano la ricerca dell’artista a partire dalla fine degli anni novanta. Considerato uno degli artisti di riferimento della sua generazione, Roberto Floreani nasce nel 1956 a Venezia, egli utilizza un linguaggio espressivo che combina progettualità e originalità descritte nelle forme di sagome geometriche che si intrecciano e si allargano sulle superfici materiche. La pittura di Roberto Floreani “ripensa” una pratica pittorica creando un universo spirituale dove il segno descrive, al di là della rappresentazione, un possibile territorio di confronto. Dalle stesure ricorrenti degli impasti di colore nascono superfici dove le forme si saldano una sull’altra. Il profilo quasi calligrafico di elementi circolari, tratti ora dalla geometria ora dalla natura, che affiora da questi fondali, rimanda a linguaggi che appartengono a culture diverse. Sono tracce di flussi costanti che coniugano generosamente esperienze occidentali con quelle orientali – Roberto Floreani è infatti un esperto cultore di arti marziali. Il gesto del dipingere si ripete per accumulazioni e sottrazioni tracciando una sorta di mappatura, come se fosse possibile rendere visibile l’intensità di un mantra attraverso l’intricato disegno di un ordito prezioso. Nel percorso di Floreani c’è una forte attenzione alla dimensione cosmica, al Tutto: uno sdoppiamento quasi specchiante e riflettente dell’immagine, un perpetuo procedere per sequenze mobili, apparentemente semplici, fortemente in divenire grazie ad un affioramento di energia che sembra far palpitare il pigmento, evidenziando la possibilità del colore di trattenere, anche solo immaterialmente, la luce che scivola tra le forme caleidoscopiche. Roberto Floreani, (Venezia, 1956) ha tenuto importanti mostre personali sia in Italia che all’estero. “Roberto Floreani. Composizioni astratte” MAG Museo Alto Garda, ARCO (Trento), Palazzo dei Panni, Galleria Civica G. Segantini, Via Segantini 9. Dal 4 febbraio al 10 giugno 2012. Mostra promossa dal MAG, a cura di Giovanna Nicoletti. Ingresso libero.
Tel. 0464 583653.
Incanti di terre lontane a Reggio Emilia
All’inizio fu l’Oriente vicino, l’esotismo e la seduzione degli hammam e degli harem, le palme, i minareti ma anche i deserti popolati di beduini e cammelli, o colori delle città del Magreb. Poi lo sguardo degli artisti migrò ancora più ad Oriente, verso quelle culture e quelle atmosfere dell’estremo oriente altrettanto esotiche e forse ancora più incantevoli. Ed è su questo lontano Oriente, lo stesso che diviene popolare grazie ai romanzi d’avventura popolati da tigri o dal fumo conturbante dell’oppio, lo stesso che ammaliò tutta Europa grazie alle delicate armonie dei racconti e delle incisioni giapponesi, che si sofferma la grande mostra che Palazzo Magnani, a Reggio Emilia, promuove con il titolo “Incanti di terre lontane, Hayez, Fontanesi e la pittura italiana tra otto e novecento”. Un titolo articolato per dar conto delle diverse anime che danno vita a questa affascinante esposizione. I due protagonisti innanzitutto, Hayez e Fontanesi. L’Oriente del primo è quello vicino, mediterraneo, non direttamente vissuto ma sapientemente evocato. Quello del secondo, invece, è l’Oriente estremo, o almeno un lembo di esso, il lontano Giappone, regno che lo ospitò a lungo, onorandolo, e che lui a sua volta volle onorare. Intorno ai due, i molti altri che lungo gran parte di questo secolo, l’Ottocento appunto, hanno descritto gli incanti, le malie di terre ai più ignote e per questo ancora più affascinanti. Un centinaio di opere degli Orientalisti italiani, con molte novità. A partire dalla presenza, straordinaria di alcuni dei più importanti dipinti di Francesco Hayez. A Palazzo Magnani si potranno ammirare l’Odalisca della Pinacoteca di Brera, la Ruth delle Collezioni Comunali di Bologna e Un’odalisca alla finestra di un Harem di una nota collezione privata. La mostra dà conto della ventata d’Oriente che suggestionò la pittura italiana nel secondo ‘800 riconoscendo come punto d’avvio, non unico ma certo particolarmente importante, Francesco Hayez. Da Parma, prima Alberto Pasini e poi Roberto Guastalla, il “Pellegrino del sole”, percorsero carovaniere e città per raccontare questi altri mondi. Il secondo lo fece portandosi dietro, oltre a tavolozza, cavalletto e pennelli, anche uno strumento nuovo, la macchina fotografica. Da Firenze partì alla volta dell’Egitto Stefano Ussi che subito dopo l’apertura del Canale di Suez, lavorò per il Pascià prima di trasferirsi in Marocco. Dal 4 febbraio al 29 aprile. Catalogo Silvana editoriale.
Per informazioni e prenotazioni: tel. 0522 454437 - info@palazzomagnani.it
Galileo Chini. La luce della ceramica
Com’è nella consuetudine delle mostre polesane, in concomitanza con la mostra di dipinti a Palazzo Roverella, il medesimo tema viene indagato sul versante delle arti applicate nella palladiana Villa Badoer. Così, in concomitanza con “Il Divisionismo. La luce del moderno” allestita a Rovigo, in Palazzo Roverella, dal 25 febbraio al 24 giugno 2012, a Villa Badoer saranno in mostra le ceramiche di Galileo Chini. Nella mostra convergeranno, concessi da collezionisti italiani e stranieri, e dalle collezioni delle Manifatture Chini, le più belle ceramiche create dall’artista toscano negli anni che lo videro avvicinarsi al Liberty e alla Secessione Viennese, con un focus proprio sulla importante produzione ispirata dalla tecnica della scomposizione ottica dei colori, quindi del Divisionismo. Grandi pannelli, piccole e meno piccole ceramiche da decoro e da utilizzo domestico riempiranno di vita e colori i rarefatti spazi della cinquecentesca dimora ideata da Andrea Palladio per i patrizi Badoer, in una ambientazione di grande suggestione. L’affinità di Chini con la ceramica è assoluta, data anche la sua provenienza da una famiglia di finissimi ceramisti. Sul finire dell’Ottocento decide di creare, con amici artisti una nuova manifattura di ceramiche secondo i principi dell’Art Nouveau: trasformare gli artisti in artigiani e questi ultimi in artisti. Simbolo della manifattura sarà una melagrana, a coagulare la creatività di tanti in un ambiente colorato e fecondo. Si presenta, con successo, con i suoi vasi e le sue creazioni, alle mostre di Londra del 1898 e di Parigi (1900), Torino (1902). Ovunque il gruppo fiorentino ottiene importanti riconoscimenti, ribaditi nella mostra di San Pietroburgo voluta dalla Zarina Alessandra. Per le Ceramiche di Chini si apre un mercato internazionale, tanto che le si trova in vendita persino da Tiffany a New York. Nel frattempo Chini collabora con l’architetto Michelazzi per la decorazione di facciate e interni liberty a Firenze mentre è del 1909 la realizzazione dei cartoni per la cupola della sede della Biennale a Venezia. Nell’11 si cimenta con le decorazioni della Sala del Trono per lo Scià di Persia, per passare poi a Bangkok per la sua maggiore impresa decorativa: il Palazzo del Re del Siam, che fu un trionfo. Le sue sono ceramiche scintillanti, che ricordano le sete e le arti decorative orientali, senza dimenticare l’arte classica. Così a pavoni, salamandre, rettili si uniscono putti, ghirlande, motivi floreali ma anche disegni astrali e fregi tratti dall’iconografia, amatissima del Siam. Antico e nuovo, occidente classico e oriente esotico, fusi insieme con un gusto ineguagliabile. Si capisce perché le ceramiche di Chini siano state sempre così apprezzate, soprattutto dagli intellettuali e dagli esteti, come Luchino Visconti che di Chini è stato collezionista tra i maggiori. “Le ceramiche di Glielo Chini” Villa Badoer, Fratta Polesine (Ro). Tel. 0425 21530
www.mostradivisionismo.it
Galileo Chini. La luce della ceramica
Com’è nella consuetudine delle mostre polesane, in concomitanza con la mostra di dipinti a Palazzo Roverella, il medesimo tema viene indagato sul versante delle arti applicate nella palladiana Villa Badoer. Così, in concomitanza con “Il Divisionismo. La luce del moderno” allestita a Rovigo, in Palazzo Roverella, dal 25 febbraio al 24 giugno 2012, a Villa Badoer saranno in mostra le ceramiche di Galileo Chini. Nella mostra convergeranno, concessi da collezionisti italiani e stranieri, e dalle collezioni delle Manifatture Chini, le più belle ceramiche create dall’artista toscano negli anni che lo videro avvicinarsi al Liberty e alla Secessione Viennese, con un focus proprio sulla importante produzione ispirata dalla tecnica della scomposizione ottica dei colori, quindi del Divisionismo. Grandi pannelli, piccole e meno piccole ceramiche da decoro e da utilizzo domestico riempiranno di vita e colori i rarefatti spazi della cinquecentesca dimora ideata da Andrea Palladio per i patrizi Badoer, in una ambientazione di grande suggestione. L’affinità di Chini con la ceramica è assoluta, data anche la sua provenienza da una famiglia di finissimi ceramisti. Sul finire dell’Ottocento decide di creare, con amici artisti una nuova manifattura di ceramiche secondo i principi dell’Art Nouveau: trasformare gli artisti in artigiani e questi ultimi in artisti. Simbolo della manifattura sarà una melagrana, a coagulare la creatività di tanti in un ambiente colorato e fecondo. Si presenta, con successo, con i suoi vasi e le sue creazioni, alle mostre di Londra del 1898 e di Parigi (1900), Torino (1902). Ovunque il gruppo fiorentino ottiene importanti riconoscimenti, ribaditi nella mostra di San Pietroburgo voluta dalla Zarina Alessandra. Per le Ceramiche di Chini si apre un mercato internazionale, tanto che le si trova in vendita persino da Tiffany a New York. Nel frattempo Chini collabora con l’architetto Michelazzi per la decorazione di facciate e interni liberty a Firenze mentre è del 1909 la realizzazione dei cartoni per la cupola della sede della Biennale a Venezia. Nell’11 si cimenta con le decorazioni della Sala del Trono per lo Scià di Persia, per passare poi a Bangkok per la sua maggiore impresa decorativa: il Palazzo del Re del Siam, che fu un trionfo. Le sue sono ceramiche scintillanti, che ricordano le sete e le arti decorative orientali, senza dimenticare l’arte classica. Così a pavoni, salamandre, rettili si uniscono putti, ghirlande, motivi floreali ma anche disegni astrali e fregi tratti dall’iconografia, amatissima del Siam. Antico e nuovo, occidente classico e oriente esotico, fusi insieme con un gusto ineguagliabile. Si capisce perché le ceramiche di Chini siano state sempre così apprezzate, soprattutto dagli intellettuali e dagli esteti, come Luchino Visconti che di Chini è stato collezionista tra i maggiori. “Le ceramiche di Glielo Chini” Villa Badoer, Fratta Polesine (Ro). Tel. 0425 21530
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TEATRI E SPETTACOLI
Teatro Nuovo
Dal 7 al 19 febbraio è di scena MASSIMO LOPEZ in VARIE ETA’ di Massimo Lopez e Alessandro Lopez. One Man Show con Band dal vivo – regia di Massimo Lopez.
Un viaggio in varie-età che hanno lasciato tracce indelebili nel tempo, rivisitate in un repertorio musicale dove il jazz e lo swing, nel quale Massimo Lopez veste bene le caratteristiche di cantante crooner, si fondono in una gradevolissima sequenza di evergreen americani ed italiani dagli anni ’30 ai giorni nostri eseguiti con l’accompagnamento della Big Band Jazz Company ed i pregevoli arrangiamenti del Maestro Gabriele Comeglio che da molti anni affianca l’artista nelle sue scelte musicali. Uno spettacolo scritto dai due fratelli Lopez, Alessandro e Massimo, un binomio indissolubile e collaudato per evidenziare ancora una volta in questa nuova produzione teatrale le straordinarie doti canore di Massimo Lopez in un nuovo repertorio di canzoni, la simpatia, l’eleganza e la comicità. Alcune pagine “amarcord” interpretate in estemporanei colpi di scena evocheranno varie-età del cinema, della radio e della televisione. Tra gli ingredienti fondamentali per completare questo Massimo Lopez Show non mancheranno divertenti monologhi ed imitazioni, con scorci di attualità.
Dal 21 al 26 febbraio AB Management e LSD presentano “LILLO & GREG” IN l’UOMO CHE NON CAPIVA TROPPO Nuova commedia scritta da Claudio Greg Gregori. Con Francesca Ceci, Danilo De Santis, Vania Della Bidia, Marco Fiorini – musiche Claudio “Greg” Gregori e Attilio Di Giovanni – costumi Mara & Marina – scenografia Giampaolo Fedeli e Marco Papalia. Regia Mauro Mandolini.
Teatro Manzoni
Fenice – Tiven Group presentano GIANFRANCO JANNUZZO in “CERCASI TENORE” di Ken Ludwig – traduzione Lilla Picciotto. Con Milena Miconi e Federico Pacifici, Claudia Coli, Tiziana Bagatella, Fabrizio Apolloni, Rodolfo Medina, Stefania Papirio – scene Nicola Rubertelli – costumi Dora Argento – musiche Luciano Francisci – regia Giancarlo Zanetti. Dal 7 al 26 febbraio.
Lend me a Tenor” ovvero “Cercasi Tenore” va in scena per la prima volta a Londra nel 1986 e diventa subito un cult della comicità rivelandosi come una delle commedie più esilaranti degli ultimi tempi. Una commedia in cui i continui colpi di scena e le situazioni comiche sono la base di un importante successo che, tradotto in sedici lingue, collezione ben due anni di repliche a New York. Siamo negli anni Trenta e la vicenda ruota attorno a Max, aspirante ed incerto cantante lirico che in qualità di assistente affianca il direttore senza scrupoli di un teatro d’opera di provincia. Grandi fermenti agitano gli animi dei protagonisti per l’arrivo di un tenore spagnolo di rara bravura, tanto da essere soprannominato “il magnifico”, che interpreterà Otello. Cosa accade però quando a poche ore dallo spettacolo il grande artista soccombe ad un potente mix di alcool e sedativi? Tutto precipita in un esilarante vortice di fraintendimenti, scambi di persona, doppi sensi mal interpretati, vulcaniche gags che strappano allo spettatore risate a non finire. Gianfranco Jannuzzo, attore di grandissimo talento, raffinato ed elegante nella sua naturale ironia siciliana, dall’instancabile professionalità che gli ha assicurato un ruolo primario nell’affetto del pubblico, nella sua felice carriera è stato protagonista di grandissimi successi su tutti i palcoscenici italiani. Sarà lui, affiancato da un cast di sette attori di indubbia bravura a ricoprire la grande generosità che lo contraddistingue il ruolo di Max, speranzoso e agitato “tuttofare”.
Teatro Carcano
Compagnia del Teatro Carcano – Marina Bonfigli, Antonio Salinea, Virgilio Zernitz, Massimo Loreto presenta “LA BOTTEGA DEL CAFFE’” di Carlo Goldoni – Scene e costumi di Guido Fiorato – Musiche di Giancarlo Chiaramello – Regia di Giuseppe Emiliani. Dall’8 al 19 febbraio. Dopo il debutto a febbraio 2011 al Teatro Comunale di Treviso, La bottega del caffè ha affrontato una tournée che ha toccato, tra le altre città, Firenze, Trento, Brindisi, Bolzano, Brescia, la Spezia, Milano, Pavia e verrà ripresa nella seconda parte di questa stagione. Punti di forza di questo allestimento, la regia – rigorosa e, nel contempo, discreta – di un esperto goldoniano come Giuseppe Emiliani; la recitazione dell’affiatata compagnia, con una menzione speciale per Antonio Salines, un Don Marzio campione di maldicenza e pettegolezzo; le scene di Guido Fiorato ispirate a quelle create dal suo maestro Emanuele Luzzati, per l’indimenticata edizione del 1989 al Teatro Romano di Verona, protagonista Giulio Bosetti per la regia di Gianfranco De Bosio. Protagonista della commedia è l’occhialetto, diabolico strumento, col quale Don Marzio, seduto al caffè, spia indiscretamente tutto e tutti, sforzandosi di vedere anche quello che affettivamente non è. Ciò che caratterizza questo capolavoro goldoniano è l’estrema concretezza con cui sono fuse l’evocazione dello sfondo ambientale, il dipanarsi dell’intreccio imperniato su pettegolezzi, manie, stravaganze, imbrogli e finzioni, e il disegno geniale d’un carattere, quello di Don Marzio, prototipo di quei frequentatori di caffè che sanno di questo e di quello, che raccolgono notizie dalla voce degli altri e delle gazzette per farsene portavoce, senza la cura di controllarle e di verificarne la fondatezza, mescolando verità e invenzione (…) La geniale costruzione drammaturgica della commedia lascia allo spettatore la sensazione di osservare i casi dell’esistenza attraverso l’occhialetto diabolico di un maldicente che, in fondo, è l’unico a vedere, a suo modo, il mondo ipocrita che lo circonda: un mondo dominato e corrotto dal denaro, una Venezia inquieta dove accanto a uomini dabbene si muovono altri che dilapidano le proprie sostanze in preda al demone del gioco, altri che si lasciano dissanguare da bari e usurai, altri, ancora, che si abbandonano a tresche a buon mercato. (…) C’è una lucidità di analisi in Don Marzio. Egli è miope, guarda le cose e le persone con l’occhio della mente, esagera e deforma, ma non di molto.
Dalle note di regia di Giuseppe Emiliani
Teatro Martinitt
La Bilancia Produzioni presenta dal 26 gennaio al 12 febbraio 2012 (gio-ven-sab-dom.) SO TUTTO SULLE DONNE scritto e diretto da Marco Falaguasta. Con Marco Falaguasta, Piero Scornavacchi, Marco Fiorini, Danilo De Santis, Shara Guandalini, Vasco Montez.
Sedici anni fa iniziava quella che poi sarebbe stata l’entusiasmante avventura di “Bona la prima”, la mia compagnia e iniziava proprio con “So tutto sulle donne” la mia prima commedia. Il titolo raccontava abbastanza, tre ragazzi, allora ventenni, trascorrevano un intero pomeriggio a dibattere, a confrontarsi e fantasticare sul loro argomento preferito: le donne! All’epoca si parlava di aspettative e speranze! Ho voluto scrivere il sequel di quella storia che tanta fortuna ci ha portato per provare a vedere se dopo tutti questi anni potessi parlare, non più in termini di aspettative ma di certezze. Ho addirittura pensato di intitolarla “Adesso so veramente tutto sulle donne”. Ma poi dopo poche pagine di storia ha capito che anche oggi, per altre ragioni, per altre vie, di donne ne so poco, anche perché altrimenti sarebbe finito il divertimento. Perché il bello di ogni donna sta nell’avvincente rischio che rappresenta per l’uomo! Per dare a tutta la storia un ulteriore sapore di verità, per portare sul palco le nostre autentiche paure, insicurezza e anche le nostre goffe esperienze di uomini, per dare continuità ho deciso di chiamare i personaggi con i nomi reali degli attori, come accadeva nella prima edizione. Piero sta vivendo un delicato momento sentimentale. La sua testa è sempre li a quella lei che non lo fa stare un attimo tranquillo. Marco, Fiorini e Danilo, i suoi amici, trascorrono la nottata insieme a lui a consigliarlo a incoraggiarlo, a sostenerlo. Quella nottata diventa un’occasione per confrontare le reciproche esperienze, le gioie e le sconfitte che il gentil sesso ha rappresentato o rappresenta per ognuno di loro, per parlare di coppie di fatto, coppie aperte, eterosessuali, omosessuali e tutte le altre esasperate definizioni figlie dei nostri tempi che non fanno altro che aumentare la confusione! Alla fine arrivano ad una conclusione della quale sembrano convintissimi:” …se quando nasci, sei previsto come accoppiato, allora prima o poi la tua anima gemella la trovi, se invece sei spaiato…”E noi siamo spaiati secondo te?” “Spaiatissimi!”. Ma quando poi meno te lo aspetti la vita ci dimostra che senza l’emozione dell’amore, della conquista, non sappiamo proprio stare! Per noi questa commedia è stata una piacevole ed esilarante occasione per ritornare indietro nel tempo alla nostra leggerezza giovanile, per voi tutti spero sia l’occasione per trascorrere una divertente serata… tra amici!
Via Pitteri, 58 Milano. Telefono 02.36580010 - www.teatromartinitt.it
Teatro Smeraldo
Teatro Eliseo/Compagnia Gank in collaborazione con Gloriababbi Teatro presentano Dal 14 al 19 febbraio Riccardo Scamarcio e Deniz Ozdogan in “ROMEO E GIULIETTA” di William Shakespeare – traduzione e adattamento di Fausto Paravidino e Valerio Binasco. Con Antonio Zavatteri, Filippo Dini, Andrea Di Casa, Simone Luglio, Gianmaria Martini, Fulvio Pepe, Giampiero Rappa, Nicoletta Robello, Roberto Turchetta, e con Milvia Marigliano – regista collaboratore Nicoletta Robello, regia Valerio Binasco. “E’ quasi tutto troppo con Shakespeare. E “Romeo e Giulietta” ha persino un troppo in più. E’ un’opera così famosa che è impossibile sfuggire al già “visto. In più mi accorgo che del testo mi piacciono soprattutto cose marginali: i personaggi secondari, il tono da commedia, il provincialismo italiano…Insomma, la cosa che più mi attira in “Romeo e Giulietta” è la crudeltà, spesso involontaria ma ancor più spesso consapevole, che nasce dall’imbecillità umana. A parte i due protagonisti, in qualche modo “salvati” dall’innamoramento e dall’innamoramento convertiti al pacifismo, tutti gli altri si muovono minacciosi e vittoriosi verso il domani dell’umanità. Che è il nostro oggi, ahimè. Abbiamo visto tutti che bella carriera hanno fatto e stanno facendo nella storia gli imbecilli violenti e quale pessima gli innamorati pacifisti. Se la morte dei due innamorati doveva servire a placare gli animi, secondi le teorie di René Girard, allora ci troviamo dinnanzi a due capri espiatori. All’epoca di Shakespeare è probabile che lo shock morale della morte di due innocenti fosse sufficiente a fermare un’escalation di stragi.. Oggi non funziona più. I capri ammazzati son capri morti e basta, di espiatorio non si vede nulla. Ma forse anche le famiglie di Romeo e Giulietta si salvano dalla strage reciproca ma non dall’eccidia che fa fermentare il nulla e il vuoto della provincia (le statue d’oro dei figli al termine della tragedia cosa risolvono?).
Valerio Binasco
Teatro San Babila
“Neraonda” presenta dal 7 al 26 febbraio “GRISU’, GIUSEPPE E MARIA” di Gianni Clementi – regia Nicola Pistoia. Con Paolo Triestino – Nicola Pistoia e altri 5 attori. Esilarante commedia nella sagrestia di un paesino napoletano del dopoguerra. Pozzuoli, anno ‘50 dell’Italia povera e appassionata del dopoguerra. In una sagrestia un sacerdote ed il suo sagrestano, sue sorelle nei guai e il fascinoso farmacista del paese, ci riportano in un’atmosfera in cui i sogni erano spesso affidati ad una valigia di cartone, ad una canzone, ad una miniera lontana, ad un pallone.
Dal 7 al 19 febbraio è di scena MASSIMO LOPEZ in VARIE ETA’ di Massimo Lopez e Alessandro Lopez. One Man Show con Band dal vivo – regia di Massimo Lopez.
Un viaggio in varie-età che hanno lasciato tracce indelebili nel tempo, rivisitate in un repertorio musicale dove il jazz e lo swing, nel quale Massimo Lopez veste bene le caratteristiche di cantante crooner, si fondono in una gradevolissima sequenza di evergreen americani ed italiani dagli anni ’30 ai giorni nostri eseguiti con l’accompagnamento della Big Band Jazz Company ed i pregevoli arrangiamenti del Maestro Gabriele Comeglio che da molti anni affianca l’artista nelle sue scelte musicali. Uno spettacolo scritto dai due fratelli Lopez, Alessandro e Massimo, un binomio indissolubile e collaudato per evidenziare ancora una volta in questa nuova produzione teatrale le straordinarie doti canore di Massimo Lopez in un nuovo repertorio di canzoni, la simpatia, l’eleganza e la comicità. Alcune pagine “amarcord” interpretate in estemporanei colpi di scena evocheranno varie-età del cinema, della radio e della televisione. Tra gli ingredienti fondamentali per completare questo Massimo Lopez Show non mancheranno divertenti monologhi ed imitazioni, con scorci di attualità.
Dal 21 al 26 febbraio AB Management e LSD presentano “LILLO & GREG” IN l’UOMO CHE NON CAPIVA TROPPO Nuova commedia scritta da Claudio Greg Gregori. Con Francesca Ceci, Danilo De Santis, Vania Della Bidia, Marco Fiorini – musiche Claudio “Greg” Gregori e Attilio Di Giovanni – costumi Mara & Marina – scenografia Giampaolo Fedeli e Marco Papalia. Regia Mauro Mandolini.
Teatro Manzoni
Fenice – Tiven Group presentano GIANFRANCO JANNUZZO in “CERCASI TENORE” di Ken Ludwig – traduzione Lilla Picciotto. Con Milena Miconi e Federico Pacifici, Claudia Coli, Tiziana Bagatella, Fabrizio Apolloni, Rodolfo Medina, Stefania Papirio – scene Nicola Rubertelli – costumi Dora Argento – musiche Luciano Francisci – regia Giancarlo Zanetti. Dal 7 al 26 febbraio.
Lend me a Tenor” ovvero “Cercasi Tenore” va in scena per la prima volta a Londra nel 1986 e diventa subito un cult della comicità rivelandosi come una delle commedie più esilaranti degli ultimi tempi. Una commedia in cui i continui colpi di scena e le situazioni comiche sono la base di un importante successo che, tradotto in sedici lingue, collezione ben due anni di repliche a New York. Siamo negli anni Trenta e la vicenda ruota attorno a Max, aspirante ed incerto cantante lirico che in qualità di assistente affianca il direttore senza scrupoli di un teatro d’opera di provincia. Grandi fermenti agitano gli animi dei protagonisti per l’arrivo di un tenore spagnolo di rara bravura, tanto da essere soprannominato “il magnifico”, che interpreterà Otello. Cosa accade però quando a poche ore dallo spettacolo il grande artista soccombe ad un potente mix di alcool e sedativi? Tutto precipita in un esilarante vortice di fraintendimenti, scambi di persona, doppi sensi mal interpretati, vulcaniche gags che strappano allo spettatore risate a non finire. Gianfranco Jannuzzo, attore di grandissimo talento, raffinato ed elegante nella sua naturale ironia siciliana, dall’instancabile professionalità che gli ha assicurato un ruolo primario nell’affetto del pubblico, nella sua felice carriera è stato protagonista di grandissimi successi su tutti i palcoscenici italiani. Sarà lui, affiancato da un cast di sette attori di indubbia bravura a ricoprire la grande generosità che lo contraddistingue il ruolo di Max, speranzoso e agitato “tuttofare”.
Teatro Carcano
Compagnia del Teatro Carcano – Marina Bonfigli, Antonio Salinea, Virgilio Zernitz, Massimo Loreto presenta “LA BOTTEGA DEL CAFFE’” di Carlo Goldoni – Scene e costumi di Guido Fiorato – Musiche di Giancarlo Chiaramello – Regia di Giuseppe Emiliani. Dall’8 al 19 febbraio. Dopo il debutto a febbraio 2011 al Teatro Comunale di Treviso, La bottega del caffè ha affrontato una tournée che ha toccato, tra le altre città, Firenze, Trento, Brindisi, Bolzano, Brescia, la Spezia, Milano, Pavia e verrà ripresa nella seconda parte di questa stagione. Punti di forza di questo allestimento, la regia – rigorosa e, nel contempo, discreta – di un esperto goldoniano come Giuseppe Emiliani; la recitazione dell’affiatata compagnia, con una menzione speciale per Antonio Salines, un Don Marzio campione di maldicenza e pettegolezzo; le scene di Guido Fiorato ispirate a quelle create dal suo maestro Emanuele Luzzati, per l’indimenticata edizione del 1989 al Teatro Romano di Verona, protagonista Giulio Bosetti per la regia di Gianfranco De Bosio. Protagonista della commedia è l’occhialetto, diabolico strumento, col quale Don Marzio, seduto al caffè, spia indiscretamente tutto e tutti, sforzandosi di vedere anche quello che affettivamente non è. Ciò che caratterizza questo capolavoro goldoniano è l’estrema concretezza con cui sono fuse l’evocazione dello sfondo ambientale, il dipanarsi dell’intreccio imperniato su pettegolezzi, manie, stravaganze, imbrogli e finzioni, e il disegno geniale d’un carattere, quello di Don Marzio, prototipo di quei frequentatori di caffè che sanno di questo e di quello, che raccolgono notizie dalla voce degli altri e delle gazzette per farsene portavoce, senza la cura di controllarle e di verificarne la fondatezza, mescolando verità e invenzione (…) La geniale costruzione drammaturgica della commedia lascia allo spettatore la sensazione di osservare i casi dell’esistenza attraverso l’occhialetto diabolico di un maldicente che, in fondo, è l’unico a vedere, a suo modo, il mondo ipocrita che lo circonda: un mondo dominato e corrotto dal denaro, una Venezia inquieta dove accanto a uomini dabbene si muovono altri che dilapidano le proprie sostanze in preda al demone del gioco, altri che si lasciano dissanguare da bari e usurai, altri, ancora, che si abbandonano a tresche a buon mercato. (…) C’è una lucidità di analisi in Don Marzio. Egli è miope, guarda le cose e le persone con l’occhio della mente, esagera e deforma, ma non di molto.
Dalle note di regia di Giuseppe Emiliani
Teatro Martinitt
La Bilancia Produzioni presenta dal 26 gennaio al 12 febbraio 2012 (gio-ven-sab-dom.) SO TUTTO SULLE DONNE scritto e diretto da Marco Falaguasta. Con Marco Falaguasta, Piero Scornavacchi, Marco Fiorini, Danilo De Santis, Shara Guandalini, Vasco Montez.
Sedici anni fa iniziava quella che poi sarebbe stata l’entusiasmante avventura di “Bona la prima”, la mia compagnia e iniziava proprio con “So tutto sulle donne” la mia prima commedia. Il titolo raccontava abbastanza, tre ragazzi, allora ventenni, trascorrevano un intero pomeriggio a dibattere, a confrontarsi e fantasticare sul loro argomento preferito: le donne! All’epoca si parlava di aspettative e speranze! Ho voluto scrivere il sequel di quella storia che tanta fortuna ci ha portato per provare a vedere se dopo tutti questi anni potessi parlare, non più in termini di aspettative ma di certezze. Ho addirittura pensato di intitolarla “Adesso so veramente tutto sulle donne”. Ma poi dopo poche pagine di storia ha capito che anche oggi, per altre ragioni, per altre vie, di donne ne so poco, anche perché altrimenti sarebbe finito il divertimento. Perché il bello di ogni donna sta nell’avvincente rischio che rappresenta per l’uomo! Per dare a tutta la storia un ulteriore sapore di verità, per portare sul palco le nostre autentiche paure, insicurezza e anche le nostre goffe esperienze di uomini, per dare continuità ho deciso di chiamare i personaggi con i nomi reali degli attori, come accadeva nella prima edizione. Piero sta vivendo un delicato momento sentimentale. La sua testa è sempre li a quella lei che non lo fa stare un attimo tranquillo. Marco, Fiorini e Danilo, i suoi amici, trascorrono la nottata insieme a lui a consigliarlo a incoraggiarlo, a sostenerlo. Quella nottata diventa un’occasione per confrontare le reciproche esperienze, le gioie e le sconfitte che il gentil sesso ha rappresentato o rappresenta per ognuno di loro, per parlare di coppie di fatto, coppie aperte, eterosessuali, omosessuali e tutte le altre esasperate definizioni figlie dei nostri tempi che non fanno altro che aumentare la confusione! Alla fine arrivano ad una conclusione della quale sembrano convintissimi:” …se quando nasci, sei previsto come accoppiato, allora prima o poi la tua anima gemella la trovi, se invece sei spaiato…”E noi siamo spaiati secondo te?” “Spaiatissimi!”. Ma quando poi meno te lo aspetti la vita ci dimostra che senza l’emozione dell’amore, della conquista, non sappiamo proprio stare! Per noi questa commedia è stata una piacevole ed esilarante occasione per ritornare indietro nel tempo alla nostra leggerezza giovanile, per voi tutti spero sia l’occasione per trascorrere una divertente serata… tra amici!
Via Pitteri, 58 Milano. Telefono 02.36580010 - www.teatromartinitt.it
Teatro Smeraldo
Teatro Eliseo/Compagnia Gank in collaborazione con Gloriababbi Teatro presentano Dal 14 al 19 febbraio Riccardo Scamarcio e Deniz Ozdogan in “ROMEO E GIULIETTA” di William Shakespeare – traduzione e adattamento di Fausto Paravidino e Valerio Binasco. Con Antonio Zavatteri, Filippo Dini, Andrea Di Casa, Simone Luglio, Gianmaria Martini, Fulvio Pepe, Giampiero Rappa, Nicoletta Robello, Roberto Turchetta, e con Milvia Marigliano – regista collaboratore Nicoletta Robello, regia Valerio Binasco. “E’ quasi tutto troppo con Shakespeare. E “Romeo e Giulietta” ha persino un troppo in più. E’ un’opera così famosa che è impossibile sfuggire al già “visto. In più mi accorgo che del testo mi piacciono soprattutto cose marginali: i personaggi secondari, il tono da commedia, il provincialismo italiano…Insomma, la cosa che più mi attira in “Romeo e Giulietta” è la crudeltà, spesso involontaria ma ancor più spesso consapevole, che nasce dall’imbecillità umana. A parte i due protagonisti, in qualche modo “salvati” dall’innamoramento e dall’innamoramento convertiti al pacifismo, tutti gli altri si muovono minacciosi e vittoriosi verso il domani dell’umanità. Che è il nostro oggi, ahimè. Abbiamo visto tutti che bella carriera hanno fatto e stanno facendo nella storia gli imbecilli violenti e quale pessima gli innamorati pacifisti. Se la morte dei due innamorati doveva servire a placare gli animi, secondi le teorie di René Girard, allora ci troviamo dinnanzi a due capri espiatori. All’epoca di Shakespeare è probabile che lo shock morale della morte di due innocenti fosse sufficiente a fermare un’escalation di stragi.. Oggi non funziona più. I capri ammazzati son capri morti e basta, di espiatorio non si vede nulla. Ma forse anche le famiglie di Romeo e Giulietta si salvano dalla strage reciproca ma non dall’eccidia che fa fermentare il nulla e il vuoto della provincia (le statue d’oro dei figli al termine della tragedia cosa risolvono?).
Valerio Binasco
Teatro San Babila
“Neraonda” presenta dal 7 al 26 febbraio “GRISU’, GIUSEPPE E MARIA” di Gianni Clementi – regia Nicola Pistoia. Con Paolo Triestino – Nicola Pistoia e altri 5 attori. Esilarante commedia nella sagrestia di un paesino napoletano del dopoguerra. Pozzuoli, anno ‘50 dell’Italia povera e appassionata del dopoguerra. In una sagrestia un sacerdote ed il suo sagrestano, sue sorelle nei guai e il fascinoso farmacista del paese, ci riportano in un’atmosfera in cui i sogni erano spesso affidati ad una valigia di cartone, ad una canzone, ad una miniera lontana, ad un pallone.
TURISMO
Notizie dalla Svizzera
Niente stress, solo sci. Cosa accomuna la Gasthaus Spinas di Bever, l’Hotel Garni Slalom di Bettmeralp, l’Hotel Schatzalp di Davos e un’altra decina di hotel svizzeri? Sono tutti situati in prossimità delle piste: niente auto o bus, gli ospiti possono raggiungere gli impianti di risalita con gli sci ai piedi. Svizzera Turismo ha creato una sezione apposta “Ski in ski out Hotels” sul sito per chi è alla ricerca del massimo della comodità.
Neve garantita per tutta la stagione. Secondo le recenti previsioni del profeta del meteo Martin Horat, originario della Mouthatal, l’inverno sarà ancora lungo e ricco di neve. Chi vuole cimentarsi nell’arte delle previsioni, può partecipare al concorso “Hai la stoffa del profeta del meteo” fino al 31 marzo.
Bellinzona: l’ora del “Rabadan” (16 – 21 febbraio). Dal 1862 a Bellinzona si celebra il Carnevale con carri, cortei ed appuntamenti (teatro, musica e degustazioni) stravolgendo per qualche giorno i ritmi cittadini. La festa ha inizio con la consegna delle chiavi della città al Re Rabadan, parola piemontese che significa fracasso. Pare che il termine sia stato coniato al tempo delle Crociate per indicare i banchetti serali dopo il digiuno del Ramadan osservato durante il giorno.
Il Friuli Venezia Giulia ha il suo cioccolatino
E’ dedicato a un grande artista che si identifica con questa terra, ovvero Giambattista Tiepolo, che nel 1726 giunse a Udine, dopo Venezia la sua seconda patria, dove lasciò capolavori indiscussi quali gli affreschi della Galleria del Palazzo patriarcale. Un omaggio dell’arte senza musa, la cucina, a quella di un pittore che ha reso celebre Udine, Giambattista Tiepolo. Lo hanno creato i 21 ristoranti di Friuli Venezia Giulia Via dei Sapori, ispirandosi al dolce più tipico del territorio, la gubana. “Dolcemente Tiepolo” è, infatti, un cioccolatino a forma quadrata con gli ingredienti che si rifanno al dolce tradizionale delle Valli del Natisone, impreziositi dai prodotti Nonino: il Prunus, distillato di prugne, usato per macerare le uvette e Ue, l’acquavite d’uva, per la ganache. Dopo il Rosa Tiepolo (delicato dolce ispirato ai colori del Tiepolo, che tutti i 21 ristoranti hanno tenuto in menù nei mesi estivi) ecco quindi per i mesi freddi il cioccolatino, che sarà proposto fino ai primi caldi per concludere in dolcezza il pasto, per poi riprendere in autunno. Una dolce golosità, che ben incarna lo spirito con cui lavorano le 21 insegne guidate da Walter Filiputti. “Per raccontare la nostra terra con il cibo”, come è scritto sulla deliziosa confezione, color rosa Tiepolo, che lo contiene. Informazioni: Friuli Venezia Giulia Via dei Sapori Tel. 0432.538752 www.friuliviadeisapori.it – info@friuliviadeisapori.it
A Castell’Arquato (PC) chi vuol essere lieto sia
Castell’Arquato in provincia di Piacenza si traveste a festa, con una manifestazione destinata a lasciare il segno: il “Carnevale alla Veneziana”. Sotto l’egida del motto “Che la bellezza inganni la Morte”, che riecheggia il motto di Lorenzo de’ Medici “chi vuol essere lieto sia/del domani non v’è certezza”, il paese emiliano sabato 25 febbraio 2012 si trasformerà in un palcoscenico dalle mille occasioni e sfaccettature. Non manca di essere protagonista l’Hotel Leon d’Oro, gioiello dell’hotellerie e della storia locale, condotto con impeccabile cura da Rita Gibelli, padrona di casa anche del Ristorante Don Ferdinando, casa della cucina d’eccellenza. La manifestazione è aperta a tutti, purché mascherati – preferibilmente alla veneziana ma senza vincoli – e il programma è ricchissimo, a partire dalla possibilità di noleggiare i costumi in numerosi esercizi commerciali del borgo, di Piacenza e di Milano. I fotografi gireranno per le strade “rubando” momenti ed espressioni salienti, i negozi rimarranno aperti fino a tarda sera e vivranno l’occasione a loro volta sotto le mentite spoglie di una nuova identità. I bar e le sale da tè serviranno a prezzi identici brunch e aperitivi, i ristoranti del borgo la cena in costume a 30 euro (bevande escluse). Non sarebbe una piccola Serenissima se non ci fossero anche i Balli, che si terranno nella Piazza Medievale – in cui sarà allestito un grande impianto con luci e audio – e ancora nel Palazzo del Podestà e nelle Grotte di Santo Spirito. Si tratta di un’esperienza da vivere lasciando libere le emozioni, come vuole la tradizione dell’antico Carnevale di Casanova, e facendosi coinvolgere da danze, commedia dell’arte e varietà dei costumi. Non manca nemmeno il concorso finale, che premierà le 8 maschere più belle. In premio 3 weekend per 2 persone, 3 cene per due in ristoranti tipici, 1 buono acquisto in un atelier del borgo e 1 cesto di prodotti tipici del luogo. Uno dei weekend è messo in palio dal Leon d’Oro, con cena al Ristorante Don Ferdinando. Durante il weekend, da venerdì 24 a domenica 26 febbraio 2012, resort, agriturismi, hotel e B&B del borgo piacentino hanno confezionato pacchetti ad hoc. Info: tel. 0523 805319 www.leondorocastellarquato.it.
Il costume della Regina
A San Martino di Castrozza (TN) in uno degli scenari più suggestivi delle Dolomiti, dichiarate Patrimonio Universale dell’Umanità dall’UNESCO, il Romantik Hotel Regina è il luogo perfetto per trascorrere la stagione invernale tra piacere, sport, relax, gusto e carnevale! Dal 19 al 26 febbraio 2012 per celebrare la fine della festa dei travestimenti e approfittare dell’atmosfera ancora esuberante c’è “Carnevale in montagna”. Viene proposta una sfida giocosa: inventare con poche cose prese dal guardaroba, rigorosamente bianche e nere, un copricapo o una maschera, per trasformarsi in un dandy, un cowboy, oppure in una diva del cinema o in una dama d’altri tempi. Il contesto sarà costituito da musica, dolci tipici, frittelle, crostoli e bollicine. Per i bambini, ma non solo, c’è anche la gara di pupazzi di neve: vince naturalmente il più originale.
Tel. 0439 68221 - regina@romantikhotels.com – www.romantikhotels.com/San-Martino
Frestyle con lo snowboard nel nuovo F-Tech Park di Valles-Maranza
Valles-Maranza (BZ) tra la Val Pusteria e la Valle Isarco e a due passi da Bressanone, snowboarder, freestyler e snowkiter son i benvenuti nel comprensorio sciistico di Valles-Maranza. Per dare libero sfogo agli appassionati, il nuovo snowpark F-Tech situato a Valles propone 400 metri di percorsi mozzafiato dedicati agli esperti di freestyle snowboard ma anche ai meno esperti ai quali sono proposti corsi per imparare a fare salti e voli con la tavola. Lo Snowpark F-Tech, lungo 400 metri, è posizionato in una zona soleggiata vicino alla seggiovia Hinterberg (Valles) a 2.200 metri di altitudine. Gli amanti del freestyle snowboard, disciplina che unisce l’adrenalina del freestyle ai salti dello snowboard, possono dare vita ad esibizioni emozionanti grazie alla dotazione di strutture a tre livelli di difficoltà a seconda dell’esperienza dello snowboarder. Rispetto alla stagione precedente, il nuovo snowpark è stato ampliato con attrezzature dedicate ai salti acrobatici: rampe da 5 metri, straight box da 7.3 metri, down box medium e altro ancora. Allo Snowpark F-Tech lo snowboarder può richiedere di essere cronometrato per misurare la performance e per competere in gare con altri freestyle snowboarder. Per i meno esperti, invece, le scuole di sci e snowboard di Maranza-Gitschberg e Valles-Jochtal propongono corsi di snowboard sia per adulti sia per bambini (a partire da sette anni). Alla fine del corso, della durata di 5 giorni, si terrà una gara conclusiva e la relativa premiazione. La ski area di Valles-Maranza conta 44 chilometri di piste e 16 impianti di risalita. Una vasta scelta di percorsi e sport invernali da praticare grazie all’unione delle due aree (Valles e Maranza) avvenuta questa stagione 2011/2012 tramite la realizzazione di due nuove cabinovie da 8 posti, costruite a limitato impatto ambientale. Info: tel. 0472 886048
www.sci-valpusteria.it - www.dolomiti.it
Luna di miele al Castello di Cenerentola
“…E tutti vissero felici e contenti” è il “The End” maggiormente sognato dalle fanciulle, seguito dall’immaginario del proprio abito da sposa e dal principe azzurro che le accompagnerà all’altare. Perché è così, il matrimonio è come vivere in una favola ed essere principesse almeno per un giorno. Icona femminile di questo idillio è senza ombra di dubbio Cenerentola, con il suo cavaliere, la fata amica, le scarpette di cristallo e un posto incantato dovere vivere una magia. Se le sognatrici più incallite fossero a corto di idee per la loro “Honey Moon” sappiate che esiste un luogo nel Tirolo Austriaco dove la realtà è principio ispiratore della fantasia, tanto che lo stesso Walt Disney prese spunto da qui per ambientare le sue favole. Vicino al Castello di Neuschwanstein, sul lago di Haldensee, sorge il Traumhotel…liebes Rot-Flüh un hotel cinque stelle dove i veri romantici potranno trasformare i sogni in mondo reale trascorrendo una luna di miele come i migliori libri fiabeschi raccomandano! Immerso in un giardino incantevole, il Traumhotel…liebes Rot-Flüh è un vero idillio a partire dal Cinderella-Castle, una Spa-Castello con piscine, acqua energizzata, vasche idromassaggio, bagni di vapore, grotta delle fiabe, mondo delle saune, pozzo di ghiaccio, stanze relax e giardini. A soddisfare il gusto è poi lo chef Jürgen Benker pluripremiato dalla Guide Michelin e Gault-Millau. Il Traumhotel ha quattro diversi ristoranti dove si dà vita a incantesimi di gusto con ingredienti freschissimi e di prima qualità tra cene a lume di candela e coreografiche preparazioni a vista. Per chi si è sposato quest’anno o per chi si sposerà nel 2012, il Traumhotel dedica una speciale proposta: tre notti in suite da favola con speciale pensione gourmet Lukullus – compresa di ricca colazione, brunch di mezzogiorno, dolci tentazioni nel pomeriggio, e cene a scelta nei diversi ristoranti – ingresso libero al Cinderella Castle e speciale cena nuziale d’amore. Famiglia Huber Seestrasse 26 A 6673 Haldensee/Grän tel. +43 5675 643146 www.rotflueh.com
Ciaspolando a Folgaria
Il Carosello di Folgaria (TN) esprime il desiderio che ognuno trovi il modo più appropriato per vivere la neve e lo realizza concretamente. Le proposte vanno infatti dal Free Ski, al Nordic Ski, passando per tutte le alternative Slow. Ad esempio lo Snowshoeing, uno sport alla portata di tutti. Non occorrono abilità particolari, basta calzare le racchette ai piedi altimenti dette ciaspole, fissandole agli scarponi e mettersi in cammino sul manto nevoso. Sulle montagne di Folgaria nel 2012 i tracciati e le alternative non mancano di certo. Le possibilità più immediate sono due: utilizzare i percorsi predisposti all’Alpe di Folgaria, noleggiando in loco le racchette da neve, oppure iscrivendosi alle uscite guidate, condotte dalle guide alpine locali (gratuite per i possessori dell’Altopiano Card). Ma c’è anche un'altra soluzione, la più suggestiva, per passeggiare sulla neve e sbalordirsi. La scuola di sci Costa 2000 organizza ciaspolate notturne durante le quali le guide forniscono agli appassionati informazioni storiche, turistiche e paesaggistiche sul vastissimo panorama circostante. In dotazione sono previste ciaspole, bastoncini e frontalina per uscite notturne e il prezzo, con un minimo di 10 persone partecipanti, è di 5 euro a testa.
In maschera in un’antica stazione
Esistono luoghi particolari dove si percepisce la magia degli accadimenti. Sono le stazioni o ancor meglio le antiche stazioni che conservano questa incantata alchimia di incontri e viaggi. Il Romantik Hotel Stafler di Vipiteno (BZ), nasce sul tragitto che un tempo univa la via del Brennero con Innsbruck. Una strada di importanti collegamenti dove nel 1200 si poteva trovar ristoro. Oggi non si fermano più locomotive e nemmeno viandanti, ma in questo albergo si può ancora rivivere atmosfere d’altri tempi. Dal 15 al 26 febbraio 2012 propone 4 o 7 pernottamenti con trattamento di mezza pensione con colazione e cena a base di prodotti tipici e internazionali, inoltre menu carnevalesco con ingredienti inusuali e bizzarri, festa di carnevale con musica, balli e concorso della maschera più bella. Tra le sorprese i Krapfen all’arrivo, un buono wellness di 25 euro e un gettone solarium, il noleggio di slittini con relativo biglietto di risalita e una specialità altoatesina per ricordo. Il pacchetto comprende inoltre lo skibus gratuito a Monte Cavallo di Vipiteno, lo sconto del 5% per lo skipass e il 10% di sconto sull’abbigliamento e il noleggio sci. Per informazioni Te. 0472.771136 – www.romantikhotels.com/Mauls
Nelle segrete della Torre
Un albergo intriso di storia e unico per la sua struttura formata da tre edifici: la vecchia torre, il ”Kraiterhaus” (con una torre rotonda), la torre del gufo ed il “Wagenhaus” (la casa delle ruote). Luogo perfetto anche per gli amanti dell’arte, che potranno ammirare le opere di Joseph Beuys, Oskar Kokoschka, Otto Dix, Paul Klee, Giorgio de Chirico o Renato Guttuso, che impreziosiscono le pareti dell’hotel. Il Romantik Hotel Turm si trova a Fiè allo Sciliar, il piccolo, caratteristico, paesino posto ai piedi dell’Alpe di Siusi (20 km a Nord di Bolzano), dove partire per emozionanti escursioni o sciare nel più grande alpeggio in quota d’Europa, La Spa è stata realizzata nelle “segrete” dell’antica Torre e particolare attenzione è dedicata all’alta cucina dell’Hotel. Dal 16 al 24 febbraio 2012 propone 5 pernottamenti con trattamento di mezza pensione con menu “Romantik” di 4 portate oppure il menu di 1001 calorie”, un aperitivo di benvenuto nella cantina dei vini, una piccola sorpresa di carnevale in camera, una speciale serata per lunedì grasso mascherati, con un delizioso menu di carnevale e degustazione di grappe nella cantina della torre e come speciale serata finale un menu di degustazione di 5 portate con abbinamento dei vini.
Niente stress, solo sci. Cosa accomuna la Gasthaus Spinas di Bever, l’Hotel Garni Slalom di Bettmeralp, l’Hotel Schatzalp di Davos e un’altra decina di hotel svizzeri? Sono tutti situati in prossimità delle piste: niente auto o bus, gli ospiti possono raggiungere gli impianti di risalita con gli sci ai piedi. Svizzera Turismo ha creato una sezione apposta “Ski in ski out Hotels” sul sito per chi è alla ricerca del massimo della comodità.
Neve garantita per tutta la stagione. Secondo le recenti previsioni del profeta del meteo Martin Horat, originario della Mouthatal, l’inverno sarà ancora lungo e ricco di neve. Chi vuole cimentarsi nell’arte delle previsioni, può partecipare al concorso “Hai la stoffa del profeta del meteo” fino al 31 marzo.
Bellinzona: l’ora del “Rabadan” (16 – 21 febbraio). Dal 1862 a Bellinzona si celebra il Carnevale con carri, cortei ed appuntamenti (teatro, musica e degustazioni) stravolgendo per qualche giorno i ritmi cittadini. La festa ha inizio con la consegna delle chiavi della città al Re Rabadan, parola piemontese che significa fracasso. Pare che il termine sia stato coniato al tempo delle Crociate per indicare i banchetti serali dopo il digiuno del Ramadan osservato durante il giorno.
Il Friuli Venezia Giulia ha il suo cioccolatino
E’ dedicato a un grande artista che si identifica con questa terra, ovvero Giambattista Tiepolo, che nel 1726 giunse a Udine, dopo Venezia la sua seconda patria, dove lasciò capolavori indiscussi quali gli affreschi della Galleria del Palazzo patriarcale. Un omaggio dell’arte senza musa, la cucina, a quella di un pittore che ha reso celebre Udine, Giambattista Tiepolo. Lo hanno creato i 21 ristoranti di Friuli Venezia Giulia Via dei Sapori, ispirandosi al dolce più tipico del territorio, la gubana. “Dolcemente Tiepolo” è, infatti, un cioccolatino a forma quadrata con gli ingredienti che si rifanno al dolce tradizionale delle Valli del Natisone, impreziositi dai prodotti Nonino: il Prunus, distillato di prugne, usato per macerare le uvette e Ue, l’acquavite d’uva, per la ganache. Dopo il Rosa Tiepolo (delicato dolce ispirato ai colori del Tiepolo, che tutti i 21 ristoranti hanno tenuto in menù nei mesi estivi) ecco quindi per i mesi freddi il cioccolatino, che sarà proposto fino ai primi caldi per concludere in dolcezza il pasto, per poi riprendere in autunno. Una dolce golosità, che ben incarna lo spirito con cui lavorano le 21 insegne guidate da Walter Filiputti. “Per raccontare la nostra terra con il cibo”, come è scritto sulla deliziosa confezione, color rosa Tiepolo, che lo contiene. Informazioni: Friuli Venezia Giulia Via dei Sapori Tel. 0432.538752 www.friuliviadeisapori.it – info@friuliviadeisapori.it
A Castell’Arquato (PC) chi vuol essere lieto sia
Castell’Arquato in provincia di Piacenza si traveste a festa, con una manifestazione destinata a lasciare il segno: il “Carnevale alla Veneziana”. Sotto l’egida del motto “Che la bellezza inganni la Morte”, che riecheggia il motto di Lorenzo de’ Medici “chi vuol essere lieto sia/del domani non v’è certezza”, il paese emiliano sabato 25 febbraio 2012 si trasformerà in un palcoscenico dalle mille occasioni e sfaccettature. Non manca di essere protagonista l’Hotel Leon d’Oro, gioiello dell’hotellerie e della storia locale, condotto con impeccabile cura da Rita Gibelli, padrona di casa anche del Ristorante Don Ferdinando, casa della cucina d’eccellenza. La manifestazione è aperta a tutti, purché mascherati – preferibilmente alla veneziana ma senza vincoli – e il programma è ricchissimo, a partire dalla possibilità di noleggiare i costumi in numerosi esercizi commerciali del borgo, di Piacenza e di Milano. I fotografi gireranno per le strade “rubando” momenti ed espressioni salienti, i negozi rimarranno aperti fino a tarda sera e vivranno l’occasione a loro volta sotto le mentite spoglie di una nuova identità. I bar e le sale da tè serviranno a prezzi identici brunch e aperitivi, i ristoranti del borgo la cena in costume a 30 euro (bevande escluse). Non sarebbe una piccola Serenissima se non ci fossero anche i Balli, che si terranno nella Piazza Medievale – in cui sarà allestito un grande impianto con luci e audio – e ancora nel Palazzo del Podestà e nelle Grotte di Santo Spirito. Si tratta di un’esperienza da vivere lasciando libere le emozioni, come vuole la tradizione dell’antico Carnevale di Casanova, e facendosi coinvolgere da danze, commedia dell’arte e varietà dei costumi. Non manca nemmeno il concorso finale, che premierà le 8 maschere più belle. In premio 3 weekend per 2 persone, 3 cene per due in ristoranti tipici, 1 buono acquisto in un atelier del borgo e 1 cesto di prodotti tipici del luogo. Uno dei weekend è messo in palio dal Leon d’Oro, con cena al Ristorante Don Ferdinando. Durante il weekend, da venerdì 24 a domenica 26 febbraio 2012, resort, agriturismi, hotel e B&B del borgo piacentino hanno confezionato pacchetti ad hoc. Info: tel. 0523 805319 www.leondorocastellarquato.it.
Il costume della Regina
A San Martino di Castrozza (TN) in uno degli scenari più suggestivi delle Dolomiti, dichiarate Patrimonio Universale dell’Umanità dall’UNESCO, il Romantik Hotel Regina è il luogo perfetto per trascorrere la stagione invernale tra piacere, sport, relax, gusto e carnevale! Dal 19 al 26 febbraio 2012 per celebrare la fine della festa dei travestimenti e approfittare dell’atmosfera ancora esuberante c’è “Carnevale in montagna”. Viene proposta una sfida giocosa: inventare con poche cose prese dal guardaroba, rigorosamente bianche e nere, un copricapo o una maschera, per trasformarsi in un dandy, un cowboy, oppure in una diva del cinema o in una dama d’altri tempi. Il contesto sarà costituito da musica, dolci tipici, frittelle, crostoli e bollicine. Per i bambini, ma non solo, c’è anche la gara di pupazzi di neve: vince naturalmente il più originale.
Tel. 0439 68221 - regina@romantikhotels.com – www.romantikhotels.com/San-Martino
Frestyle con lo snowboard nel nuovo F-Tech Park di Valles-Maranza
Valles-Maranza (BZ) tra la Val Pusteria e la Valle Isarco e a due passi da Bressanone, snowboarder, freestyler e snowkiter son i benvenuti nel comprensorio sciistico di Valles-Maranza. Per dare libero sfogo agli appassionati, il nuovo snowpark F-Tech situato a Valles propone 400 metri di percorsi mozzafiato dedicati agli esperti di freestyle snowboard ma anche ai meno esperti ai quali sono proposti corsi per imparare a fare salti e voli con la tavola. Lo Snowpark F-Tech, lungo 400 metri, è posizionato in una zona soleggiata vicino alla seggiovia Hinterberg (Valles) a 2.200 metri di altitudine. Gli amanti del freestyle snowboard, disciplina che unisce l’adrenalina del freestyle ai salti dello snowboard, possono dare vita ad esibizioni emozionanti grazie alla dotazione di strutture a tre livelli di difficoltà a seconda dell’esperienza dello snowboarder. Rispetto alla stagione precedente, il nuovo snowpark è stato ampliato con attrezzature dedicate ai salti acrobatici: rampe da 5 metri, straight box da 7.3 metri, down box medium e altro ancora. Allo Snowpark F-Tech lo snowboarder può richiedere di essere cronometrato per misurare la performance e per competere in gare con altri freestyle snowboarder. Per i meno esperti, invece, le scuole di sci e snowboard di Maranza-Gitschberg e Valles-Jochtal propongono corsi di snowboard sia per adulti sia per bambini (a partire da sette anni). Alla fine del corso, della durata di 5 giorni, si terrà una gara conclusiva e la relativa premiazione. La ski area di Valles-Maranza conta 44 chilometri di piste e 16 impianti di risalita. Una vasta scelta di percorsi e sport invernali da praticare grazie all’unione delle due aree (Valles e Maranza) avvenuta questa stagione 2011/2012 tramite la realizzazione di due nuove cabinovie da 8 posti, costruite a limitato impatto ambientale. Info: tel. 0472 886048
www.sci-valpusteria.it - www.dolomiti.it
Luna di miele al Castello di Cenerentola
“…E tutti vissero felici e contenti” è il “The End” maggiormente sognato dalle fanciulle, seguito dall’immaginario del proprio abito da sposa e dal principe azzurro che le accompagnerà all’altare. Perché è così, il matrimonio è come vivere in una favola ed essere principesse almeno per un giorno. Icona femminile di questo idillio è senza ombra di dubbio Cenerentola, con il suo cavaliere, la fata amica, le scarpette di cristallo e un posto incantato dovere vivere una magia. Se le sognatrici più incallite fossero a corto di idee per la loro “Honey Moon” sappiate che esiste un luogo nel Tirolo Austriaco dove la realtà è principio ispiratore della fantasia, tanto che lo stesso Walt Disney prese spunto da qui per ambientare le sue favole. Vicino al Castello di Neuschwanstein, sul lago di Haldensee, sorge il Traumhotel…liebes Rot-Flüh un hotel cinque stelle dove i veri romantici potranno trasformare i sogni in mondo reale trascorrendo una luna di miele come i migliori libri fiabeschi raccomandano! Immerso in un giardino incantevole, il Traumhotel…liebes Rot-Flüh è un vero idillio a partire dal Cinderella-Castle, una Spa-Castello con piscine, acqua energizzata, vasche idromassaggio, bagni di vapore, grotta delle fiabe, mondo delle saune, pozzo di ghiaccio, stanze relax e giardini. A soddisfare il gusto è poi lo chef Jürgen Benker pluripremiato dalla Guide Michelin e Gault-Millau. Il Traumhotel ha quattro diversi ristoranti dove si dà vita a incantesimi di gusto con ingredienti freschissimi e di prima qualità tra cene a lume di candela e coreografiche preparazioni a vista. Per chi si è sposato quest’anno o per chi si sposerà nel 2012, il Traumhotel dedica una speciale proposta: tre notti in suite da favola con speciale pensione gourmet Lukullus – compresa di ricca colazione, brunch di mezzogiorno, dolci tentazioni nel pomeriggio, e cene a scelta nei diversi ristoranti – ingresso libero al Cinderella Castle e speciale cena nuziale d’amore. Famiglia Huber Seestrasse 26 A 6673 Haldensee/Grän tel. +43 5675 643146 www.rotflueh.com
Ciaspolando a Folgaria
Il Carosello di Folgaria (TN) esprime il desiderio che ognuno trovi il modo più appropriato per vivere la neve e lo realizza concretamente. Le proposte vanno infatti dal Free Ski, al Nordic Ski, passando per tutte le alternative Slow. Ad esempio lo Snowshoeing, uno sport alla portata di tutti. Non occorrono abilità particolari, basta calzare le racchette ai piedi altimenti dette ciaspole, fissandole agli scarponi e mettersi in cammino sul manto nevoso. Sulle montagne di Folgaria nel 2012 i tracciati e le alternative non mancano di certo. Le possibilità più immediate sono due: utilizzare i percorsi predisposti all’Alpe di Folgaria, noleggiando in loco le racchette da neve, oppure iscrivendosi alle uscite guidate, condotte dalle guide alpine locali (gratuite per i possessori dell’Altopiano Card). Ma c’è anche un'altra soluzione, la più suggestiva, per passeggiare sulla neve e sbalordirsi. La scuola di sci Costa 2000 organizza ciaspolate notturne durante le quali le guide forniscono agli appassionati informazioni storiche, turistiche e paesaggistiche sul vastissimo panorama circostante. In dotazione sono previste ciaspole, bastoncini e frontalina per uscite notturne e il prezzo, con un minimo di 10 persone partecipanti, è di 5 euro a testa.
In maschera in un’antica stazione
Esistono luoghi particolari dove si percepisce la magia degli accadimenti. Sono le stazioni o ancor meglio le antiche stazioni che conservano questa incantata alchimia di incontri e viaggi. Il Romantik Hotel Stafler di Vipiteno (BZ), nasce sul tragitto che un tempo univa la via del Brennero con Innsbruck. Una strada di importanti collegamenti dove nel 1200 si poteva trovar ristoro. Oggi non si fermano più locomotive e nemmeno viandanti, ma in questo albergo si può ancora rivivere atmosfere d’altri tempi. Dal 15 al 26 febbraio 2012 propone 4 o 7 pernottamenti con trattamento di mezza pensione con colazione e cena a base di prodotti tipici e internazionali, inoltre menu carnevalesco con ingredienti inusuali e bizzarri, festa di carnevale con musica, balli e concorso della maschera più bella. Tra le sorprese i Krapfen all’arrivo, un buono wellness di 25 euro e un gettone solarium, il noleggio di slittini con relativo biglietto di risalita e una specialità altoatesina per ricordo. Il pacchetto comprende inoltre lo skibus gratuito a Monte Cavallo di Vipiteno, lo sconto del 5% per lo skipass e il 10% di sconto sull’abbigliamento e il noleggio sci. Per informazioni Te. 0472.771136 – www.romantikhotels.com/Mauls
Nelle segrete della Torre
Un albergo intriso di storia e unico per la sua struttura formata da tre edifici: la vecchia torre, il ”Kraiterhaus” (con una torre rotonda), la torre del gufo ed il “Wagenhaus” (la casa delle ruote). Luogo perfetto anche per gli amanti dell’arte, che potranno ammirare le opere di Joseph Beuys, Oskar Kokoschka, Otto Dix, Paul Klee, Giorgio de Chirico o Renato Guttuso, che impreziosiscono le pareti dell’hotel. Il Romantik Hotel Turm si trova a Fiè allo Sciliar, il piccolo, caratteristico, paesino posto ai piedi dell’Alpe di Siusi (20 km a Nord di Bolzano), dove partire per emozionanti escursioni o sciare nel più grande alpeggio in quota d’Europa, La Spa è stata realizzata nelle “segrete” dell’antica Torre e particolare attenzione è dedicata all’alta cucina dell’Hotel. Dal 16 al 24 febbraio 2012 propone 5 pernottamenti con trattamento di mezza pensione con menu “Romantik” di 4 portate oppure il menu di 1001 calorie”, un aperitivo di benvenuto nella cantina dei vini, una piccola sorpresa di carnevale in camera, una speciale serata per lunedì grasso mascherati, con un delizioso menu di carnevale e degustazione di grappe nella cantina della torre e come speciale serata finale un menu di degustazione di 5 portate con abbinamento dei vini.
Tel. 0471-725014
www.romantikhotels.com/Voels.
Aspettando San Valentino nel Castello di Casanova
Atmosfere settecentesche, cibi raffinati, grandi vini: questi gli ingredienti di “Aspettando San Valentino nel Castello di Casanova”, week-end dell’11 febbraio da trascorrere nel rilassante scenario del Collio goriziano, terra di nobili vini. Ad accogliere gli innamorati, il Castello di Spessa di Capriva del Friuli (Go), che nel ‘700 ospitò Giacomo Casanova e che ora è il cuore di un elegante Resort, circondato dal green di un campo da golf a 18 buche. Una romantica passeggiata nel parco secolare seguendo il fil rouge delle frasi di Casanova sull’amore, le donne, l’amicizia, la vita incise su tabella in ferro battuto; una camminata en plein air fra i vigneti della tenuta che fanno da corona al castello; una visita alla cantina duecentesca, la più antica e scenografica del Collio, dove invecchiano vini definiti “di qualità eccellente” da Casanova nelle sue Memorie; qualche ora di golf. E la sera, una Cena della seduzione a lume di candela, con Menù degustazione a sorpresa, nel ristorante La Tavernetta al Castello, eccellente Ristorante Gourmand ricavato dalla ristrutturazione di antichi rustici ai piedi del maniero. Info: tel. 0481.808124 – www.castellodispessa.it
San Valentino: weekend romantico in Trentino
Per la festa degli innamorati e per tutto l’anno L’Alphotel Taller**** riserva alla coppia l’opportunità di trascorrere tre giorni in una delle 6 suite dell’hotel costruita secondo criteri di bioarchitettura, dove il profumo del legno del cimolo e del larice rilassa la mente e caccia via lo stress. All’arrivo in hotel è inoltre offerto un flûte di spumante con frutta fresca. L’area wellness ha in serbo per la coppia un trattamento di peeling nella vasca nuvola, un abbraccio caldo e rilassante galleggiando sospesi sopra un letto d’acqua riscaldata a 38°. Dopo aver disteso ogni muscolo del corpo, il massaggio agli oli essenziali stimola la circolazione sanguigna e rinvigorisce lo spirito lasciando una piacevole sensazione di benessere. Non solo coccole, ma anche attività sportive: per chi desidera sciare, il comprensorio Superskirama Dolomiti Adamello Brenta è raggiungibile attraverso un breve sentiero nel bosco che dista 150 mt dall’hotel. Singolare iniziativa è inoltre proposta dal proprietario dell’hotel e Guida Alpina, Mario Taller; una camminata notturna con le ciaspole tra i boschi di Folgarida illuminati dalla luce della luna. Silenzio, pace e aria pura. E infine per cena il ristorante “Nonna Anna” riserva per la coppia un menu a base di specialità tipiche della cucina trentina, degustazione di vini e formaggi caratteristici della zona. Info tel. 0463 986234 . www.hoteltaller.it - www.dolomiti.it.
Carnevale resiano
L’elemento fondamentale del carnevale resiano è rappresentato dalla danza eseguita con i tipici strumenti musicali resiani, la citira (violino) e la bünkula (violoncello). Le danze si protraggono per ore e ore, nelle osterie e negli spazi predisposti per i festeggiamenti. Si balla anche all’esterno, in particolare domenica pomeriggio. Le maschere tradizionali sono di due tipi: “te lipe bile maškire”, le belle maschere bianche, le più conosciute perché sono presentate anche nelle esibizioni del gruppo folkloristico Val Resia e i “babaci” o “kukaci”, le maschere brutte. Le belle maschere bianche sono quelle più preziose, arricchite da variopinti nastri colorati e alti cappelli ornati con fiori di carta colorata. Mercoledì 22 infine ha luogo la processione e il funerale del “babaz” in piazza. Dopo un adeguato e delirante processo viene bruciato il fantoccio, a rappresentazione della fine del Carnevale. Dal 18 al 22 febbraio. A San Giorgio di Resia (UD). www.turismofvg.it
Master Cup, il circuito mondiale dello sci alpino riservato a uomini e donne over 30 iscritti alle liste della Federsci nazionale e internazionale. L’evento è articolato su tre gare (superG, gigante e slalom maschili e femminili) in programma sulle piste Nazionale, Sauc e Busa Grande dal 24 al 26 febbraio. Considerata unanimemente la tappa più importante della Coppa del Mondo Master (una sorta di Kitzbühel del massimo circuito di sci alpino), Piancavallo, è stata certificata “Master Top” proprio dalla federazione austriaca, notoriamente la più esigente dal punto di vista qualitativo nell’ambito dell’organizzazione degli sport invernali. Quella di Piancavallo è divenuta ormai tappa fissa e di riferimento mondiale per un circuito agonistico-amatoriale che può contare su 70mila praticanti nel mondo, 3mila dei quali in Italia dove si organizzano ogni anno 220 gare. Piancavallo, Aviano (PN). www.turismo.fvg.it
A Marrakech, giardini in fiore e neve sull’Atlante
Primavera: questo il periodo più dolce per visitare Marrakech, città imperiale, capitale del Sud del Marocco. Bounganville in fiore, alberi ricolmi di arance e, sullo sfondo, le nevi dell’Atlante. Bastano 3 ore d’aereo dall’Italia e ci si trova avvolti dal suo clima già caldo, un anticipo dell’estate, immersi nella sua magica atmosfera, fatta di colori e profumi, giardini lussureggianti e grandi piazze, palazzi principeschi e moschee, folle variopinte e caratteristici mercati. Splendidi i suoi giardini, cinti da alte mura. I più affascinanti sono i Giardini Majorelle dove riposano le ceneri di Yves St. Laurent, che ne era il proprietario e li ha lasciati in eredità alla città: a renderli unici sono molto i rari uccelli che li popolano e la ricca e foltissima collezione di piante provenienti da tutto il mondo che fa da cornice il blu intenso dei padiglioni, un colore splendido e vivissimo inventato dal pittore francese Louis Majorelle (che creò il parco ai primi del ‘900) e che in suo onore si chiama ancor oggi Blu Majorelle. I più noti sono i Giardini della Menara, cinti da un muro lungo oltre un chilometro, con il suo enorme bacino d’acqua in cui si specchia il noto padiglione a tegole verdi, fra i simboli di Marrakech. E poi, il Giardino dell’Agdal, quello rispendente di rose che circonda la Koutoubia e mille altri ancora, che in questo periodo dell’anno si mostrano nel loro splendore, prima della calura estiva. A una decina di minuti dai giardini Majorelle, il Riad Sable Chaud è un’oasi di pace ed eleganza che accoglie gli ospiti con gli inediti sapori della cucina primaverile, tutta giocata su tenere verdure, saporiti frutti, spezie profumate. Per loro organizza in primavera il Tour dei Giardini in auto privata con autista: un affascinate itinerario alla scoperta di fiori, piante, fontane, bacini d’acqua in cui si specchiano armoniose architetture. Ricavato dalla ristrutturazione di un’antica dimora nel cuore della Medina (la parte storica di Marrakech), ha 5 stanze arredate con mobili antichi, oggetti d’arte, decorazioni in un sapiente mix fra spunti etnici africani e raffinatezza europea, ha una grande terrazza panoramica con giardino pensile, dove prendere il sole su comode chaises longues o leggere all’ombra della pergola. www.riadsablechaud.com.
Non soltanto sci nelle Valli di Tures e Aurina (BZ)
Se vi siete appena svegliati e vedete bianco, non allarmatevi e posate la cornetta del telefono col numero della guardia medica già inserito. E’ probabile che vi troviate nelle Valli di Tures e Aurina (BZ), un luogo dove la neve arriva puntuale come un orologio svizzero trapiantato nella zona più settentrionale dell’Alto Adige, per la gioia di chi non concepisce una vacanza invernale senza gli sci o la tavola snowboard ai piedi, che può tra le altre cose cimentarsi con la pista caratterizzata dal maggiore dislivello dell’intero Sudtirolo, dai 2400 metri della partenza del rifugio Sonnklar ai 900 del punto d’arrivo. Un vero Eldorado per lo sci alpinismo. Per chi invece trema al solo pensiero della caduta da fermo, la prospettiva di partire già seduto potrebbe risultare allettante: l’Alpine Coaster, pista per slittini su rotaia sul Klausberg – periodicamente aperta anche in notturna – è una tentazione per grandi mascherata da attrattiva per i più piccoli. Un chilometro e mezzo di azione e spettacolo in mezzo alla natura e alle montagne, che scende verso valle alzandosi anche fino a 10 metri di altezza non può lasciare indifferente il rappresentante di nessuna fascia di età. Soprattutto se il finale di una giornata passata tra le lamine e la neve va in scena al ristorante “Kristallalm” alla stazione Monte Klausberg o in uno degli oltre 50 rifugi e malghe aperti al pubblico. Magari con gli occhi rivolti all’orizzonte per assistere agli spettacolari SKISHOW notturni del mercoledì. Chi alla velocità preferisce invece una ritmica sgambata alternata alla contemplazione del panorama circostante, sarà lieto di sapere che le Valli di Tures e Aurina – il cui territorio fa parte del Dolomiti Nordic Ski – dispongono di ottime piste di fondo in quota che si snodano attraverso il paesaggio e che le ciaspole ai piedi sono una valida alternativa per vivere l’inverno nel suo lato più suggestivo, avventurandosi in passeggiate solitarie o in gite accompagnate nel parco naturale. Gli eterni indecisi tra mare e montagna, così come i nostalgici delle discese tra le rocce, possono sciogliere i dubbi e rimettere in tasca il fazzoletto, dal momento che su queste nevi lo snowrafting è la norma. E non è raro – magari nella pausa di un’arrampicata sul ghiaccio sull’altopiano di Riva di Tures o Selva dei Molini – avvistare un gommone sfrecciare sulla superficie bianca. Le Valli di Tures e Aurina sono infine rinomate per venire incontro anche al desiderio dal sapore aristocratico di vacanze improntate sull’atmosfera romantica di gite in carrozza o sulla semplice passione ippica, con la corsa di cavalli avelignesi con la slitta. Info tel. 0474.652081 www.tures-aurina.com/inverno
7 giorni con Manny, a tutto divertimento
Dal 5 al 12 febbraio 2012 FolgariaSki trasforma il paese trentino in un paradiso del divertimento., avverando i sogni di grandi e piccini nel corso della prima edizione della “Settimana di Manny”. La mascotte del Carosello alpino, capace di conquistare tutti sin dalla sua apparizione, è la protagonista assoluta delle numerose attività che si terranno per le vie della cittadina nella settimana di febbraio, con giochi, animazioni, sorprese, in una sorta di gioco senza frontiere capace di riportare gli adulti all’infanzia e i piccoli nel cuore del divertimento. Si comincia domenica 5 in due distinte postazioni (centro paese e località Fondo Grande) con la presentazione dell’evento e la composizione delle squadre che andranno a gareggiare. Dalla mattina successiva si inizia dalle 10,30 alle 13 circa, l’orario deputato alle gare giornaliere. Lunedì 6 ci si tuffa nella caccia al tesoro all’interno del comprensorio sciistico, alla ricerca dello “scrigno” collocato all’interno del “Baby Park” allestito a Fondo Grande. Martedì 7 è la volta del percorso a tempo da percorrere il più rapidamente possibile, affrontando due settori, in un caso con gli sci, nell’altro sulla neve senza. Mercoledì 8 ci si cimenta addirittura con le Olimpiadi: una sorta di triathlon sulla neve composto da gara di discesa, di fondo e di ciaspole o slittini. Giovedì 9 febbraio tocca ai giochi sportivi: in tre stazioni differenti, collegate da un percorso guidato, vengono proposte piccole prove di calcio, pallacanestro e cameriere. I Family Play sono protagonisti Venerdì 10 con una serie di prove in cui genitore e figlio dovranno collaborare, come nello “skilift umano”: l’adulto, servendosi di una fune, traina il figlio sugli sci verso monte, aggiudicandosi punti per la squadra. Sabato 11 la conclusione è riservata a Fotoemotion: i piccoli vengono accompagnati in giro per il comprensorio i loro scatti si aggiudicheranno un punteggio una volta rientrati. Per tutta la settimana la base operativa, cioè il luogo in cui inizieranno o termineranno le attività, sarà Fondo Grande. In caso di maltempo verranno proposte attività alternative all’interno di Palaghiaccio, Baby Park, sala Hotel Fondo Grande e altre strutture. Due eventi serali faranno da cornice alla settimana: il mercoledì presso la discoteca “John Club” e il sabato al Palaghiaccio per la festa di chiusura, con concerti e premiazioni. Per le prenotazioni contattare gli alberghi Folgaria Mania Ospitality attraverso il sito www.folgariaski.com nella sezione Vacanza. La Manny Card darà la possibilità di partecipare a tutti i giochi e le iniziative, e per chi non scia tornei di burraco, karaoke, tombolissima e altro ancora. Località Fondo Grande Folgaria (TN) - tel. +39.0464.723018 www.folgariaski.com
Fuga d’amore in spider, per San Valentino
Se i celebri amanti shakespeariani avessero avuto a disposizione una quattro ruote, il loro amore sarebbe stato certamente più felice e longevo! Così, per celebrare tutte le grandi passioni, Slow Drive, a San Valentino, dedica agli innamorati la più romantica delle fughe! Capelli scompigliati dalla brezza, occhiali da sole over-size, i panorami emozionanti del Lago di Garda e una fiammante Giulietta Spider – gioiello del design e icona degli anni ’60 – sono la favola vintage, da condividere con la propria dolce metà. Impossibile resistere per i car-addicted, anche perché, se si prenota entro il 14 febbraio 2012, si otterrà un prezzo speciale sul noleggio per la mezza giornata e lo sconto del 15% sul prezzo di listino per la giornata intera e il weekend. Sarà un prezioso cofanetto recapitato a casa, che contiene il voucher (valido 12 mesi) e il kit del perfetto guidatore, a coronare il vostro sogno d’amore on the road. Guantini in pelle per il “pilota Romeo”, occhiali da sole anni ’60 per la “vostra Giulietta”, il decalogo dello slow driver, mappe ed itinerari, la scheda descrittiva del veicolo e un modellino di spider d’epoca, saranno i vostri compagni di viaggio. L’itinerario da regalare (o regalarsi) si svolge inizialmente nella sponda bresciana del Lago di Garda, attraversando la Valtenesi, ricca di ulivi e viti, punteggiata da dolci pendii e piccoli castelli. Si arriva a Salò e Gardone Riviera (BS), con l’imperdibile Vitoriale degli italiani. In alternativa ci si può dedicare alla scoperta delle colline moreniche del basso Garda. Piccoli borghi di origine medievale, tra cui l’incantevole Borghetto sul Mincio e il delizioso Castellaro Lagusello, caratterizzano una campagna ricca di colori e sapori. Al ritorno si percorre la strada Gardesana, attraversando famose località come Sirmione e Desenzano del Garda.Oltre alla Giulietta Spider, sono a disposizione per il tour di Cupido anche Triumph Spitfire, Alfa Romeo Duetto, VW maggiolino cabriolet. Fiat 1500 cabriolet e Fiat 500 L. Info: tel. 030.9907712 – 338 9785124 – www.slowdrive.it
www.romantikhotels.com/Voels.
Aspettando San Valentino nel Castello di Casanova
Atmosfere settecentesche, cibi raffinati, grandi vini: questi gli ingredienti di “Aspettando San Valentino nel Castello di Casanova”, week-end dell’11 febbraio da trascorrere nel rilassante scenario del Collio goriziano, terra di nobili vini. Ad accogliere gli innamorati, il Castello di Spessa di Capriva del Friuli (Go), che nel ‘700 ospitò Giacomo Casanova e che ora è il cuore di un elegante Resort, circondato dal green di un campo da golf a 18 buche. Una romantica passeggiata nel parco secolare seguendo il fil rouge delle frasi di Casanova sull’amore, le donne, l’amicizia, la vita incise su tabella in ferro battuto; una camminata en plein air fra i vigneti della tenuta che fanno da corona al castello; una visita alla cantina duecentesca, la più antica e scenografica del Collio, dove invecchiano vini definiti “di qualità eccellente” da Casanova nelle sue Memorie; qualche ora di golf. E la sera, una Cena della seduzione a lume di candela, con Menù degustazione a sorpresa, nel ristorante La Tavernetta al Castello, eccellente Ristorante Gourmand ricavato dalla ristrutturazione di antichi rustici ai piedi del maniero. Info: tel. 0481.808124 – www.castellodispessa.it
San Valentino: weekend romantico in Trentino
Per la festa degli innamorati e per tutto l’anno L’Alphotel Taller**** riserva alla coppia l’opportunità di trascorrere tre giorni in una delle 6 suite dell’hotel costruita secondo criteri di bioarchitettura, dove il profumo del legno del cimolo e del larice rilassa la mente e caccia via lo stress. All’arrivo in hotel è inoltre offerto un flûte di spumante con frutta fresca. L’area wellness ha in serbo per la coppia un trattamento di peeling nella vasca nuvola, un abbraccio caldo e rilassante galleggiando sospesi sopra un letto d’acqua riscaldata a 38°. Dopo aver disteso ogni muscolo del corpo, il massaggio agli oli essenziali stimola la circolazione sanguigna e rinvigorisce lo spirito lasciando una piacevole sensazione di benessere. Non solo coccole, ma anche attività sportive: per chi desidera sciare, il comprensorio Superskirama Dolomiti Adamello Brenta è raggiungibile attraverso un breve sentiero nel bosco che dista 150 mt dall’hotel. Singolare iniziativa è inoltre proposta dal proprietario dell’hotel e Guida Alpina, Mario Taller; una camminata notturna con le ciaspole tra i boschi di Folgarida illuminati dalla luce della luna. Silenzio, pace e aria pura. E infine per cena il ristorante “Nonna Anna” riserva per la coppia un menu a base di specialità tipiche della cucina trentina, degustazione di vini e formaggi caratteristici della zona. Info tel. 0463 986234 . www.hoteltaller.it - www.dolomiti.it.
Carnevale resiano
L’elemento fondamentale del carnevale resiano è rappresentato dalla danza eseguita con i tipici strumenti musicali resiani, la citira (violino) e la bünkula (violoncello). Le danze si protraggono per ore e ore, nelle osterie e negli spazi predisposti per i festeggiamenti. Si balla anche all’esterno, in particolare domenica pomeriggio. Le maschere tradizionali sono di due tipi: “te lipe bile maškire”, le belle maschere bianche, le più conosciute perché sono presentate anche nelle esibizioni del gruppo folkloristico Val Resia e i “babaci” o “kukaci”, le maschere brutte. Le belle maschere bianche sono quelle più preziose, arricchite da variopinti nastri colorati e alti cappelli ornati con fiori di carta colorata. Mercoledì 22 infine ha luogo la processione e il funerale del “babaz” in piazza. Dopo un adeguato e delirante processo viene bruciato il fantoccio, a rappresentazione della fine del Carnevale. Dal 18 al 22 febbraio. A San Giorgio di Resia (UD). www.turismofvg.it
Master Cup, il circuito mondiale dello sci alpino riservato a uomini e donne over 30 iscritti alle liste della Federsci nazionale e internazionale. L’evento è articolato su tre gare (superG, gigante e slalom maschili e femminili) in programma sulle piste Nazionale, Sauc e Busa Grande dal 24 al 26 febbraio. Considerata unanimemente la tappa più importante della Coppa del Mondo Master (una sorta di Kitzbühel del massimo circuito di sci alpino), Piancavallo, è stata certificata “Master Top” proprio dalla federazione austriaca, notoriamente la più esigente dal punto di vista qualitativo nell’ambito dell’organizzazione degli sport invernali. Quella di Piancavallo è divenuta ormai tappa fissa e di riferimento mondiale per un circuito agonistico-amatoriale che può contare su 70mila praticanti nel mondo, 3mila dei quali in Italia dove si organizzano ogni anno 220 gare. Piancavallo, Aviano (PN). www.turismo.fvg.it
A Marrakech, giardini in fiore e neve sull’Atlante
Primavera: questo il periodo più dolce per visitare Marrakech, città imperiale, capitale del Sud del Marocco. Bounganville in fiore, alberi ricolmi di arance e, sullo sfondo, le nevi dell’Atlante. Bastano 3 ore d’aereo dall’Italia e ci si trova avvolti dal suo clima già caldo, un anticipo dell’estate, immersi nella sua magica atmosfera, fatta di colori e profumi, giardini lussureggianti e grandi piazze, palazzi principeschi e moschee, folle variopinte e caratteristici mercati. Splendidi i suoi giardini, cinti da alte mura. I più affascinanti sono i Giardini Majorelle dove riposano le ceneri di Yves St. Laurent, che ne era il proprietario e li ha lasciati in eredità alla città: a renderli unici sono molto i rari uccelli che li popolano e la ricca e foltissima collezione di piante provenienti da tutto il mondo che fa da cornice il blu intenso dei padiglioni, un colore splendido e vivissimo inventato dal pittore francese Louis Majorelle (che creò il parco ai primi del ‘900) e che in suo onore si chiama ancor oggi Blu Majorelle. I più noti sono i Giardini della Menara, cinti da un muro lungo oltre un chilometro, con il suo enorme bacino d’acqua in cui si specchia il noto padiglione a tegole verdi, fra i simboli di Marrakech. E poi, il Giardino dell’Agdal, quello rispendente di rose che circonda la Koutoubia e mille altri ancora, che in questo periodo dell’anno si mostrano nel loro splendore, prima della calura estiva. A una decina di minuti dai giardini Majorelle, il Riad Sable Chaud è un’oasi di pace ed eleganza che accoglie gli ospiti con gli inediti sapori della cucina primaverile, tutta giocata su tenere verdure, saporiti frutti, spezie profumate. Per loro organizza in primavera il Tour dei Giardini in auto privata con autista: un affascinate itinerario alla scoperta di fiori, piante, fontane, bacini d’acqua in cui si specchiano armoniose architetture. Ricavato dalla ristrutturazione di un’antica dimora nel cuore della Medina (la parte storica di Marrakech), ha 5 stanze arredate con mobili antichi, oggetti d’arte, decorazioni in un sapiente mix fra spunti etnici africani e raffinatezza europea, ha una grande terrazza panoramica con giardino pensile, dove prendere il sole su comode chaises longues o leggere all’ombra della pergola. www.riadsablechaud.com.
Non soltanto sci nelle Valli di Tures e Aurina (BZ)
Se vi siete appena svegliati e vedete bianco, non allarmatevi e posate la cornetta del telefono col numero della guardia medica già inserito. E’ probabile che vi troviate nelle Valli di Tures e Aurina (BZ), un luogo dove la neve arriva puntuale come un orologio svizzero trapiantato nella zona più settentrionale dell’Alto Adige, per la gioia di chi non concepisce una vacanza invernale senza gli sci o la tavola snowboard ai piedi, che può tra le altre cose cimentarsi con la pista caratterizzata dal maggiore dislivello dell’intero Sudtirolo, dai 2400 metri della partenza del rifugio Sonnklar ai 900 del punto d’arrivo. Un vero Eldorado per lo sci alpinismo. Per chi invece trema al solo pensiero della caduta da fermo, la prospettiva di partire già seduto potrebbe risultare allettante: l’Alpine Coaster, pista per slittini su rotaia sul Klausberg – periodicamente aperta anche in notturna – è una tentazione per grandi mascherata da attrattiva per i più piccoli. Un chilometro e mezzo di azione e spettacolo in mezzo alla natura e alle montagne, che scende verso valle alzandosi anche fino a 10 metri di altezza non può lasciare indifferente il rappresentante di nessuna fascia di età. Soprattutto se il finale di una giornata passata tra le lamine e la neve va in scena al ristorante “Kristallalm” alla stazione Monte Klausberg o in uno degli oltre 50 rifugi e malghe aperti al pubblico. Magari con gli occhi rivolti all’orizzonte per assistere agli spettacolari SKISHOW notturni del mercoledì. Chi alla velocità preferisce invece una ritmica sgambata alternata alla contemplazione del panorama circostante, sarà lieto di sapere che le Valli di Tures e Aurina – il cui territorio fa parte del Dolomiti Nordic Ski – dispongono di ottime piste di fondo in quota che si snodano attraverso il paesaggio e che le ciaspole ai piedi sono una valida alternativa per vivere l’inverno nel suo lato più suggestivo, avventurandosi in passeggiate solitarie o in gite accompagnate nel parco naturale. Gli eterni indecisi tra mare e montagna, così come i nostalgici delle discese tra le rocce, possono sciogliere i dubbi e rimettere in tasca il fazzoletto, dal momento che su queste nevi lo snowrafting è la norma. E non è raro – magari nella pausa di un’arrampicata sul ghiaccio sull’altopiano di Riva di Tures o Selva dei Molini – avvistare un gommone sfrecciare sulla superficie bianca. Le Valli di Tures e Aurina sono infine rinomate per venire incontro anche al desiderio dal sapore aristocratico di vacanze improntate sull’atmosfera romantica di gite in carrozza o sulla semplice passione ippica, con la corsa di cavalli avelignesi con la slitta. Info tel. 0474.652081 www.tures-aurina.com/inverno
7 giorni con Manny, a tutto divertimento
Dal 5 al 12 febbraio 2012 FolgariaSki trasforma il paese trentino in un paradiso del divertimento., avverando i sogni di grandi e piccini nel corso della prima edizione della “Settimana di Manny”. La mascotte del Carosello alpino, capace di conquistare tutti sin dalla sua apparizione, è la protagonista assoluta delle numerose attività che si terranno per le vie della cittadina nella settimana di febbraio, con giochi, animazioni, sorprese, in una sorta di gioco senza frontiere capace di riportare gli adulti all’infanzia e i piccoli nel cuore del divertimento. Si comincia domenica 5 in due distinte postazioni (centro paese e località Fondo Grande) con la presentazione dell’evento e la composizione delle squadre che andranno a gareggiare. Dalla mattina successiva si inizia dalle 10,30 alle 13 circa, l’orario deputato alle gare giornaliere. Lunedì 6 ci si tuffa nella caccia al tesoro all’interno del comprensorio sciistico, alla ricerca dello “scrigno” collocato all’interno del “Baby Park” allestito a Fondo Grande. Martedì 7 è la volta del percorso a tempo da percorrere il più rapidamente possibile, affrontando due settori, in un caso con gli sci, nell’altro sulla neve senza. Mercoledì 8 ci si cimenta addirittura con le Olimpiadi: una sorta di triathlon sulla neve composto da gara di discesa, di fondo e di ciaspole o slittini. Giovedì 9 febbraio tocca ai giochi sportivi: in tre stazioni differenti, collegate da un percorso guidato, vengono proposte piccole prove di calcio, pallacanestro e cameriere. I Family Play sono protagonisti Venerdì 10 con una serie di prove in cui genitore e figlio dovranno collaborare, come nello “skilift umano”: l’adulto, servendosi di una fune, traina il figlio sugli sci verso monte, aggiudicandosi punti per la squadra. Sabato 11 la conclusione è riservata a Fotoemotion: i piccoli vengono accompagnati in giro per il comprensorio i loro scatti si aggiudicheranno un punteggio una volta rientrati. Per tutta la settimana la base operativa, cioè il luogo in cui inizieranno o termineranno le attività, sarà Fondo Grande. In caso di maltempo verranno proposte attività alternative all’interno di Palaghiaccio, Baby Park, sala Hotel Fondo Grande e altre strutture. Due eventi serali faranno da cornice alla settimana: il mercoledì presso la discoteca “John Club” e il sabato al Palaghiaccio per la festa di chiusura, con concerti e premiazioni. Per le prenotazioni contattare gli alberghi Folgaria Mania Ospitality attraverso il sito www.folgariaski.com nella sezione Vacanza. La Manny Card darà la possibilità di partecipare a tutti i giochi e le iniziative, e per chi non scia tornei di burraco, karaoke, tombolissima e altro ancora. Località Fondo Grande Folgaria (TN) - tel. +39.0464.723018 www.folgariaski.com
Fuga d’amore in spider, per San Valentino
Se i celebri amanti shakespeariani avessero avuto a disposizione una quattro ruote, il loro amore sarebbe stato certamente più felice e longevo! Così, per celebrare tutte le grandi passioni, Slow Drive, a San Valentino, dedica agli innamorati la più romantica delle fughe! Capelli scompigliati dalla brezza, occhiali da sole over-size, i panorami emozionanti del Lago di Garda e una fiammante Giulietta Spider – gioiello del design e icona degli anni ’60 – sono la favola vintage, da condividere con la propria dolce metà. Impossibile resistere per i car-addicted, anche perché, se si prenota entro il 14 febbraio 2012, si otterrà un prezzo speciale sul noleggio per la mezza giornata e lo sconto del 15% sul prezzo di listino per la giornata intera e il weekend. Sarà un prezioso cofanetto recapitato a casa, che contiene il voucher (valido 12 mesi) e il kit del perfetto guidatore, a coronare il vostro sogno d’amore on the road. Guantini in pelle per il “pilota Romeo”, occhiali da sole anni ’60 per la “vostra Giulietta”, il decalogo dello slow driver, mappe ed itinerari, la scheda descrittiva del veicolo e un modellino di spider d’epoca, saranno i vostri compagni di viaggio. L’itinerario da regalare (o regalarsi) si svolge inizialmente nella sponda bresciana del Lago di Garda, attraversando la Valtenesi, ricca di ulivi e viti, punteggiata da dolci pendii e piccoli castelli. Si arriva a Salò e Gardone Riviera (BS), con l’imperdibile Vitoriale degli italiani. In alternativa ci si può dedicare alla scoperta delle colline moreniche del basso Garda. Piccoli borghi di origine medievale, tra cui l’incantevole Borghetto sul Mincio e il delizioso Castellaro Lagusello, caratterizzano una campagna ricca di colori e sapori. Al ritorno si percorre la strada Gardesana, attraversando famose località come Sirmione e Desenzano del Garda.Oltre alla Giulietta Spider, sono a disposizione per il tour di Cupido anche Triumph Spitfire, Alfa Romeo Duetto, VW maggiolino cabriolet. Fiat 1500 cabriolet e Fiat 500 L. Info: tel. 030.9907712 – 338 9785124 – www.slowdrive.it
CUCINA
Il Master of Food & Wine arriva al Park Hyatt Milano
Per la prima volta a Milano arriva il master of Food & Wine, l’evento che si svolge in contemporanea nei 21 Park Hyatt nel mondo. Il format articolato in 4 date, nel 2012, faranno scoprire sapori, ingredienti e profumi della tradizione italiana, guidati dall’executive chef del VUN Andrea Aprea. Quatto i week end previsti, solo su prenotazione, per un massimo di 20 persone. Gli appuntamenti si svolgono tra sabato mattina – con una escursione in esterni – e domenica mattina, con un evento nella Cupola del Park Hyatt Milano. Il ristorante VUN si prepara per il secondo appuntamento della serie di Mani in Pasta. Questa volta sarà Pino Cuttaia – che col suo Alla Madia e Licata ha meritato le due stelle Michelin – lo chef à dialogare con Andrea Aprea per una serata di virtù gastronomiche. Questo il menù, a quattro mani, per la serata dell’8 febbraio: Aperitivo di Andrea Aprea – Capesante, mela verde, zenzero, yogurt e bottarga di Andrea Aprea – Linguine cotte all’estratto di cavolo rosso, burrata, aringa, pinoli e crescione di Andrea Apea – Cannolo di melanzana in pasta croccante, con ricotta, pomodorini e ragusano DOP di Pino Cuttaia – Baccalà all’affumicatura di pigna, patata schiacciata e condimento alla pizzaiola. Di Pino Cuttaia – Rabarbaro , biscotto all’olio d’oliva, cioccolato bianco e arachidi di dessert Andrea Aprea/Galileo Reposo. Pino Cuttaia. Dopo una lunga esperienza al Nord, nel 2000 è tornato in Sicilia dove, assieme alla moglie Loredana, ha aperto il ristorante La Madia a Licata. Nel 2008 riceve i “Tre cappelli” della guida L’Espresso. Nel 2009 la seconda stella Michelin e le “Tre forchette” del Gambero Rosso. Dal 2009 è fra i “Cinque Baci” della guida Bilenda, dell’AIS. Nel 2010 entra a far parte de Le Soste. Nel 2011 riceve le Due medaglie della guida Turing. Mani in pasta proseguirà poi con altri due appuntamenti stellati: l’8 marzo Nino Di Costanzo - Ristorante Il Mosaico dell’Hotel Terme Manzi di Ischia. Il 12 aprile Antonio Guida – Ristorante Il Pellicano di Porto Ercole. Il prezzo della cena è di 85.00 euro per persona, vini inclusi. Per prenotazioni tel. 02/88 211234 oppure scrivere a: restaurantvun.milan@hyatt.com.
Gran Festa del Bollito a Fontanellato (PR)
La festa del Bollito è dedicata a tutti i modi di cucinare e servire la carne, dalle parti più nobili fino a quelle più comuni. Il programma: “Il riuso in cucina: il bollito non conosce la crisi” tavola rotonda enogastronomica in Rocca Sanvitale a Fontanellato (19 km da Parma, Centro Commerciale Culturale Naturale, Cittaslow, Città d’Arte e Cultura, Bandiera Arancione del TCI) con un cuoco di fama, coordinata dai giornalisti enogastronomi Sandro Piovani della testata Gazzetta di Parma e Andrea Grignaffini, direttore creativo della rivista Spirito di Vino; a pranzo “Il Bollito di Parma a Parma: Sapori di Ieri, Saperi di Oggi, Piaceri di Sempre”, degustazioni in Castello di bolliti con i cuochi di corte di Alma – Scuola Internazionale di Cucina Italiana; disfida del gusto con gare di salse tipiche e valutazioni di una giuria di qualità e una giuria di giovani; banco dei macellai che presentano e vendono tagli di carne per un gustoso bollito a cura dell’azienda An.fo.ra. di Fontanellato e stand di prodotti tipici a cura del Salumificio Bruno Rossi di Fontanellato; esposizione di capi di bestiame e vitelli per la gioia dei bambini; visita guidata tematica per bambini alla Rocca Sanvitale “Principesse e Corte: Sissi in Castello – come mangiavano i nobili dell’Ottocento?”. Il Bollito nel Territorio. Degustazione nei ristoranti di Fontanellato. La migliore tradizione dei bolliti nei locali che hanno aderito alla manifestazione: quali sono i ristoranti coinvolti? Aderiscono: Agriturismo Podere Roveto (Cannetolo di Fontanellato), Agriturismo Fattoria del Boschetto (Casalbarbato di Fontanellato), Ristorante Mezzadri (Paroletta di Fontanellato. In paese: Gastronomia A Tavola, Ristorante Europa, Ristorante Locanda Nazionale, Ristorante Trattoria Teatro, degusteria-lunch Il Pasticcere. Possibilità di aree camper attrezzate per i camperisti. Info: Iat Rocca Sanvitale: tel. 0521.829055. www.comune.fontanellato.pr.it.
L’"arte" di Renzini sposa l’arte
Il norcino umbro doc accompagna, in veste di sponsor, i capolavori del grande corregionale Alberto Burri all’Estorick di Londra per una mostra memorabile, in calendario per tre mesi dal 13 gennaio. Sempre con intento artistico, Mastro Dante invita tutti ad aiutarlo a trovare il nome all’ultimo nato della sua Cantina Albea: il nuovo vino Vendeca. L’Umbria del “bello” unita all’Umbria del “buono”: il mix si realizza grazie al cavalier Dante Renzini che ha voluto sponsorizzare, con il famoso marchio della sua azienda salumiera, la trasferta a Londra di 50 opere del celebre artista umbro Alberto Burri. Mastro Dante ha espresso la sua adesione al progetto, curato da Massimo Duranti, durante la presentazione della mostra “Form an matter” avvenuta nei giorni scorsi a Palazzo Donini a Perugia, al cospetto delle autorità regionali. Così l’estemporanea di capolavori di Burri, che sarà ospitata dall’Estorick Collection of Modem Italian Art per tre mesi, dal 13 gennaio, simbolicamente porterà in sé il sentimento artistico di Renzini che non si sottrae mai e fa la sua parte quando si tratta di promuovere all’estero qualunque eccellenza del made in Italy. Nella villa georgiana, in Canonburry square, anche per merito del “mecenate” di Montecastelli, verrà perciò colmata una lacuna e sarà finalmente esposta la produzione del periodo dal 1950 al 1980, ovvero dai primi figurativi al cellotex, del medico-artista di Città di Castello, di cui è prevista un’altra mostra tra due anni, al Guggenheim di New York, in attesa di quella del 2015 nella località tifernate, per il centenario della sua nascita. Con ogni probabilità Renzini non vorrà mancare agli altri due appuntamenti del suo conterraneo. Intanto il norcino doc non tralascia gli incontri pubblici in patria, offrendo il suo sostegno ad altre iniziative. Questi salumi straordinari, magri e saporiti, meritano di essere abbinati a un vino altrettanto raffinato, come quello appena creato nella mia cantina di Alberobello, a base di Verdeca, definito “Riservato” in quanto destinato esclusivamente agli intenditori. A proposito del nuovo nato dalle sue vigne della Valle d’Itria, Renzini lancia un appello: dal momento che questo “nettare di Bacco” non ha ancora un nome, tutti sono invitati a trovarne uno appropriato! “In via provvisoria, l’abbiamo chiamato “Albea”, ma gli occorre un nome più significativo”, spiega il patron, “Il vino di Verdeca rispecchia il vitigno d’origine, che, di buona vigoria e a grappoli grandi, predilige terreni profondi, ricchi di scheletro e minerali, ed è la base delle Doc Locorotondo e Martina. Il risultato nel bicchiere è elegante e piacevole, ha profumo gradevole e delicato e mostra buona sapidità e acidità, unite a freschezza, con note vegetali”. Per informazioni: tel. 075/9418611-18 www.renzini.it.
Le stagioni sulla tavola
L’avvicendarsi delle stagioni investe la natura con la stessa contagiosa forza di un cambio d’abito che prevede la totale rivoluzione di ogni accessorio che possa stonare col nuovo aspetto. Tiziana Castelluccio, esperta di cucina, naturopata e nutrizionista, ha pensato a una serie di corsi – con un’unica eccezione – proveranno per tutto il 2012 ad inseguire le stagioni, portando anche sulla tavola un frammento del momento dell’anno che cambia i colori e le forme del paesaggio. Oltre ad essere una scuola di cucina naturale e prevalentemente vegetariana, un’occasione di condividere per imparare le qualità delle combinazioni alimentari e approfondire le conoscenze sul cibo come forma preventiva di salute. Non esiste dunque luogo migliore del B&B “Il Richiamo del Bosco”, nel cuore dei Boschi di Carrega, vicino a Sala Baganza (a 15 km da Parma), per prendere spunto dall’ambiente che avvolge e spia dalle grandi vetrate come una modella alla quale si chieda di mantenere, anche solo per un attimo, quella posizione che consente un’esecuzione precisa. Si parte l’11 febbraio, con un incontro a tema “San Valentino”, pensato per creare forme di complicità culinaria. Il 24 marzo, “Primavera” celebra l’arrivo della nuova veste della natura, con una serie di piatti che sembrano creati apposta per accompagnare il cambio di stagione in cucina. Il 19 maggio si gioca invece in anticipo e sulla tavola arriva “Estate, per non farsi trovare impreparati ad un momento dell’anno che di norma è caratterizzata da cibi freschi, crudi o poco cotti. “Autunno”, il 29 settembre, si concentra invece su una gastronomia sana e di transizione, mentre il 18 novembre sarà “Inverno” ad offrire un vero e proprio assaggio di una natura che protegge e riscalda lo stomaco e il cuore. Tutti i corsi tematici si svolgeranno dalle 15,30 alle 19,00 nella grande cucina con enormi finestre che si affacciano sul bosco e si concluderanno con una cena comune, in cui si degusteranno le prelibatezza imparate (e cucinate) durante la lezione. Il B&B “Il Richiamo del Bosco invita inoltre a trascorrere la notte nel bosco, per vivere appieno l’esperienza al contatto con la natura. Per informazioni tel. 335.8388895; 0521.1817490 La prenotazione è obbligatoria perché i posti sono limitati. www.ilrichiamodelbosco.it.
Le ricette del Buon Ricordo per l’Unità d’Italia
122 ricette ispirate dall’Unità d’Italia. Raccolte in un elegante e maneggevole Ricettario, son il tributo che i Ristoranti del Buon Ricordo rivolgono ai 150 anni dell’unificazione d’Italia. “Per partecipare ad una celebrazione in cui si crede, quello che ciascuno può fare è offrire al meglio quello che sa fare – dice il presidente dell’URBR Ovidio Mugnai – E noi, ristoratori associati all’Unione dei Ristoranti del Buon Ricordo, questo facciamo, proponiamo cibi, secondo ricette con le quali ci esprimiamo, per creatività e tradizione”. Alcune sono state create per l’occasione, ma la maggior parte affondano le loro radici nella tradizione gastronomica regionale e altre, addirittura, sono state recuperate storicamente dalla conoscenza di personaggi ed episodi, autentici o leggendari, nel lungo cammino unitario. Ciascun ristorante ha scavato nella sua storia e nelle sue memorie, riscoprendo piatti in cui echeggiano riferimenti illustri, da Garibaldi a Verdi, ma anche cibi popolari e apprezzatissimi a quel tempo, ora in disuso. Si va dai Passatelli tricolori al carpaccio di pesce spada all’italiana, dai Lingotti tricolori con papera muta alla Pappa al pomodoro patriottica, al Piatto Tre colpi Tricolore. E così, pagina dopo pagina, ecco il Ciuppin allo scoglio dei Mille, gli Agnolotti alla Cavour, il Risotto alla Giuseppe Verdi con culatello di Zibello, lo Stocafisso in umido con patate (prediletto da Garibaldi, che nemmeno in esilio a Caprera rinunciava al suo amatissimo stoccafisso di cui si faceva regolarmente rifornire da Livorno) …Le ricette sono corredate da storie e aneddoti e ciascuna è abbinata ad un vino. A fare da corollario, il brioso saggio “L’Unità d’Italia da Garibaldi all’Artusi”, in cui Francesco Soletti ripercorre le tappe dell’unificazione a tavola dell’Italia, a partire dal non facile affrancamento dalla nostra cucina da quella francese, in voga fino all’800. La nascita dell’industria alimentare, la rivoluzione del frigorifero e delle scatolette, Pellegrino Artusi, che ha realmente unificato l’Italia a tavola, favorendo per primo la conoscenza di prodotti, usi e costumi di cucina, tipicità e tradizioni. In un Paese da poco unito, ma molto diverso e diseguale, si scopriva allora con piacere le abitudini degli altri italiani, un tempo separati, lontani, a volte nemici, ma ora liberi di approfondire , anche a tavola, la loro conoscenza. Info: tel. 02 80582278 – www.buonricordo.com
I professionisti della cucina della FIC
L’appuntamento della FIC: 3° Campionato Nazionale di Finger Food (diventato quest’anno 1° Campionato Internazionale di F.F.) che si terrà dal 5 al 7 febbraio presso la Galleria 7 – 8 della Fiera di Padova, nell’ambito di Tecno&Food. La Federazione ha concesso il suo patrocinio alla competizione, che testimonia un’innovazione nella gastronomia italiana ed è suddivisa per categorie. In due gironi distinti, i concorrenti junior e senior dovranno interpretare le “carni bianche”, in base al proprio bagaglio professionale, culturale e del territorio di appartenenza e secondo la cucina calda e fredda. Gli chef in gara dovranno soddisfare con i loro bocconcini tutti e cinque i sensi della giuria che si atterrà ai principi codificati in materia dal Comitato Scientifico di cui fa parte Marco Valletta, responsabile delle pubbliche relazioni della NIC-Nazionale Italiana Cuochi: Sostenuto dalle due riviste specializzate “Zafferano” e “L’Arte in Cucina”, il gruppo tecnico ha analizzato sette anni di pratica di “finger food” e ha messo a punto precise norme per una corretta preparazione degli stessi. Le proposte culinarie che stanno in un solo boccone sono ormai entrate nel menù quotidiano, ma richiedono inventiva e devono corrispondere a canoni, come l’utilizzo di almeno tre ingredienti, scelti per analogia o per contrasto. Non tutto può diventare “finger food”, in particolare i dolci”! La nuova filosofia dello Chef on Show, che crea spettacolo nella realizzazione dei bocconcini, avrà il suo clou nella serata di apertura del Campionato di Finger Food: nell’occasione, la cena delineerà un percorso multisensoriale di cinque portate, con cinque “finger food”, destinate a rappresentare tutte le regioni d’Italia. Autori dell’evento esclusivo sono Marco Valletta e il collega della FIC Gianluca Tomasi, che hanno anche firmato il libro “Chef in punta di dita” (edito da Zafferano). Info: tel. 06/4402178-44202209 - www.fic.it
Il “futuro/presente” della Federcuochi
Al termine di un intenso anno di lavoro, l’unico organo ufficiale italiano della categoria è impegnato in buoni propositi, bilanci e previsioni per il 2012. Il “menù” dei prossimi 12 mesi della FIC inizia con la partecipazione, da protagonista, al progetto “Distretti in Cucina”, promosso dal Ministero dello Sviluppo Economico pr la valorizzazione di prodotti agroalimentari made in Italy; “piatto forte” della Federazione sarà “la salute e la sicurezza del cuoco”, la cui professione è al vertice della classifica di rischio di mortalità, secondo l’OMS. Di “contorno”, eventi grandi e piccoli daranno prova delle capacità del Gruppo, come avvenuto a Dubai e a Roma. Per informazioni: FIC, Piazzale delle Crociate 15, Roma tel. 06/4402178-44202209. - www.fic.it
Per la prima volta a Milano arriva il master of Food & Wine, l’evento che si svolge in contemporanea nei 21 Park Hyatt nel mondo. Il format articolato in 4 date, nel 2012, faranno scoprire sapori, ingredienti e profumi della tradizione italiana, guidati dall’executive chef del VUN Andrea Aprea. Quatto i week end previsti, solo su prenotazione, per un massimo di 20 persone. Gli appuntamenti si svolgono tra sabato mattina – con una escursione in esterni – e domenica mattina, con un evento nella Cupola del Park Hyatt Milano. Il ristorante VUN si prepara per il secondo appuntamento della serie di Mani in Pasta. Questa volta sarà Pino Cuttaia – che col suo Alla Madia e Licata ha meritato le due stelle Michelin – lo chef à dialogare con Andrea Aprea per una serata di virtù gastronomiche. Questo il menù, a quattro mani, per la serata dell’8 febbraio: Aperitivo di Andrea Aprea – Capesante, mela verde, zenzero, yogurt e bottarga di Andrea Aprea – Linguine cotte all’estratto di cavolo rosso, burrata, aringa, pinoli e crescione di Andrea Apea – Cannolo di melanzana in pasta croccante, con ricotta, pomodorini e ragusano DOP di Pino Cuttaia – Baccalà all’affumicatura di pigna, patata schiacciata e condimento alla pizzaiola. Di Pino Cuttaia – Rabarbaro , biscotto all’olio d’oliva, cioccolato bianco e arachidi di dessert Andrea Aprea/Galileo Reposo. Pino Cuttaia. Dopo una lunga esperienza al Nord, nel 2000 è tornato in Sicilia dove, assieme alla moglie Loredana, ha aperto il ristorante La Madia a Licata. Nel 2008 riceve i “Tre cappelli” della guida L’Espresso. Nel 2009 la seconda stella Michelin e le “Tre forchette” del Gambero Rosso. Dal 2009 è fra i “Cinque Baci” della guida Bilenda, dell’AIS. Nel 2010 entra a far parte de Le Soste. Nel 2011 riceve le Due medaglie della guida Turing. Mani in pasta proseguirà poi con altri due appuntamenti stellati: l’8 marzo Nino Di Costanzo - Ristorante Il Mosaico dell’Hotel Terme Manzi di Ischia. Il 12 aprile Antonio Guida – Ristorante Il Pellicano di Porto Ercole. Il prezzo della cena è di 85.00 euro per persona, vini inclusi. Per prenotazioni tel. 02/88 211234 oppure scrivere a: restaurantvun.milan@hyatt.com.
Gran Festa del Bollito a Fontanellato (PR)
La festa del Bollito è dedicata a tutti i modi di cucinare e servire la carne, dalle parti più nobili fino a quelle più comuni. Il programma: “Il riuso in cucina: il bollito non conosce la crisi” tavola rotonda enogastronomica in Rocca Sanvitale a Fontanellato (19 km da Parma, Centro Commerciale Culturale Naturale, Cittaslow, Città d’Arte e Cultura, Bandiera Arancione del TCI) con un cuoco di fama, coordinata dai giornalisti enogastronomi Sandro Piovani della testata Gazzetta di Parma e Andrea Grignaffini, direttore creativo della rivista Spirito di Vino; a pranzo “Il Bollito di Parma a Parma: Sapori di Ieri, Saperi di Oggi, Piaceri di Sempre”, degustazioni in Castello di bolliti con i cuochi di corte di Alma – Scuola Internazionale di Cucina Italiana; disfida del gusto con gare di salse tipiche e valutazioni di una giuria di qualità e una giuria di giovani; banco dei macellai che presentano e vendono tagli di carne per un gustoso bollito a cura dell’azienda An.fo.ra. di Fontanellato e stand di prodotti tipici a cura del Salumificio Bruno Rossi di Fontanellato; esposizione di capi di bestiame e vitelli per la gioia dei bambini; visita guidata tematica per bambini alla Rocca Sanvitale “Principesse e Corte: Sissi in Castello – come mangiavano i nobili dell’Ottocento?”. Il Bollito nel Territorio. Degustazione nei ristoranti di Fontanellato. La migliore tradizione dei bolliti nei locali che hanno aderito alla manifestazione: quali sono i ristoranti coinvolti? Aderiscono: Agriturismo Podere Roveto (Cannetolo di Fontanellato), Agriturismo Fattoria del Boschetto (Casalbarbato di Fontanellato), Ristorante Mezzadri (Paroletta di Fontanellato. In paese: Gastronomia A Tavola, Ristorante Europa, Ristorante Locanda Nazionale, Ristorante Trattoria Teatro, degusteria-lunch Il Pasticcere. Possibilità di aree camper attrezzate per i camperisti. Info: Iat Rocca Sanvitale: tel. 0521.829055. www.comune.fontanellato.pr.it.
L’"arte" di Renzini sposa l’arte
Il norcino umbro doc accompagna, in veste di sponsor, i capolavori del grande corregionale Alberto Burri all’Estorick di Londra per una mostra memorabile, in calendario per tre mesi dal 13 gennaio. Sempre con intento artistico, Mastro Dante invita tutti ad aiutarlo a trovare il nome all’ultimo nato della sua Cantina Albea: il nuovo vino Vendeca. L’Umbria del “bello” unita all’Umbria del “buono”: il mix si realizza grazie al cavalier Dante Renzini che ha voluto sponsorizzare, con il famoso marchio della sua azienda salumiera, la trasferta a Londra di 50 opere del celebre artista umbro Alberto Burri. Mastro Dante ha espresso la sua adesione al progetto, curato da Massimo Duranti, durante la presentazione della mostra “Form an matter” avvenuta nei giorni scorsi a Palazzo Donini a Perugia, al cospetto delle autorità regionali. Così l’estemporanea di capolavori di Burri, che sarà ospitata dall’Estorick Collection of Modem Italian Art per tre mesi, dal 13 gennaio, simbolicamente porterà in sé il sentimento artistico di Renzini che non si sottrae mai e fa la sua parte quando si tratta di promuovere all’estero qualunque eccellenza del made in Italy. Nella villa georgiana, in Canonburry square, anche per merito del “mecenate” di Montecastelli, verrà perciò colmata una lacuna e sarà finalmente esposta la produzione del periodo dal 1950 al 1980, ovvero dai primi figurativi al cellotex, del medico-artista di Città di Castello, di cui è prevista un’altra mostra tra due anni, al Guggenheim di New York, in attesa di quella del 2015 nella località tifernate, per il centenario della sua nascita. Con ogni probabilità Renzini non vorrà mancare agli altri due appuntamenti del suo conterraneo. Intanto il norcino doc non tralascia gli incontri pubblici in patria, offrendo il suo sostegno ad altre iniziative. Questi salumi straordinari, magri e saporiti, meritano di essere abbinati a un vino altrettanto raffinato, come quello appena creato nella mia cantina di Alberobello, a base di Verdeca, definito “Riservato” in quanto destinato esclusivamente agli intenditori. A proposito del nuovo nato dalle sue vigne della Valle d’Itria, Renzini lancia un appello: dal momento che questo “nettare di Bacco” non ha ancora un nome, tutti sono invitati a trovarne uno appropriato! “In via provvisoria, l’abbiamo chiamato “Albea”, ma gli occorre un nome più significativo”, spiega il patron, “Il vino di Verdeca rispecchia il vitigno d’origine, che, di buona vigoria e a grappoli grandi, predilige terreni profondi, ricchi di scheletro e minerali, ed è la base delle Doc Locorotondo e Martina. Il risultato nel bicchiere è elegante e piacevole, ha profumo gradevole e delicato e mostra buona sapidità e acidità, unite a freschezza, con note vegetali”. Per informazioni: tel. 075/9418611-18 www.renzini.it.
Le stagioni sulla tavola
L’avvicendarsi delle stagioni investe la natura con la stessa contagiosa forza di un cambio d’abito che prevede la totale rivoluzione di ogni accessorio che possa stonare col nuovo aspetto. Tiziana Castelluccio, esperta di cucina, naturopata e nutrizionista, ha pensato a una serie di corsi – con un’unica eccezione – proveranno per tutto il 2012 ad inseguire le stagioni, portando anche sulla tavola un frammento del momento dell’anno che cambia i colori e le forme del paesaggio. Oltre ad essere una scuola di cucina naturale e prevalentemente vegetariana, un’occasione di condividere per imparare le qualità delle combinazioni alimentari e approfondire le conoscenze sul cibo come forma preventiva di salute. Non esiste dunque luogo migliore del B&B “Il Richiamo del Bosco”, nel cuore dei Boschi di Carrega, vicino a Sala Baganza (a 15 km da Parma), per prendere spunto dall’ambiente che avvolge e spia dalle grandi vetrate come una modella alla quale si chieda di mantenere, anche solo per un attimo, quella posizione che consente un’esecuzione precisa. Si parte l’11 febbraio, con un incontro a tema “San Valentino”, pensato per creare forme di complicità culinaria. Il 24 marzo, “Primavera” celebra l’arrivo della nuova veste della natura, con una serie di piatti che sembrano creati apposta per accompagnare il cambio di stagione in cucina. Il 19 maggio si gioca invece in anticipo e sulla tavola arriva “Estate, per non farsi trovare impreparati ad un momento dell’anno che di norma è caratterizzata da cibi freschi, crudi o poco cotti. “Autunno”, il 29 settembre, si concentra invece su una gastronomia sana e di transizione, mentre il 18 novembre sarà “Inverno” ad offrire un vero e proprio assaggio di una natura che protegge e riscalda lo stomaco e il cuore. Tutti i corsi tematici si svolgeranno dalle 15,30 alle 19,00 nella grande cucina con enormi finestre che si affacciano sul bosco e si concluderanno con una cena comune, in cui si degusteranno le prelibatezza imparate (e cucinate) durante la lezione. Il B&B “Il Richiamo del Bosco invita inoltre a trascorrere la notte nel bosco, per vivere appieno l’esperienza al contatto con la natura. Per informazioni tel. 335.8388895; 0521.1817490 La prenotazione è obbligatoria perché i posti sono limitati. www.ilrichiamodelbosco.it.
Le ricette del Buon Ricordo per l’Unità d’Italia
122 ricette ispirate dall’Unità d’Italia. Raccolte in un elegante e maneggevole Ricettario, son il tributo che i Ristoranti del Buon Ricordo rivolgono ai 150 anni dell’unificazione d’Italia. “Per partecipare ad una celebrazione in cui si crede, quello che ciascuno può fare è offrire al meglio quello che sa fare – dice il presidente dell’URBR Ovidio Mugnai – E noi, ristoratori associati all’Unione dei Ristoranti del Buon Ricordo, questo facciamo, proponiamo cibi, secondo ricette con le quali ci esprimiamo, per creatività e tradizione”. Alcune sono state create per l’occasione, ma la maggior parte affondano le loro radici nella tradizione gastronomica regionale e altre, addirittura, sono state recuperate storicamente dalla conoscenza di personaggi ed episodi, autentici o leggendari, nel lungo cammino unitario. Ciascun ristorante ha scavato nella sua storia e nelle sue memorie, riscoprendo piatti in cui echeggiano riferimenti illustri, da Garibaldi a Verdi, ma anche cibi popolari e apprezzatissimi a quel tempo, ora in disuso. Si va dai Passatelli tricolori al carpaccio di pesce spada all’italiana, dai Lingotti tricolori con papera muta alla Pappa al pomodoro patriottica, al Piatto Tre colpi Tricolore. E così, pagina dopo pagina, ecco il Ciuppin allo scoglio dei Mille, gli Agnolotti alla Cavour, il Risotto alla Giuseppe Verdi con culatello di Zibello, lo Stocafisso in umido con patate (prediletto da Garibaldi, che nemmeno in esilio a Caprera rinunciava al suo amatissimo stoccafisso di cui si faceva regolarmente rifornire da Livorno) …Le ricette sono corredate da storie e aneddoti e ciascuna è abbinata ad un vino. A fare da corollario, il brioso saggio “L’Unità d’Italia da Garibaldi all’Artusi”, in cui Francesco Soletti ripercorre le tappe dell’unificazione a tavola dell’Italia, a partire dal non facile affrancamento dalla nostra cucina da quella francese, in voga fino all’800. La nascita dell’industria alimentare, la rivoluzione del frigorifero e delle scatolette, Pellegrino Artusi, che ha realmente unificato l’Italia a tavola, favorendo per primo la conoscenza di prodotti, usi e costumi di cucina, tipicità e tradizioni. In un Paese da poco unito, ma molto diverso e diseguale, si scopriva allora con piacere le abitudini degli altri italiani, un tempo separati, lontani, a volte nemici, ma ora liberi di approfondire , anche a tavola, la loro conoscenza. Info: tel. 02 80582278 – www.buonricordo.com
I professionisti della cucina della FIC
L’appuntamento della FIC: 3° Campionato Nazionale di Finger Food (diventato quest’anno 1° Campionato Internazionale di F.F.) che si terrà dal 5 al 7 febbraio presso la Galleria 7 – 8 della Fiera di Padova, nell’ambito di Tecno&Food. La Federazione ha concesso il suo patrocinio alla competizione, che testimonia un’innovazione nella gastronomia italiana ed è suddivisa per categorie. In due gironi distinti, i concorrenti junior e senior dovranno interpretare le “carni bianche”, in base al proprio bagaglio professionale, culturale e del territorio di appartenenza e secondo la cucina calda e fredda. Gli chef in gara dovranno soddisfare con i loro bocconcini tutti e cinque i sensi della giuria che si atterrà ai principi codificati in materia dal Comitato Scientifico di cui fa parte Marco Valletta, responsabile delle pubbliche relazioni della NIC-Nazionale Italiana Cuochi: Sostenuto dalle due riviste specializzate “Zafferano” e “L’Arte in Cucina”, il gruppo tecnico ha analizzato sette anni di pratica di “finger food” e ha messo a punto precise norme per una corretta preparazione degli stessi. Le proposte culinarie che stanno in un solo boccone sono ormai entrate nel menù quotidiano, ma richiedono inventiva e devono corrispondere a canoni, come l’utilizzo di almeno tre ingredienti, scelti per analogia o per contrasto. Non tutto può diventare “finger food”, in particolare i dolci”! La nuova filosofia dello Chef on Show, che crea spettacolo nella realizzazione dei bocconcini, avrà il suo clou nella serata di apertura del Campionato di Finger Food: nell’occasione, la cena delineerà un percorso multisensoriale di cinque portate, con cinque “finger food”, destinate a rappresentare tutte le regioni d’Italia. Autori dell’evento esclusivo sono Marco Valletta e il collega della FIC Gianluca Tomasi, che hanno anche firmato il libro “Chef in punta di dita” (edito da Zafferano). Info: tel. 06/4402178-44202209 - www.fic.it
Il “futuro/presente” della Federcuochi
Al termine di un intenso anno di lavoro, l’unico organo ufficiale italiano della categoria è impegnato in buoni propositi, bilanci e previsioni per il 2012. Il “menù” dei prossimi 12 mesi della FIC inizia con la partecipazione, da protagonista, al progetto “Distretti in Cucina”, promosso dal Ministero dello Sviluppo Economico pr la valorizzazione di prodotti agroalimentari made in Italy; “piatto forte” della Federazione sarà “la salute e la sicurezza del cuoco”, la cui professione è al vertice della classifica di rischio di mortalità, secondo l’OMS. Di “contorno”, eventi grandi e piccoli daranno prova delle capacità del Gruppo, come avvenuto a Dubai e a Roma. Per informazioni: FIC, Piazzale delle Crociate 15, Roma tel. 06/4402178-44202209. - www.fic.it
BLOC-NOTES
Leone Baby Leo e Avvoltoio Ciro
Grrrr!!!! Uaaaaahhhh! Ma chi fa tutto questo chiasso? E’ il leone Baby Leo. Un tenero e soffice cucciolo, che però non vuole essere considerato affatto piccolo. Per sembrare grande e pericoloso ed avere la criniera indossa un cappuccio. Per fortuna ha un amico come l’Avvoltoio Ciro, che spesso lo salva dai pasticci che combina! Leo, il cucciolo spensierato e Ciro, l’avvoltoio responsabile sono inseparabili e insieme una coppia imbattibile. Gli amici così diversi hanno comunque una cosa in comune: sono in morbido peluche NICI ed amano le coccole. I due originali personaggi sono disponibili in varie dimensioni nella versione gamba lunga e sdraiata, come bean bags con portachiavi e magNicis. Il vasto assortimento di accessori di questa incantevole collezione comprende dei morbidi cuscini in peluche con i ricami simpatici di Leo e Ciro, dei portafogli, dei portamonete e degli astucci con i due personaggi. Inoltre troviamo l’originale e semplicemente forte fermaporta a forma di avvoltoio Ciro, il peluche leoncino baby con le ventose ed il cartellino “Baby on board” ed il divertente cappuccio “criniera” da indossare come berretto. Una collezione imperdibile e spiritosa con degli articoli da coccolare, decisamente indicati per qualsiasi target di età.
MONTAGNA in Fine Bone China di Taitù
Prima di arrivare al limite delle nevi eterne, là dove solo un’aquila potrebbe avventurarsi, c’è il bosco. Un bosco di conifere profumate e di resine aromatiche, dove il terreno ricoperto di soffici agli di pino rende il passo leggero agli animali selvatici. In quest’aria balsamica, tra le lumachine e farfalle, ribes e fragoline di bosco, possiamo ascoltare il silenzio che manca alle nostre città. E’ la voce della montagna, intima e immensa al tempo stesso. E’ questo il segreto della nuova collezione “Montagna”, che porta in tavola, tra ginestre, pini mughi e fiori che spuntano dal manto nevoso, la vita palpitante del sottobosco. Una linea perfetta per un buen retiro ad alta quota, ma che grazie alla sua versatilità si può abbinare ad altri servizi tavola con effetti sorprendenti. Insieme al piatto rettangolare, al piatto rotondo, al piatto ovale e all’insalatiera, Taitù presenta oggi 4 ulteriori serie di complemento alla collezione “Montagna”, che aspettano solo la vostra approvazione e il vostro entusiasmo per passare da prototipo artigianale a prodotto in catalogo, con le nuove tazze da espresso e da tè, i mug, le ciotole cereali e i piattini da frutta abbinati.
Vivere all’aria aperta 12 mesi all’anno
I giardini, i vialetti, la piscina sono gli elementi che per primi catturano la nostra attenzione in un’abitazione: con pochi e semplici interventi si possono rinnovare, trasformando l’esterno della propria abitazione grazie a dettagli e materiali moderni e funzionali. Evo_2/e è il nuovo sistema professionale di pavimentazione per esterni di Mirage realizzato in gres porcellanato, che grazie alle sue elevate qualità tecniche ed estetiche rappresenta sicuramente la soluzione più completa, performante e raffinata per l’outdoor living. Il gres porcellanato Mirage è una materia composta da materie prime naturali e purissime, quali minerali, caolino, feldspati e argilla che costituiscono al 99% la massa di ogni singola lastra, mentre colori di origine naturale ne completano la resa estetica. La compattatura dei materiali avviene senza l’aggiunta di nessun collante, resina o altri materiali tossici, grazie ad una pressatura meccanica di oltre 500 Kg per cm/2. La cottura ad una temperatura di oltre 1.250°C, in forni di oltre 90 metri di lunghezza, rende infine il materiale omogeneo e compatto in tutta la sua massa. Evo_2/e può essere posato con facilità su erba, ghiaia, massetto e sabbia, ed è disponibile in una vasta gamma di formati e pezzi speciali, per applicazioni che spaziano dal gardening all’arredo urbano, fino ad applicazioni specifiche per una spa e piscine. Con Evo_2/e si può arricchire l’arredo esterno delle case in campagna, pavimentare la zona gazebo, la zona relax e l’area giochi, o un’area carrabile (con lastre incollate). Un prodotto estremamente versatile, creativo, ed al tempo stesso sicuro e resistente: grazie al suo spessore di 20 mm, e il materiale ha capacità autoportanti che gli permettono di sopportare carichi di oltre 1000 kg per lastra. Rispetta l’ambiente: il prodotto è certificato Ecolabel, marchio europeo di qualità ecologica che premia i prodotti che meglio rispettano le norme legate alla tutela dell’ambiente e del benessere della persona. L’ambiente della terrazza, parte integrante dell’abitazione dedicata al relax e al tempo libero, ma anche luogo di aggregazione e svago può essere rinnovato senza ristrutturazioni o demolizioni. 9 varianti di colore, Cremo Delicato, Pietra Piasentina, Lagos Grey, Crema Luna, Lab Mou, Lab Fog, Chambrod, Pierre Bleue, Pierre Bleue Sablée. Misure: 60x60 e 60x120 (NEW).
Trentino Charme sposa Trentodoc
Trentino Charme è un esclusivo club dell’ospitalità che si è affermato grazie alle caratteristiche che riuniscono le undici case che ne fanno parte, vere e proprie oasi di relax, pace e gusto. La filosofia che riunisce hotel, alberghi, resort e masi è la ricerca dell’eccellenza: luoghi piccoli e belli, esclusivi rifugi per chiunque desideri immergersi nella quiete e nel piacere. Ognuno di questi gioielli è profondamente radicato nella cultura trentina e per riaffermarlo, moltiplicando il piacere dell’ospitalità, Trentino Charme ha stretto una partnership con un’altra diretta espressione locale: Trentodoc. Metodo classico di montagna e ambasciatore nel mondo della regione alpina. Si tratta di trentasette produttori, grandi e piccoli, alcuni innovativi ed altri più classici, che propongono sul mercato circa 90 etichette pregiate, ciascuna con una propria peculiarità organolettica, ma con un unico comune denominatore: il territorio. Il mercato italiano assorbe oggi circa il 90% della produzione di Trentodoc – 8,5 milioni di bottiglie del 2010 – mentre il restante 10% viene distribuito negli altri Paesi europei e nel resto del mondo. Cento anni fa Giulio Ferrari ebbe l’intuizione di coltivare l’uva Chardonnay in Trentino e in seguito la D.O.C. TRENTO divenne la prima al mondo dopo lo Champagne ad essere assegnata ad un metodo classico. Una lunga storia, che incontra gli ambienti sofisticati e raccolti delle maison del club, che serviranno i vini dei 37 produttori, abbinandoli alla cucina di classe di molti loro chef. Trentodoc di presenta anche attraverso una campagna di comunicazione curata dall’artista inglese Neil Duerden. Ed ecco l’elenco completo dei membri di Trentino Charme – fra cui spiccano Stelle Michelin e chef rinomati – che aderiscono alla partnership del gusto: Chalet Dolce Vita Boutique Hotel & Spa – Madonna di Campiglio, Val Rendena; Maso Doss . Sant’Antonio di Mavignol, Val Rendena; Villa di Campo – Campo Lomaso, Comano Terme; Maso Franch – Gourmet & Relais, Giovo, Val di Cembra; Relais Vecchio Maso – Sopramonte, Monte Bondone; Villa Orso Grigio – Ronzone, Val di Non; Villa Kofler Wonderland Resort – Campitello di Fassa, Val di Fassa. Hotel Carpe Diem – Vigo di Fassa, Val di Fassa; Castelir Suite Hotel – Panchià, Val di Fiemme; Chalet nel Doch – Canal San Bovo, Valle del Lozen; Vivere Suites and Rooms – Arco, Garda Trentino.
Lladrò presenta
Essentials – Bellezza pura – serie limitata a 1500 pezzi. Questa scultura è una nuova interpretazione decorativa dell’opera con lo stesso nome che appartiene alla Collezione Armonia della Vita. Le sue dimensioni, i suoi decori e la rappresentazione naturalista hanno lo scopo di ricreare un mondo di fantasia, come i fiori che adornano la capigliatura e la Base dell’opera che sono il frutto dell’immaginazione dell’artista. La gamma cromatica è tra i colori freddi (azzurro, bianco, grigio…) per infondere calma e tranquillità ma anche raffinatezza, grazie al lustro platino dei capelli. Misure 42 x 23 cm – base inclusa.
Essentials – Budda I (dorato e azzurro). Budda II (dorato e azzurro). Serie limitata a 750 pezzi. Queste due opere hanno nuovi decori rispetto a quelle lanciate nel 2007. Si ispirano ai busti o alle teste di Budda dell’arte orientale che in origine provenivano dai resti archeologici. L’arte riflette anche il concetto astratto del Budda Illuminato con diverse espressioni. Queste due teste vengono perciò presentate leggermente differenziate per i tratti femminili o maschili. Il Budda I ha i tratti più femminili, con labbra più sottili e lo chignon più largo. Il Budda II ha i tratti più maschili, con labbra più grosse e con i capelli arricciati “ a chiocciole”. In entrambe sono presenti molti tratti fisici tipici dell’iconografia buddista e che riflettono le qualità o i momenti della vita del Buddha Siddharta Gautama. Le sculture sono in gres bianco con parti dipinte con smalto e lustro dorato. Spicca la ricca decorazione degli chignon: infatti il lustro dorato combinato con gli smalti in diverse tonalità li rende molto vistosi. Misure 34x19 cm Budda I – 35x19 cm Budda II.
Essentials – L’essenza della vita. Anche se per Lladrò il tema della famiglia è uno dei più importanti, sono poche le opere con entrambi i genitori e il proprio bambino. Quest’opera mostra una giovane coppia con il proprio bimbo appena nato. Una scena, nella quale il nudo dei personaggi accentua il carattere intimo e familiare dei primi giorni di vita di un neonato insieme ai genitori. Un’opera nella quale la presenza scultorea diventa protagonista e i personaggi hanno un atteggiamento naturale e rilassato, rafforzato da una composizione armoniosa che trasmette pace e tranquillità. E’ realizzata in porcellana opaca. L’apparente assenza di decori lascia spazio al magnifico lavoro di scultura dei personaggi. Misura: 23 x 29 cm.
Al via il Campionato Nazionale rivolto al “muscolo” cervello e organizzato da Assomensana. Dal 30 gennaio, tutti, a qualunque età, potranno partecipare alle gare online, ma solo i migliori disputeranno dal vivo la finalissima a Rimini Wellness, a maggio. “Alla ricerca della memoria perduta!” con Mensana Jones: sono lo slogan e il personaggio-simbolo che caratterizzano il videogioco ideato da ASSOMENSANA (Associazione non profit per la ricerca anti-aging cerebrale) e fulcro della prossima edizione di MENTATHLON®, la competizione che mette in gara le menti degli italiani sul sito www.mentathlon.it . Al torneo, che sarà lanciato online e su Facebook il 30 gennaio, possono iscriversi tutti, senza distinzioni di età anagrafica, di grado d’istruzione o quoziente d’intelligenza. I concorrenti verranno solamente suddivisi in due categorie: junior (dai 18 ai 49 anni) e senior (dai 50 anni in su), che si sfideranno in match di logica, fluenza verbale, attenzione, memoria visiva e verbale, calcolo, ragionamento, concentrazione, orientamento, etc., attraverso appositi test, strutturati a più livelli di difficoltà crescente. Le prove si svolgeranno online e su Facebook fino al mese di maggio, mentre le semifinali e le finali, accompagnate da altri giochi/spettacolo fuori concorso, si terranno dal vivo a Rimini Wellness, evento/rassegna incentrato su sport e benessere che è in programma a RiminiFiera dal 10 al 13 maggio. Nel contesto, i vincitori junior e senior per ogni disciplina mentale si confronteranno in un “fuori gara intergenerazionale” che dovrebbe offrire risultati sorprendenti, a detta degli specialisti. A Rimini Wellness, i partecipanti che avranno superato la serie di gare di abilità cognitive, verranno raggruppati in otto categorie e i vincitori di ognuna disputeranno semi-finali, finali e finalissima. Gli otto campioni affronteranno un turno estremo: quattro vincitori “Under 50” e quattro “Over 50” dovranno vedersela con giochi extra, contraddistinti da difficoltà mai viste nelle sessioni precedenti. I due “superstiti” avranno accesso alla superfinalissima che li spremerà fino all’ultimo neurone.
Per informazioni, prenotazioni e interviste: Giuseppe Alfredo Iannoccari, Ph.D Presidente Assomensana viale Elvezia, 14 – 20900 Monza.
Tel./Fax 039-2320032 - cell. 392-6360914 g.iannoccari@assomensana.it. - www.assomensana.it
Un nuovo concept, la continua indagine sul campo, un team rinnovato e la volontà di andare oltre. Ecco la ricetta di BIT 2012, la Borsa Internazionale del Turismo che si terrà da giovedì 16 a domenica 19 febbraio a fieramilano. Orizzonte sempre più internazionale, focus su temi formativi strategici, più opportunità di business mirato: sono queste le principali caratteristiche di una manifestazione che si propone a operatori e pubblico con una formula del tutto nuova, ricca e coinvolgente. “New Bit, New Business” l’headline che caratterizza la 32esima edizione di Bit sintetizza il principale punto di svolta della manifestazione. Bit 2012 rimette al centro gli operatori, gli agenti di viaggio, e le loro esigenze, per garantire l’approfondimento e la concretizzazione di ogni tipo di business possibile: ci sarà più tempo dunque per pianificare gli incontri, per illustrare le proposte, per riflettere su idee che nascono dalla condivisione e dal confronto diretto. Questo sarà possibile grazie alla grande novità dell’area Tourism Collection, dedicata da quest’anno esclusivamente agli operatori, che sarà aperta dal 16 al 18 febbraio (ultimo giorno chiusura antipipata alle 16,30) Si propone come l’ambiente più congeniale per lo scambio tra operatori e ogni figura professionale che ruota attorno al mondo del turismo. Le “classiche” aree Italy e The World dedicate rispettivamente alle regioni del Bel Paese e alle destinazioni internazionali saranno aperte dal 16 al 19 febbraio agli operatori (dalle 9,30 alle 18,30), e nel weekend anche al pubblico dei viaggiatori. A completare l’offerta anche l’area Bit Technology, dedicata al mondo delle tecnologie per il turismo online e offline, CRS, HRS e tour operator online. Bit proporrà un fitto calendario di occasioni per gli operatori: in particolare, il 17 e 18 febbraio a Bit Buyltaly, cuore delle vendite del prodotto Italia, si incontreranno 2000 seller selezionati con 500 top buyer internazionali esclusivi, scelti direttamente da Bit e provenienti da oltre 50 Paesi per scoprire insieme le nuove opportunità offerte dall’incoming turistico in Italia: un fenomeno che interessa trasversalmente settori che vanno dai trasporti al real estate, dalla recettività al tour operating. Il workshop Bit BuyClub dedicherà un’intera giornata, il 16 febbraio agli operatori dell’associazionismo europeo che guidano con competenza e passione i propri associati alle scelte migliori. Oltre 200 seller nazionali e internazionali selezionati tra TO, agenzie di viaggio e consorzi di commercializzazione incontreranno 100 buyer nazionali e internazionali e club di interesse provenienti da 11 Paesi.
IPACK-IMA a Fieramilano
Fiera Milano, dal 28 febbraio al 3 marzo 2012, ospiterà la 22esima edizione di IPACK-IMA – processing, packaging, e material handling – molto attesa da tutta la comunità internazionale. IPACK-IMA rappresenta una potente leva di marketing collettivo che mette in contatto l’eccellenza dei produttori di tecnologie, materiali e servizi con i decision maker delle industrie utilizzatrici di tecnologie di processo e confezionamento, nonché con potenziali distributori e partner d’affari. IPACK-IMA è un evento di sistema che abbraccia l’intera catena produttiva, dalla materia prima al punto vendita, come si vede esaminando l’offerta merceologica: Macchine, attrezzature e componentistica per il confezionamento primario e secondario. Consumer Packaging (Imballaggi e materiali per confezionamento di beni di consumo alimentari e non alimentari). Industrial & Protective Packaging (Imballaggi e materiali per il trasporto, la logistica e la movimentazione di beni Industriali e durevoli). Macchine, attrezzature e componentistica per il Processo. Macchine per il trattamento, riempimento e confezionamento Liquidi e Bevande. Tecnologie e servizi per il fine linea, la movimentazione, lo stoccaggio e la logistica. Tecnologie e sistemi per etichettatura, codifica, marcatura, tracciabilità e identificazione automatica. Macchine per produzione di imballaggi. Macchine per la stampa su imballaggio e converting. Servizi per l’industria e attività in conto terzi. Enti, stampa tecnica, associazioni. Oltre 1.000 espositori, per il 30% provenienti dall’estero, a conferma della centralità di questo appuntamento. Le macchine per il packaging guidano il panorama merceologico con il 30%, seguono con il 18% le macchine di processo. Significativa la presenza dei materiali consumer/industrial che raggiungono nella globalità il 18%. Numerosi gli eventi collaterali.
Stockholmsmässan Furniture & Light Fair
Per l’ottavo anno consecutivo, un gruppo o un designer svedese, realizzerà il Design Bar della Stockholm Furniture & Light Faur. Questa volta il compito è stato affidato al designer Lina Nordqvist. Il progetto si focalizzerà sugli incontri e si ispirerà alle forme elementari del cerchio e del quadrato. Lina Nordqvist realizzerà il Design Bar e la VIP Lounge basandosi su come le persone interagiscono tra loro all’interno di uno spazio creato unicamente da forme geometriche elementari, un ambiente accessibile ed accogliente, ma allo stesso tempo carico di simbolismo nelle sue forme sferiche e quadrate. “Quello che si propone il progetto è di valutare come le persone si rapportano allo spazio. Non devono necessariamente sedersi o spostarsi da una parte all’altra, ma condividere lo spazio. Un tavolo rotondo per esempio, simboleggia l’uguaglianza e il benvenuto che ogni persona seduta a quel tavolo è chiamata a condividere. E’ un valore simbolico che viene attribuito alla forma rotonda”, spiega Lina Nordqvist. Lina Nordqvist lavora come designer focalizzandosi principalmente sull’arredamento e il design. Si è diplomata alla Beckmans College of Design di Stoccolma ed ha alle sue spalle un’esperienza come set designer presso la Scandinavian Film Industry. Nel 2009 ha vinto l’Accent del Design Award di New York e nel 2010 ha ricevuto il premio do ELLE Decoration’s Design per la Sedia dell’Anno. Quest’anno presenterà una nuova collezione d’arredamento alla Greenhouse della Stockholm Furniture & Light Fair e al Salone del Mobile di Milano di aprile. L’obiettivo dei progetti del Design Bar, che combina l’esposizione al bar, vuole sottolineare il lavoro dei designer e dei gruppi che partecipano. Nelle scorse edizioni il progetto è stato realizzato da Marge, design group Front, duo BrobergRidderstråle, duo Save our Soul, collettiva Camp Site, Jonas Wagell e Katrin Greilling. Dal 2010 il Design Bar è stato integrato con la VIP Lounge nella Hall A all’ingresso est. Stockholm Furniture & Light Fair si svolgerà dal 7 all’11 febbraio 2012.
Grrrr!!!! Uaaaaahhhh! Ma chi fa tutto questo chiasso? E’ il leone Baby Leo. Un tenero e soffice cucciolo, che però non vuole essere considerato affatto piccolo. Per sembrare grande e pericoloso ed avere la criniera indossa un cappuccio. Per fortuna ha un amico come l’Avvoltoio Ciro, che spesso lo salva dai pasticci che combina! Leo, il cucciolo spensierato e Ciro, l’avvoltoio responsabile sono inseparabili e insieme una coppia imbattibile. Gli amici così diversi hanno comunque una cosa in comune: sono in morbido peluche NICI ed amano le coccole. I due originali personaggi sono disponibili in varie dimensioni nella versione gamba lunga e sdraiata, come bean bags con portachiavi e magNicis. Il vasto assortimento di accessori di questa incantevole collezione comprende dei morbidi cuscini in peluche con i ricami simpatici di Leo e Ciro, dei portafogli, dei portamonete e degli astucci con i due personaggi. Inoltre troviamo l’originale e semplicemente forte fermaporta a forma di avvoltoio Ciro, il peluche leoncino baby con le ventose ed il cartellino “Baby on board” ed il divertente cappuccio “criniera” da indossare come berretto. Una collezione imperdibile e spiritosa con degli articoli da coccolare, decisamente indicati per qualsiasi target di età.
MONTAGNA in Fine Bone China di Taitù
Prima di arrivare al limite delle nevi eterne, là dove solo un’aquila potrebbe avventurarsi, c’è il bosco. Un bosco di conifere profumate e di resine aromatiche, dove il terreno ricoperto di soffici agli di pino rende il passo leggero agli animali selvatici. In quest’aria balsamica, tra le lumachine e farfalle, ribes e fragoline di bosco, possiamo ascoltare il silenzio che manca alle nostre città. E’ la voce della montagna, intima e immensa al tempo stesso. E’ questo il segreto della nuova collezione “Montagna”, che porta in tavola, tra ginestre, pini mughi e fiori che spuntano dal manto nevoso, la vita palpitante del sottobosco. Una linea perfetta per un buen retiro ad alta quota, ma che grazie alla sua versatilità si può abbinare ad altri servizi tavola con effetti sorprendenti. Insieme al piatto rettangolare, al piatto rotondo, al piatto ovale e all’insalatiera, Taitù presenta oggi 4 ulteriori serie di complemento alla collezione “Montagna”, che aspettano solo la vostra approvazione e il vostro entusiasmo per passare da prototipo artigianale a prodotto in catalogo, con le nuove tazze da espresso e da tè, i mug, le ciotole cereali e i piattini da frutta abbinati.
Vivere all’aria aperta 12 mesi all’anno
I giardini, i vialetti, la piscina sono gli elementi che per primi catturano la nostra attenzione in un’abitazione: con pochi e semplici interventi si possono rinnovare, trasformando l’esterno della propria abitazione grazie a dettagli e materiali moderni e funzionali. Evo_2/e è il nuovo sistema professionale di pavimentazione per esterni di Mirage realizzato in gres porcellanato, che grazie alle sue elevate qualità tecniche ed estetiche rappresenta sicuramente la soluzione più completa, performante e raffinata per l’outdoor living. Il gres porcellanato Mirage è una materia composta da materie prime naturali e purissime, quali minerali, caolino, feldspati e argilla che costituiscono al 99% la massa di ogni singola lastra, mentre colori di origine naturale ne completano la resa estetica. La compattatura dei materiali avviene senza l’aggiunta di nessun collante, resina o altri materiali tossici, grazie ad una pressatura meccanica di oltre 500 Kg per cm/2. La cottura ad una temperatura di oltre 1.250°C, in forni di oltre 90 metri di lunghezza, rende infine il materiale omogeneo e compatto in tutta la sua massa. Evo_2/e può essere posato con facilità su erba, ghiaia, massetto e sabbia, ed è disponibile in una vasta gamma di formati e pezzi speciali, per applicazioni che spaziano dal gardening all’arredo urbano, fino ad applicazioni specifiche per una spa e piscine. Con Evo_2/e si può arricchire l’arredo esterno delle case in campagna, pavimentare la zona gazebo, la zona relax e l’area giochi, o un’area carrabile (con lastre incollate). Un prodotto estremamente versatile, creativo, ed al tempo stesso sicuro e resistente: grazie al suo spessore di 20 mm, e il materiale ha capacità autoportanti che gli permettono di sopportare carichi di oltre 1000 kg per lastra. Rispetta l’ambiente: il prodotto è certificato Ecolabel, marchio europeo di qualità ecologica che premia i prodotti che meglio rispettano le norme legate alla tutela dell’ambiente e del benessere della persona. L’ambiente della terrazza, parte integrante dell’abitazione dedicata al relax e al tempo libero, ma anche luogo di aggregazione e svago può essere rinnovato senza ristrutturazioni o demolizioni. 9 varianti di colore, Cremo Delicato, Pietra Piasentina, Lagos Grey, Crema Luna, Lab Mou, Lab Fog, Chambrod, Pierre Bleue, Pierre Bleue Sablée. Misure: 60x60 e 60x120 (NEW).
Trentino Charme sposa Trentodoc
Trentino Charme è un esclusivo club dell’ospitalità che si è affermato grazie alle caratteristiche che riuniscono le undici case che ne fanno parte, vere e proprie oasi di relax, pace e gusto. La filosofia che riunisce hotel, alberghi, resort e masi è la ricerca dell’eccellenza: luoghi piccoli e belli, esclusivi rifugi per chiunque desideri immergersi nella quiete e nel piacere. Ognuno di questi gioielli è profondamente radicato nella cultura trentina e per riaffermarlo, moltiplicando il piacere dell’ospitalità, Trentino Charme ha stretto una partnership con un’altra diretta espressione locale: Trentodoc. Metodo classico di montagna e ambasciatore nel mondo della regione alpina. Si tratta di trentasette produttori, grandi e piccoli, alcuni innovativi ed altri più classici, che propongono sul mercato circa 90 etichette pregiate, ciascuna con una propria peculiarità organolettica, ma con un unico comune denominatore: il territorio. Il mercato italiano assorbe oggi circa il 90% della produzione di Trentodoc – 8,5 milioni di bottiglie del 2010 – mentre il restante 10% viene distribuito negli altri Paesi europei e nel resto del mondo. Cento anni fa Giulio Ferrari ebbe l’intuizione di coltivare l’uva Chardonnay in Trentino e in seguito la D.O.C. TRENTO divenne la prima al mondo dopo lo Champagne ad essere assegnata ad un metodo classico. Una lunga storia, che incontra gli ambienti sofisticati e raccolti delle maison del club, che serviranno i vini dei 37 produttori, abbinandoli alla cucina di classe di molti loro chef. Trentodoc di presenta anche attraverso una campagna di comunicazione curata dall’artista inglese Neil Duerden. Ed ecco l’elenco completo dei membri di Trentino Charme – fra cui spiccano Stelle Michelin e chef rinomati – che aderiscono alla partnership del gusto: Chalet Dolce Vita Boutique Hotel & Spa – Madonna di Campiglio, Val Rendena; Maso Doss . Sant’Antonio di Mavignol, Val Rendena; Villa di Campo – Campo Lomaso, Comano Terme; Maso Franch – Gourmet & Relais, Giovo, Val di Cembra; Relais Vecchio Maso – Sopramonte, Monte Bondone; Villa Orso Grigio – Ronzone, Val di Non; Villa Kofler Wonderland Resort – Campitello di Fassa, Val di Fassa. Hotel Carpe Diem – Vigo di Fassa, Val di Fassa; Castelir Suite Hotel – Panchià, Val di Fiemme; Chalet nel Doch – Canal San Bovo, Valle del Lozen; Vivere Suites and Rooms – Arco, Garda Trentino.
Lladrò presenta
Essentials – Bellezza pura – serie limitata a 1500 pezzi. Questa scultura è una nuova interpretazione decorativa dell’opera con lo stesso nome che appartiene alla Collezione Armonia della Vita. Le sue dimensioni, i suoi decori e la rappresentazione naturalista hanno lo scopo di ricreare un mondo di fantasia, come i fiori che adornano la capigliatura e la Base dell’opera che sono il frutto dell’immaginazione dell’artista. La gamma cromatica è tra i colori freddi (azzurro, bianco, grigio…) per infondere calma e tranquillità ma anche raffinatezza, grazie al lustro platino dei capelli. Misure 42 x 23 cm – base inclusa.
Essentials – Budda I (dorato e azzurro). Budda II (dorato e azzurro). Serie limitata a 750 pezzi. Queste due opere hanno nuovi decori rispetto a quelle lanciate nel 2007. Si ispirano ai busti o alle teste di Budda dell’arte orientale che in origine provenivano dai resti archeologici. L’arte riflette anche il concetto astratto del Budda Illuminato con diverse espressioni. Queste due teste vengono perciò presentate leggermente differenziate per i tratti femminili o maschili. Il Budda I ha i tratti più femminili, con labbra più sottili e lo chignon più largo. Il Budda II ha i tratti più maschili, con labbra più grosse e con i capelli arricciati “ a chiocciole”. In entrambe sono presenti molti tratti fisici tipici dell’iconografia buddista e che riflettono le qualità o i momenti della vita del Buddha Siddharta Gautama. Le sculture sono in gres bianco con parti dipinte con smalto e lustro dorato. Spicca la ricca decorazione degli chignon: infatti il lustro dorato combinato con gli smalti in diverse tonalità li rende molto vistosi. Misure 34x19 cm Budda I – 35x19 cm Budda II.
Essentials – L’essenza della vita. Anche se per Lladrò il tema della famiglia è uno dei più importanti, sono poche le opere con entrambi i genitori e il proprio bambino. Quest’opera mostra una giovane coppia con il proprio bimbo appena nato. Una scena, nella quale il nudo dei personaggi accentua il carattere intimo e familiare dei primi giorni di vita di un neonato insieme ai genitori. Un’opera nella quale la presenza scultorea diventa protagonista e i personaggi hanno un atteggiamento naturale e rilassato, rafforzato da una composizione armoniosa che trasmette pace e tranquillità. E’ realizzata in porcellana opaca. L’apparente assenza di decori lascia spazio al magnifico lavoro di scultura dei personaggi. Misura: 23 x 29 cm.
MEDICINA
Metti la mente in gioco a MENTATHLON®Al via il Campionato Nazionale rivolto al “muscolo” cervello e organizzato da Assomensana. Dal 30 gennaio, tutti, a qualunque età, potranno partecipare alle gare online, ma solo i migliori disputeranno dal vivo la finalissima a Rimini Wellness, a maggio. “Alla ricerca della memoria perduta!” con Mensana Jones: sono lo slogan e il personaggio-simbolo che caratterizzano il videogioco ideato da ASSOMENSANA (Associazione non profit per la ricerca anti-aging cerebrale) e fulcro della prossima edizione di MENTATHLON®, la competizione che mette in gara le menti degli italiani sul sito www.mentathlon.it . Al torneo, che sarà lanciato online e su Facebook il 30 gennaio, possono iscriversi tutti, senza distinzioni di età anagrafica, di grado d’istruzione o quoziente d’intelligenza. I concorrenti verranno solamente suddivisi in due categorie: junior (dai 18 ai 49 anni) e senior (dai 50 anni in su), che si sfideranno in match di logica, fluenza verbale, attenzione, memoria visiva e verbale, calcolo, ragionamento, concentrazione, orientamento, etc., attraverso appositi test, strutturati a più livelli di difficoltà crescente. Le prove si svolgeranno online e su Facebook fino al mese di maggio, mentre le semifinali e le finali, accompagnate da altri giochi/spettacolo fuori concorso, si terranno dal vivo a Rimini Wellness, evento/rassegna incentrato su sport e benessere che è in programma a RiminiFiera dal 10 al 13 maggio. Nel contesto, i vincitori junior e senior per ogni disciplina mentale si confronteranno in un “fuori gara intergenerazionale” che dovrebbe offrire risultati sorprendenti, a detta degli specialisti. A Rimini Wellness, i partecipanti che avranno superato la serie di gare di abilità cognitive, verranno raggruppati in otto categorie e i vincitori di ognuna disputeranno semi-finali, finali e finalissima. Gli otto campioni affronteranno un turno estremo: quattro vincitori “Under 50” e quattro “Over 50” dovranno vedersela con giochi extra, contraddistinti da difficoltà mai viste nelle sessioni precedenti. I due “superstiti” avranno accesso alla superfinalissima che li spremerà fino all’ultimo neurone.
Per informazioni, prenotazioni e interviste: Giuseppe Alfredo Iannoccari, Ph.D Presidente Assomensana viale Elvezia, 14 – 20900 Monza.
Tel./Fax 039-2320032 - cell. 392-6360914 g.iannoccari@assomensana.it. - www.assomensana.it
FIERE
BIT 2012 la Borsa Internazionale del TurismoUn nuovo concept, la continua indagine sul campo, un team rinnovato e la volontà di andare oltre. Ecco la ricetta di BIT 2012, la Borsa Internazionale del Turismo che si terrà da giovedì 16 a domenica 19 febbraio a fieramilano. Orizzonte sempre più internazionale, focus su temi formativi strategici, più opportunità di business mirato: sono queste le principali caratteristiche di una manifestazione che si propone a operatori e pubblico con una formula del tutto nuova, ricca e coinvolgente. “New Bit, New Business” l’headline che caratterizza la 32esima edizione di Bit sintetizza il principale punto di svolta della manifestazione. Bit 2012 rimette al centro gli operatori, gli agenti di viaggio, e le loro esigenze, per garantire l’approfondimento e la concretizzazione di ogni tipo di business possibile: ci sarà più tempo dunque per pianificare gli incontri, per illustrare le proposte, per riflettere su idee che nascono dalla condivisione e dal confronto diretto. Questo sarà possibile grazie alla grande novità dell’area Tourism Collection, dedicata da quest’anno esclusivamente agli operatori, che sarà aperta dal 16 al 18 febbraio (ultimo giorno chiusura antipipata alle 16,30) Si propone come l’ambiente più congeniale per lo scambio tra operatori e ogni figura professionale che ruota attorno al mondo del turismo. Le “classiche” aree Italy e The World dedicate rispettivamente alle regioni del Bel Paese e alle destinazioni internazionali saranno aperte dal 16 al 19 febbraio agli operatori (dalle 9,30 alle 18,30), e nel weekend anche al pubblico dei viaggiatori. A completare l’offerta anche l’area Bit Technology, dedicata al mondo delle tecnologie per il turismo online e offline, CRS, HRS e tour operator online. Bit proporrà un fitto calendario di occasioni per gli operatori: in particolare, il 17 e 18 febbraio a Bit Buyltaly, cuore delle vendite del prodotto Italia, si incontreranno 2000 seller selezionati con 500 top buyer internazionali esclusivi, scelti direttamente da Bit e provenienti da oltre 50 Paesi per scoprire insieme le nuove opportunità offerte dall’incoming turistico in Italia: un fenomeno che interessa trasversalmente settori che vanno dai trasporti al real estate, dalla recettività al tour operating. Il workshop Bit BuyClub dedicherà un’intera giornata, il 16 febbraio agli operatori dell’associazionismo europeo che guidano con competenza e passione i propri associati alle scelte migliori. Oltre 200 seller nazionali e internazionali selezionati tra TO, agenzie di viaggio e consorzi di commercializzazione incontreranno 100 buyer nazionali e internazionali e club di interesse provenienti da 11 Paesi.
IPACK-IMA a Fieramilano
Fiera Milano, dal 28 febbraio al 3 marzo 2012, ospiterà la 22esima edizione di IPACK-IMA – processing, packaging, e material handling – molto attesa da tutta la comunità internazionale. IPACK-IMA rappresenta una potente leva di marketing collettivo che mette in contatto l’eccellenza dei produttori di tecnologie, materiali e servizi con i decision maker delle industrie utilizzatrici di tecnologie di processo e confezionamento, nonché con potenziali distributori e partner d’affari. IPACK-IMA è un evento di sistema che abbraccia l’intera catena produttiva, dalla materia prima al punto vendita, come si vede esaminando l’offerta merceologica: Macchine, attrezzature e componentistica per il confezionamento primario e secondario. Consumer Packaging (Imballaggi e materiali per confezionamento di beni di consumo alimentari e non alimentari). Industrial & Protective Packaging (Imballaggi e materiali per il trasporto, la logistica e la movimentazione di beni Industriali e durevoli). Macchine, attrezzature e componentistica per il Processo. Macchine per il trattamento, riempimento e confezionamento Liquidi e Bevande. Tecnologie e servizi per il fine linea, la movimentazione, lo stoccaggio e la logistica. Tecnologie e sistemi per etichettatura, codifica, marcatura, tracciabilità e identificazione automatica. Macchine per produzione di imballaggi. Macchine per la stampa su imballaggio e converting. Servizi per l’industria e attività in conto terzi. Enti, stampa tecnica, associazioni. Oltre 1.000 espositori, per il 30% provenienti dall’estero, a conferma della centralità di questo appuntamento. Le macchine per il packaging guidano il panorama merceologico con il 30%, seguono con il 18% le macchine di processo. Significativa la presenza dei materiali consumer/industrial che raggiungono nella globalità il 18%. Numerosi gli eventi collaterali.
Stockholmsmässan Furniture & Light Fair
Per l’ottavo anno consecutivo, un gruppo o un designer svedese, realizzerà il Design Bar della Stockholm Furniture & Light Faur. Questa volta il compito è stato affidato al designer Lina Nordqvist. Il progetto si focalizzerà sugli incontri e si ispirerà alle forme elementari del cerchio e del quadrato. Lina Nordqvist realizzerà il Design Bar e la VIP Lounge basandosi su come le persone interagiscono tra loro all’interno di uno spazio creato unicamente da forme geometriche elementari, un ambiente accessibile ed accogliente, ma allo stesso tempo carico di simbolismo nelle sue forme sferiche e quadrate. “Quello che si propone il progetto è di valutare come le persone si rapportano allo spazio. Non devono necessariamente sedersi o spostarsi da una parte all’altra, ma condividere lo spazio. Un tavolo rotondo per esempio, simboleggia l’uguaglianza e il benvenuto che ogni persona seduta a quel tavolo è chiamata a condividere. E’ un valore simbolico che viene attribuito alla forma rotonda”, spiega Lina Nordqvist. Lina Nordqvist lavora come designer focalizzandosi principalmente sull’arredamento e il design. Si è diplomata alla Beckmans College of Design di Stoccolma ed ha alle sue spalle un’esperienza come set designer presso la Scandinavian Film Industry. Nel 2009 ha vinto l’Accent del Design Award di New York e nel 2010 ha ricevuto il premio do ELLE Decoration’s Design per la Sedia dell’Anno. Quest’anno presenterà una nuova collezione d’arredamento alla Greenhouse della Stockholm Furniture & Light Fair e al Salone del Mobile di Milano di aprile. L’obiettivo dei progetti del Design Bar, che combina l’esposizione al bar, vuole sottolineare il lavoro dei designer e dei gruppi che partecipano. Nelle scorse edizioni il progetto è stato realizzato da Marge, design group Front, duo BrobergRidderstråle, duo Save our Soul, collettiva Camp Site, Jonas Wagell e Katrin Greilling. Dal 2010 il Design Bar è stato integrato con la VIP Lounge nella Hall A all’ingresso est. Stockholm Furniture & Light Fair si svolgerà dal 7 all’11 febbraio 2012.